Cartoline dal Qatar, istantanee già consegnate alla storia. Non solo momenti di grande calcio, al Mondiale: dalla protesta della Germania a quella dell'Iran, dai balli dei giocatori del Marocco alle lacrime di Cristiano Ronaldo. Ecco cosa ricorderemo di questa Coppa del Mondo
- L’inaugurazione del Mondiale è uno show con parecchi richiami alla tradizione araba e un ospite d’eccezione, Morgan Freeman, che appare nello stadio Al-Bayt per fare da “narratore”. Nel suo discorso, un dialogo con un giovane qatariota disabile, si parla soprattutto di rispetto e inclusione. "Quello che ci unisce, in questo momento, è più importante di quello che ci divide"
- Otto, dieci, in un caso anche 14 minuti di recupero. Quasi un tempo supplementare. La prima volta che il quarto uomo li ha indicati – abituati com’eravamo a recuperi di 4 o 5 minuti al massimo – abbiamo pensato a un errore. Poi ci siamo ricordati dell’invito di Collina a lavorare nella direzione di un tempo il più vicino possibile a quello effettivo. E non sono mancati i gol, come quello dell’Olanda contro l’Argentina al 90’+11’
- Il momento è di quelli storici. Prima della partita di esordio contro l'Inghilterra, nessuno degli 11 giocatori in campo per l’Iran canta l'inno, in segno di solidarietà con chi combatte nel Paese contro il regime e le sue repressioni. Tutti zitti mentre risuonano le note che inneggiano alla "continua ed eterna Repubblica Islamica dell'Iran", sugli spalti qualcuno piange. Alla seconda partita, però, le pressioni arrivate sotto forma di avvertimenti minacciosi si fanno sentire e i giocatori “mormorano” a bocca semi-aperta le parole
- Il video ha fatto il giro del web. Intervallo della partita contro l’Argentina, il Ct francese dell’Arabia Saudita (sotto 1-0), aiutato dal traduttore, urla contro la squadra troppo remissiva e “ammaliata” dalle star sudamericane: "Volete una foto con Messi? È così che si fa il pressing? Siamo al Mondiale!". Poi invita i suoi a credere nella rimonta. L’Arabia Saudita torna in campo e vince 2-1.
- L’esordio al Mondale dell’Argentina è un vero incubo. Il più inaspettato dei ko arriva contro la modestissima Arabia Saudita, capace di ribaltare il vantaggio iniziale della Seleccion segnato da Messi su rigore. A Messi risponde… Messi, quello “arabo”, che porta il nome di Al-Dawsari. Stop, slalom e grande conclusione. Alla Messi
- La questione della fascia arcobaleno tiene banco: i capitani di diverse nazionali vorrebbero indossarla per manifestare il loro sostegno alla comunità Lgbtq+, ma la Fifa minaccia di ammonire chi trasgredirà prima del fischio d’inizio della partita. Le squadre si adeguano, ma la Germania (prima della partita contro il Giappone) inscena una protesta che si tramuta in una foto da consegnare alla storia. Tutti con la mano sulla bocca nella foto ufficiale di squadra, come a dire “ci avete impedito di esprimerci”
- Un anno e mezzo dopo il malore in campo nel corso di una partita degli Europei, il campione danese realizza il suo sogno. Il suo cuore si era fermato il 12 giugno 2021, davanti a uno stadio che per interminabili minuti teme il peggio. Salvato da compagni e medici, mesi dopo torna addirittura in campo grazie a un defibrillatore sottocutaneo. Ma non gli basta. “Dal giorno in cui ho detto che sarei voluto tornare in campo, giocare il Mondiale è sempre stato il mio vero obiettivo”. L’ha raggiunto
- Se le non-esultanze contro le proprie ex squadre non sono più una novità a livello di club, vederne una inscenata in un Mondiale fa un certo effetto. Breel Embolo è nato a Yaoundé, capitale del Camerun, per emigrare a 6 anni in Svizzera, nazione di cui oggi indossa la maglia. Il destino ha voluto che segnasse il suo primo gol a un Mondiale proprio contro il Camerun, e lui ha preferito non festeggiarlo
- Forse il più bel gesto tecnico visto ai Mondiali, certamente il gol più spettacolare. In Brasile-Serbia il giocatore del Tottenham fa doppietta incantando con un gol strepitoso, addomesticando un cross dalla sinistra e coordinandosi per girare il pallone in rete in mezza rovesciata. Si scoprirà che quel gol, praticamente identico, l’aveva già provato in allenamento qualche giorno prima
