Italia, Raspadori: "Un sogno essere qui. Io come Paolo Rossi? Sarebbe bellissimo"

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Il giovane attaccante del Sassuolo ha esordito in Nazionale nell'ultima amichevole contro la Repubblica Ceca e farà parte della spedizione azzurra agli Europei: "Sono orgoglioso di essere qui e sarò per sempre grato a Mancini per questa opportunità. Vengo da un periodo molto bello, ma devo vivere tutto con equilibrio e prenderlo come un punto di partenza e non di arrivo"

Spesso nella storia della Nazionale, l'uomo dell'ultimo minuto, quello convocato contro tutti i pronostici, risulta decisivo ai fini del risultato. In questi Europei, il personaggio a sorpresa potrebbe essere Giacomo Raspadori, chiamato da Mancini dopo un ottimo finale di campionato con il Sassuolo. Una convocazione che fino a pochi mesi fa era assolutamente impronosticabile e della quale, il giovane attaccante classe 2000 ha parlato dal ritiro di Coverciano: "Sono ancora un po' in confusione. Dopo l'esordio in amichevole contro la Repubblica Ceca, dormire è stato difficile. Sicuramente è stata un’emozione grande, fortissima perché soprattutto è arrivata nella mia città, davanti alla mia famiglia che per fortuna era lì a vedermi, e veramente è stata una cosa incredibile. Io come Paolo Rossi? Sarebbe davvero bellissimo fare come lui, ma per me già essere qui è un sogno realizzato e ne sono orgoglioso. Ringrazio il ct Mancini per questa opportunità, sono veramente senza parole. Perchè mi ha scelto? Non saprei, forse perché per caratteristiche fisiche e tecniche sono diverso dagli altri che ci sono".

"Esordio in Nazionale punto di partenza, non di arrivo"

Un traguardo, quello dell'esordio in Nazionale, che però si può considerare con un altro passo di un percorso iniziato parecchio tempo fa: "Mi considero un ragazzo tranquillo che cerca di dare il massimo ogni giorno e che pensa ogni giorno a cercare di migliorarsi, credo che sia la cosa più importante. Vengo da un periodo molto bello ma bisogna sempre mantenere il giusto equilibrio e prendere tutto come un punto di partenza e non di arrivo. Il mio primo pensiero? Ai miei genitori e ai miei nonni: hanno fatto tantissimi sacrifici perché sono sempre stati pronti ad assecondare la passione mia e di mio fratello. Bisognava fare la spola fra Bologna e Sassuolo andando avanti ed indietro, non era facile. Ma ci hanno sempre assecondato. Sicuramente la mia fortuna è stata quella di crescere in un ambiente come quello del Sassuolo che ha una grande attenzione per i giovani e prima di tutto per le persone che per i calciatori". E ora, Raspadori ha fatto la conoscenza del gruppo azzurro: "Non ci sono dinamiche negative nel gruppo e questo penso che sia una cosa molto importante. Soprattutto quando ci si giocano delle competizioni così importanti questo fa veramente la differenza. Pressione? Se si fa questo lavoro per tanti anni bisogna essere in grado di reggerla. Certo non è facile, però se si prendono le cose nel modo giusto cercando di divertirsi e dando sempre tutto per ciò che ci appassiona penso che si sia pronti".

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