Il presidente dell'Uefa in vista degli Europei: "Nessuna gara si giocherà a porte chiuse, questo è fuori discussione. Vorremmo confermare le 12 sedi originali, ma se ciò non sarà possibile potrebbe esserci qualche cambio. Se una città propone uno scenario senza pubblico, le partite verranno spostate in altre che saranno in grado di accogliere i tifosi"
L'11 giugno è in programma la gara inaugurale degli Europei, previsti quest'anno dopo il rinvio avvenuto a causa dell'emergenza coronavirus. L'obiettivo dell'Uefa è quello di disputare le partite con i tifosi allo stadio, come confermato dal presidente Aleksander Ceferin: "Stiamo lavorando a diversi scenari – le sue parole ai microfoni di Sky Sports – ma sicuramente possiamo dire che l'opzione di giocare tutte le gare di Euro 2020 negli stadi vuoti è fuori discussione. Ogni città dovrà garantire che ci saranno i tifosi sugli spalti durante le loro partite. Lo scenario ideale è quello di confermare le 12 sedi originali, ma se ciò non sarà possibile si andrà avanti in 10 o 11 paesi. Dipenderà dalle possibilità che ogni paese avrà di soddisfare le condizioni richieste. Se una città propone uno scenario senza pubblico, allora le partite potrebbero essere anche spostate in città in grado di accogliere i tifosi. Se non possiamo fare nulla in un paese, ce ne sono altri in cui i preparativi sono già in corso". Le città designate sono Roma, Amsterdam, Baku, Bilbao, Bucarest, Budapest, Copenaghen, Dublino, Glasgow, Londra, Monaco e San Pietroburgo. Queste avranno tempo fino al 7 aprile per far sapere all'Uefa la loro disponibilità ad assecondare tutte le condizioni richieste.
La situazione degli stadi in Europa
Mentre in Italia si continua a giocare a porte chiuse, con il ritorno allo stadio che al momento sembra ancora lontano, in Europa c'è chi ha già riportato i tifosi alle partite di calcio e chi invece sta programmando delle riaperture. In Russia, ad esempio, si può gia andare allo stadio e, in occasione della sfida Zenit-Akhmat, gli spettatori sono stati addirittura vaccinati. In Ucraina da circa un mese possono accedere agli impianti 4 o 5 mila persone, ma a Kiev si è deciso per una nuova chiusura a partire già dalla sfida di Europa League tra Shakhtar Donetsk e Roma. Si è già portata avanti anche l'Inghilterra. Il piano vaccini prosegue e Boris Johnson ha parlato di ritorno alla normalità anche per il calcio. Già programmato il ritorno allo stadio per il 17 maggio: nell'ultima giornata di Premier League, le squadre potranno far accedere agli impianti al massimo 10mila persone o il 25% della capienza totale degli impianti. Una sorta di prova generale in vista dell'Europeo, dove l'Inghilterra reciterà un ruolo fondamentale con ben 7 partite in programma a Wembley (semifinali e finale comprese). Il premier inglese si è anche detto disponibile a ospitare più partite rispetto a quelle previste nel suo paese. In Spagna è stato proposto di riaprire gli stadi con una capienza tra il 20 e il 25% già per la finale di Copa del Re in programma il 3 aprile tra Athletic Bilbao e Real Sociedad. Tutto rimandato però, l'obiettivo è quello di ritornare a guardare le partite di Liga a fine aprile. In Olanda ci saranno 5 mila spettatori già il 27 marzo, per la gara valida per le qualificazioni Mondiali contro la Lettonia. Ancora tutto chiuso in Francia e in Germania, paesi che avevano sperimentato parziali aperture a inizio stagione. Qui gli stadi dovrebbero riaprire direttamente nella prossima annata calcistica.