- Finisce con uno spettacolare 3-2 per il Portogallo, con il Ghana che all’ultimo minuto sfiora il pareggio con “furbata” di Williams che avrebbe rovinato il Mondiale di Diogo Costa. Il portiere portoghese raccoglie un pallone dopo una parata, fa uscire tutti dall’area e lo mette giù per far partire l’azione. Non accorgendosi che, alle sue spalle, Williams si è “nascosto” oltre la linea di fondocampo, attendendo il momento giusto per sottrargli il pallone. Scivola però al momento del tiro, fallendo quello che sarebbe stato il 3-3
- "Kim, Kim, Kim, Kim, Kim". Altro che Sarti-Burgnich-Facchetti… La grafica che mostra la difesa della Corea del Sud (portiere più 4 difensori) in occasione della partita contro il Brasile è tutta da ridere. Cinque Kim, tra i quali anche il Min-jae del Napoli, e nessuna parentela tra loro. Semplicemente, in Corea del Sud, “Kim” è il cognome più diffuso, per cui occorre sempre “specificare” indicando il nome per intero
- Dall'Oriente arriva anche una delle rivelazioni di Qatar 2022: nel gruppo di ferro contro Spagna e Germania sono loro a fare la voce grossa e chiudere davanti a tutti. Non vinceranno il Mondiale come in Holly e Benji, ma regalano gioia, vittorie (2-1 alla Germania e 2-1 alla Spagna, sempre in rimonta) e lezioni di eleganza, come gli spogliatoi lasciati puliti con un omaggio speciale: gli origami a forma di gru per augurare salute, felicità e prosperità
- Non sarà il suo Mondiale, ma una nuova bandierina nella grande linea del tempo del calcio, CR7 la piazza anche in Qatar. Fa gol al Ghana e diventa il primo giocatore della storia a segnare in cinque diverse edizioni dei Mondiali. Lo fa su rigore, lo fa esibendosi nella sua classica esultanza, lo fa - scherzo del destino - mentre le telecamere colgono sullo sfondo una bandiera col volto dell'eterno rivale Leo Messi
- La storia viene scritta in Germania-Costarica: fischietto affidato a Stephanie Frappart, arbitro francese che aveva già fatto il suo esordio in Champions League. Adesso è anche la prima donna ad arbitrare una partita di un Mondiale maschile
- Sembra impossibile ma è così. Il bomber spietato delle triplette, dei poker, di cinque gol nel giro di 9' come quella volta col Bayern, non aveva mai segnato prima al Mondiale con la sua nazionale. Il momento tanto atteso arriva contro l'Arabia Saudita, alla sua presenza numero 136 con la Polonia. E anche il robot creato per far gol si mostra, giustamente e semplicemente, umano; lasciando spazio alle lacrime per la sua prima volta
- Aveva già riscritto la storia col primato di gol in cinque Mondiali diversi, ma un cannibale dei record, un collezionista di primati come è lui non poteva certo fermarsi. Segna ancora, contro l'Uruguay, pizzicando di testa un cross di Bruno Fernandes. CR7 rivendica la rete esultando con una sicurezza tale da convincere tutti, ma non la scienza. Viene smentito dal pallone intelligente del Mondiale (quello che va ricaricato come uno smartphone!) e dal sensore al suo interno: nessun tocco da parte di Cristiano. Non è stato "il ciuffo de Dios"
- Portogallo contro Uruguay, anche in Qatar sventola l'arcobaleno, simbolo di uguaglianza. Il protagonista del gesto, l'italiano Mario "il falco" Ferri, entra in campo lanciando altri due messaggi, scritti sulla sua maglietta: "Save Ukraine" e "Respect for iranian woman"
- Era stata la seconda squadra africana di sempre (dopo il leggendario Camerun di Italia '90) a raggiungere i quarti di un Mondiale. Accadde nel 2002, trascinati da El Hadji Diouf e dal compianto Papa Bouba Diop. Tornano agli ottavi battendo l'Ecuador grazie a Koulibaly: l'omaggio è tutto per lui perché, come recita quello striscione, "un vero leone non muore mai"
- Siamo in Tunisia-Francia, ultima del girone. I francesi sono già qualificati, ai tunisini serve un miracolo. Quasi accade, ma viene vanificato dalla contemporanea vittoria dell'Australia sull'altro campo del gruppo. Ed è giallo nel finale: Griezmann segna e la Francia raggiunge l'1-1 all'ottavo di recupero. Triplice fischio, anzi no. L'arbitro va al Var e riapre tutto, segnala un fuorigioco e annulla il pari. Il paradosso è che qualsiasi decisione non avrebbe comunque influito sulla classifica finale.
