Toccante dedica del portiere di proprietà dell’Inter al termine della vittoria della sua Romania contro l’Inghilterra agli Europei Under 21. Radu, in lacrime, al fischio finale ha mostrato una maglia nella quale era raffigurato il volto della sorella scomparsa: "Ti devo tutto. Ti amo, Ema"
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Nell’ultimo campionato di Serie A è stato in grado di guadagnarsi un posto da titolare nel Genoa a suon di ottime prestazioni, adesso Ionut Radu sta continuando a far parlare di sé agli Europei Under 21. Tra i grandi protagonisti della Romania rivelazione del torneo (attualmente a punteggio pieno, alla squadra del CT Mirel Radoi basta un punto contro la Francia per accedere alle semifinali), infatti, c’è anche il portiere classe ’97 di proprietà dell’Inter, decisivo nel successo della sua Nazionale contro l’Inghilterra nella seconda giornata del girone C. Non soltanto le parate in campo però, Radu al fischio finale della gara disputata a Cesena si è lasciato andare alle emozioni.
Dedica toccante
Al termine del match del Manuzzi, infatti, Radu ha ricevuto cori e applausi dal pubblico presente. A quel punto il portiere si è commosso e ha iniziato a battersi i guantoni sul cuore, prima di una toccante dedica. Il numero uno della Romania ha mostrato alle telecamere una maglia, nella quale era raffigurato il volto di Ema, la sorella scomparsa prematuramente nel 2006 a soli 14 anni. "Ti devo tutto. Ti amo, Ema", la frase scritta sulla maglia da Radu, che si è poi sfogato in un pianto iberatorio. A parlare poi del legame con la sorella scomparsa è stata la madre del portiere della Romania, intervenuta ai microfoni di Gazeta Sport. "Preghiamo sempre per Ema – ha spiegato la signora Radu - e Ionut sente che lei è il suo angelo custode. Sotto la divisa da gioco lui indossa sempre una maglia nella quale è raffigurato il volto della sorella. In occasione di una partita con l’Academia di Hagi mi trovavo dietro la sua porta quando venne fischiato un rigore contro di lui. Ionut si girò verso di me e mi disse che Ema lo avrebbe aiutato dal cielo. Parò il rigore e mi disse che con quel pallone tra le mani si sentiva un altro uomo".