31 anni fa la Danimarca vinceva l'Europeo a cui non si era qualificata
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La finale contro la Germania si giocò il 26 giugno del 1992. Una storia da film: furono ripescati dopo il secondo posto nelle qualificazioni e richiamati mentre erano in vacanza a dieci giorni dall'inizio della prima partita. Vinsero il trofeo da abbronzati anche grazie a una gita al fast food
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- Estate 1992, l'uomo al comando in panchina era Richard Møller Nielsen, ex assistente del grande Sepp Piontek che allenò la Danish Dinamite ("la dinamite danese") rivelazione assoluta del Mondiale 1986, chiuso agli ottavi da esordiente. Ma i tempi erano cambiati: fu accolto nello scetticismo generale, a un passo dall'esonero prima della gloria. La sua storia è stata raccontata nel film danese Estate '92 diretto da Kasper Barfoed.
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- Brian (a sinistra) e Michael (a destra). Stelle della Danimarca. Michael lo era stato di quel Mondiale "dinamite" del 1986, con lui c'erano anche gli "italiani" Elkjaer (lo scudetto del Verona di Bagnoli) e Berggreen (la famosa foto della maglia del Pisa strappata). Molti di quella squadra avevano chiuso col calcio giocato, mentre per i due Laudrup fu frattura totale col nuovo Ct: entrambi abbandonarono la squadra nel corso delle qualificazioni per dissapori tattici. E infatti quella Danimarca non staccò il pass per gli Europei.
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- In quelle qualificazioni la Danimarca chiuse al secondo posto nel girone, alle spalle della Jugoslavia: niente Euro 1992. Solo a dieci giorni dall'inizio del torneo il plot twist: una risoluzione ONU relativa ai conflitti in corso nei Paesi balcanici escluse la Jugoslavia e ripescò la Danimarca. Lo strappo venne ricucito, parzialmente: tra i convocati c'era anche il nome di Brian Laudrup (ma non quello di Michael).
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- E allora la Danimarca c'è. Møller Nielsen lo sa dieci giorni prima dell'inizio della prima partita. Chiama i suoi, già in vacanza. Quella nazionale è bellissima: indossano una maglia (che sarà) iconica e sono tutti abbronzati. Nel girone ci sono Inghilterra, i padroni di casa della Svezia e la Francia. Possibilità: pochissime. Tra i pali c'è Peter Schmeichel, da un anno allo United. Brian Laudrup è titolare. È pari contro gli inglesi alla prima. Alla seconda, ko 1-0 con la Svezia (segna l'ex Parma Tomas Brolin). Il film è già ai titoli di coda?
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- A novanta minuti dalla fine dei gironi le speranze sembrano esaurite: la cenerentola che neanche avrebbe dovuto giocare gli Europei esce di scena dopo appena due partite. In realtà c'è ancora speranza, e un difficile incastro di risultati: i danesi devono battere la Francia di Papin e Cantona allenata da Platini. E la Svezia deve battere l'Inghilterra. Succede. Coi due gol decisivi sui due campi segnati entrambi negli ultimi dieci minuti.
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- In semifinale (subito dopo i gruppi, come prevedeva quel format) c'è l'Olanda campione in carica. Møller Nielsen sa di avere tanti buoni giocatori ma non un gruppo: una gita al fast food tra ultima gara dei gironi e semifinale compatta l'ambiente. C'è un'aria nuova, la consapevolezza di poter sfidare (e magari battere) questi signori qui. Si leggono - tra gli altri - i nomi di Gullit, Rijkaard, Van Basten, Bergkamp e Koeman.
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- Brian incanta, giocando una partita eccezionale e servendo due assist. Rijkaard pareggia a quattro minuti dalla fine sul 2-2 mandando il match ai rigori. I danesi sono perfetti. Ancora di più Peter Schmeichel che para (sarà l'unico errore, e sarà decisivo) nientemeno che su Marco Van Basten.
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- All'ultimo atto ci sono loro, i detentori del Mondiale appena vinto in Italia. È Germania contro Danimarca. Che non ha più paura.
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- Perché quella Danimarca non sarà più la "Danish Dinamite" del passato, ma non è nemmeno l'ombra di quella che mancò la qualificazione a Euro '92. Jensen segna subito, Schmeichel sforna parate memorabili. I danesi sono increduli. Poi lo scetticismo lascia spazio alla sicurezza: la Danimarca può vincere gli Europei. La Danimarca può addirittura segnare un altro gol ai tedeschi.
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- E lo fa. Finisce addirittura 2-0. Il raddoppio porta la firma di Kim Vilfort, altra storia nella storia: prima e dopo le partite tornava in patria per assistere la figlia Line malata di leucemia. Morirà sei settimane dopo la fine degli Europei.
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- Parole dello stesso Vilfort, simbolo di quella squadra. Tra gli eroi di una coppa dall'epilogo clamoroso. La Danimarca campione degli Europei che non avrebbe nemmeno dovuto giocare.