Italia, Pessina: "La Nazionale come un'opera di Van Gogh"

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"Non mi sono mai sentito il 27°. Il paragone con Berti mi lusinga. E pensare che quando non giocavo in C stavo per smettere…". La passione per lo studio ("Per me l’allenamento era una conquista dopo aver studiato. Ed è ancora così") e per i social ("Mi piace portare all’esterno quello che facciamo nel chiuso di Coverciano") e quell'esultanza divenuta virale: "Mi arrivano migliaia di video di gente che al mare imita il mio tuffo dopo il gol..."

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Dalle panchine in Serie C al gol a Wembley contro l'Austria che ha consegnato all'Italia i quarti di finale degli Europei. È la favola di Matteo Pessina, tra le rivelazioni degli azzurri a Euro 2020. Due gol consecutivi, contro Galles e Austria, per mettere alle spalle una gavetta fatta di tanti momenti difficili: "Di difficoltà ce ne sono state quando non giocavo in Serie C, ho anche pensato di smettere - racconta Pessina in conferenza stampa - Amo giocare a calcio ed è quello che voglio fare per tutta la vita". E il suo sogno è iniziato quasi per caso, entrato tra i convocati solo dopo l'infortunio di Stefano Sensi: "Non mi sono mai sentito il ventisettesimo, ma sempre parte di questo gruppo - ammette - il bello di questa squadra è che Mancini riesce a far sentire tutti importanti". Una Nazionale unita, bella come un'opera d'arte di Van Gogh, artista che Pessina ama: "Voglio pensare a questa squadra come a un suo dipinto. Unico, particolare, bello. A casa ho una copia del mandorlo in fiore".

"È sempre venuto prima lo studio del calcio"

Una rivelazione, Pessina. Forse ancor più fuori dal campo. Appassionato d'arte e di latino, sta continuando gli studi visto che è iscritto alla facoltà di Economia alla Luiss di Roma: "Ho avuto la fortuna di avere dei genitori che hanno sempre creduto nello studio, come i miei nonni - spiega -. È sempre venuto prima lo studio del calcio. Ho sempre visto la partita come il premio dopo aver studiato. La mia famiglia è stata la mia fortuna. Mi hanno tenuto coi piedi per terra, da quando ero bambino. Cerco di sentirli spesso, mi faccio dare consigli e i loro sono i più importanti".

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"L'esultanza? La cosa più stupida che potessi fare"

Della vittoria a Wembley contro l'Austria, l'immagine che resta dopo il gol di Pessina è la sua buffa esultanza. "È stata una cosa spontanea, la prima cosa che mi è venuta in mente. Non stavo capendo nulla. E' stata forse la cosa più stupida che potessi fare - ride -. Ma a rivederla è stato bellissimo e mi arrivano migliaia di video di gente che anche al mare la imita". 

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"Abbiamo sempre pensato di essere forti"

E intanto c'è chi lo paragona a Nicola Berti: "Mi fa piacere. Spero di fare come lui se non qualcosa di ancora più bello: tutto quel che stiamo facendo è unico". Per migliorare quanto fatto da Berti con la Nazionale, il centrocampista dell'Atalanta dovrà alzare un trofeo. Magari già agli Europei dove l'Italia sta proseguendo il suo cammino con tante ambizioni e le lodi degli avversari che iniziano a temere la formazione di Mancini: "Abbiamo sempre pensato di essere forti, solo gli altri se ne sono accorti adesso - spiega Pessina - Abbiamo dimostrato di essere una squadra forte, con giocatori sia giovani che d'esperienza. Tra di noi non si parla mai di dove possiamo arrivare, ci concentriamo partita dopo partita. Il gruppo fa la differenza e il nostro ha qualcosa in più degli altri. Mi piace portare all’esterno quello che facciamo nel chiuso di Coverciano, ecco perché scrivo sui social". Pessina, inoltre, ha svelato un retroscena del discorso di Mancini prima del match contro l'Austria: "Ci ha detto 'divertitevi ma con la tensione giusta', ed è quel che fa di una grande sfida una partita memorabile". 

"Mi piacerebbe vedere De Bruyne in campo per fermarlo"

Adesso la testa degli azzurri è proiettata alla partita di venerdì, a Monaco di Baviera, contro il Belgio. Tra i diavoli rossi è in dubbio la presenze di De Bruyne, un giocatore che Pessina vuole affrontare: "De Bruyne ha dimostrato negli ultimi anni di essere uno dei più forti del mondo - spiega - Se non ci fosse sarebbe meglio per noi. Però lo vorrei sul campo, vorrei provare a fermarlo". Parole di stima, come quelle nei confronti di Lukaku: "È il 9 più forte del mondo, averci già giocato contro può essere un vantaggio ma lo si è già visto contro il Portogallo, riesce a giocare contro due-tre difensori insieme".

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