Ci sarà anche Donald Trump al sorteggio per i Mondiali di calcio del 2026 che si terrà al Kenned'y Center di Washington venerdì prossimo, 5 dicembre. Lo ha annunciato la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt. Non dovrebbe invece essere presente la delegazione dell’Iran dopo che gli Stati Uniti hanno negato il visto a diversi membri iraniani
Continua il conto alla rovescia per il sorteggio del prossimo 5 dicembre in programma al John F. Kennedy Center for the Performing Arts di Washington che definirà i gironi e il cammino del Mondiale di calcio del 2026. 12 gironi da quattro nazionali ciascuno, con l'Italia che, in caso di qualificazione il prossimo marzo, sarà inserita nella quarta fascia, quella delle squadre sulla carta più deboli, che al momento prevede Giordania, Capo Verde, Ghana, Curaçao, Haiti e Nuova Zelanda. Sono i giorni degli ultimi preparativi per una cerimonia dall'alto valore mediatico. La notizia che arriva dalla Casa Bianca, da parte della portavoce del presidente Karoline Leavitt, è che Donald Trump sarà presente all'evento. Una presenza che certo non potrà essere in secondo piano anche perché al presidente Usa dovrebbe essere consegnato il "Peace Prize", il nuovo premio per la pace, targato Fifa e annunciato un mese fa dallo stesso Gianni Infantino. L’idea è del numero uno della Federazione Internazionale, che lo ha presentato come un modo per celebrare chi costruisce ponti e dialogo.
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Delegazione Iran boicotta il sorteggio
L'agenzia di stampa iraniana Irna anticipa invece il boicottaggio delI'Iran alla cerimonia dei sorteggi dopo che gli Stati Uniti hanno negato il visto a diversi membri della loro delegazione. Lo ha annunciato la Federazione iraniana, che ha informato la Fifa sottolineando che si tratta di "decisioni senza attinenza con lo sport". Secondo media locali nei giorni scorsi gli Stati Uniti non hanno rilasciato visti ad alcuni membri della delegazione iraniana, tra cui Mehdi Taj, presidente della Federazione calcistica iraniana che ha detto alla stampa locale: "Abbiamo dichiarato al capo della Fifa, Gianni Infantino, che si trattava di una posizione puramente politica e gli abbiamo chiesto di far cessare questo comportamento"