- 90' dell'ultima partita del gruppo C: la Polonia (sotto 2-0 con l'Argentina) e il Messico sono pari in tutto: punti, differenza reti, gol fatti e scontro diretto. A decidere la qualificazione agli ottavi sono le ammonizioni: 7 del Messico, 4 della Polonia che allora passa gli ultimi minuti a difendere una sconfitta con due gol di scarto e ad evitare cartellini. Con Lewandowski che rischia il giallo all’ultimo minuto fermando con un fallo Messi, dopo un uno-contro-uno a centrocampo
- Pazzie da Mondiale. Nel girone di ferro, dove la qualificazione sembrava scontata per le due superpotenze, accade quasi l'impensabile. A fine primo tempo le big stanno vincendo e sono virtualmente agli ottavi. Poi la trama da film di fantascienza: il Giappone ribalta la Spagna 2-1 (poi risultato finale), la Costa Rica fa lo stesso coi tedeschi. Per centottanta secondi sono loro ad essere agli ottavi. Lieto fine a metà per le cenerentole: la Germania vince, il Giappone si qualifica, ma insieme alla Spagna
- Serve tutta la tecnologia di cui oggi disponiamo (e anche con quella il responso non è così semplice) per decretare che il pallone giocato da Mitoma sulla linea di fondo e rimesso al centro per il gol di Tanaka alla Spagna non è uscito completamente. A occhio nudo nessun dubbio, pare chiaramente fuori; finché una proiezione dall’alto non dimostra che, per una questione di millimetri, la palla è “buona” e il gol è dunque valido. Tra i meme più belli, quello che rivisita la bandiera del Giappone
- Corsi e ricorsi della storia. Nei quarti del 2010 un salvataggio di mano di Luis Suarez sulla linea di porta al centoventesimo negò una storica semifinale africana, sfumata sulla traversa di Asamoah Gyan e nella serie ai rigori. Dodici anni dopo, in Qatar sono ancora contro per un posto agli ottavi. Sullo 0-0 è ancora un rigore per il Ghana che può cambiare la storia, che resta immutata. Ajew sbaglia, De Arrascaeta ne fa due. Comunque inutili: usciranno entrambe.
- Inutili perché, sull'altro campo, prende corpo l'ennesimo plot twist di Qatar 2022. contro il Portogallo già qualificato, la Corea piazza la zampata da qualificazione facendo 2-1 al 91'. A quel punto gli uruguaiani, che sarebbero passati con il loro 2-0 sul Ghana, hanno bisogno di una nuova rete per gli ottavi. Spingono e ci provano, inutilmente, mentre i coreani (la cui partita è già finita) sono stretti a centrocampo ad aspettare il fischio finale dell'altro match. Suarez piange, Cavani abbatte con un pugno il monitor Var
- Uomo copertina del suo Camerun. Contro la Serbia entra e cambia la partita. All'ultima del girone si ripete: gol partita nel recupero, pentacampioni del Brasile battuti, esultanza senza maglia alla Messi e CR7, espulso perché già ammonito. Il tutto col Camerun comunque già eliminato al netto del risultato finale. Sipario.
- Prima la qualificazione ai gironi. Poi la Spagna: Bono è eccezionale, Hakimi segna il rigore decisivo col cucchiaio e va a baciare la mamma in tribuna. Poi l'1-0 al Portogallo nei quarti: e il Marocco diventa la prima africana di sempre in semifinale di un Mondiale. Chiuderà al quarto posto: storico
- L'avevano detto prima del Mondiale: "Abbiamo pronti dieci balli diversi per esultare". E lo hanno fatto, sempre. Bellissimi e pieni di gioia come i quattro gol alla Corea negli ottavi. Anche Tite fa la danza del piccione con Richarlison. Non è arroganza, né mancanza di rispetto. È una filosofia, quella del calcio inteso come allegria. L'ultimo ai quarti, sull'1-0 con la Croazia. Che poi rimonta e vince ai rigori.
- Tutto in mezz'ora, dalla storia alla delusione. Neymar segna contro la Croazia ed eguaglia la leggenda Pelé in cima alla classifica marcatori all time della nazionale brasiliana. Qui si fa la storia. Poi, però, la Croazia la cambia: pari nel supplementare, rigori, Livakovic eroe. Neymar non riesce nemmeno a calciare il quinto. Le lacrime sono amare, solo il figlioletto di Perisic, entrato in campo per festeggiare col papà, gli strappa un cinque e un sorriso.
- CR7 non c'è più. O almeno non in campo da titolare: la grande esclusione negli ottavi contro la Svizzera è la sua. Durante l'inno una marea di fotografi invade l'area della panchina portoghese, dove siede un ospite inatteso. Gonçalo Ramos, il suo sostituto, ne fa tre. La scena (e la scelta) si ripete anche ai quarti, ma l'esito è diverso. E amaro. Il Portogallo esce col Marocco e Cristiano esce in lacrime.
- Vecchia volpe della panchina, un giocatore di scacchi, come quando cambiò portiere prima dei rigori nel Mondiale del 2014 e vinse grazie alle parate di Krul. L'ulteriore prova di essere l'astuzia fatta allenatore la dà in Olanda-Argentina: dentro Weghorst, che riporta il match sul 2-2 dallo 0-2. Il pari all'undicesimo di recupero è uno schema che sembra uscito dal playbook di un coach dell'NFL.
- La folle e cattivissima (14 ammoniti) Olanda-Argentina si chiude così, con alcuni giocatori della Seleccion che dopo il rigore decisivo di Lautaro deridono quelli orange. Esultanza rivolta a Dumfries (espulso dopo il fischio finale), spiegheranno, che aveva disturbato i rigoristi argentini prima di ogni tiro (anche il compagno nell’Inter, Lautaro)
- Dopo aver segnato il gol del provvisorio 2-0, Messi era andato a festeggiare davanti alla panchina di Van Gaal, con un’esultanza “non sua”. Quello del “Topo Gigio” (come la chiamano in Argentina), con le mani alle orecchie, era infatti il classico modo di festeggiare di Juan Roman Riquelme, fantasista amatissimo dagli argentini ma mai apprezzato dall’attuale Ct dell’Olanda, che lo aveva allenato al Barcellona (per poi scaricarlo). Un modo, quello di Leo, per “vendicare” l’amico
- Una delle scene più tenere del Mondiale. Il Marocco è appena approdato in semifinale battendo il Portogallo, e in campo inizia la festa dei nordafricani. A raggiungere Sofiane Boufal è la mamma: lui le prende dolcemente le mani e balla insieme a lei, poi la abbraccia e la porta con sé, per mano, davanti ai tifosi. Il modo più bello per dire grazie a chi, con i suoi sacrifici, aveva fatto di tutto per aiutarlo a realizzare il suo sogno di bambino
- L’altra faccia della medaglia è quella dello sconfitto. E la faccia è quella, rigata dalle lacrime, di Cristiano Ronaldo, al suo “last dance” senza lieto fine. Partito ancora una volta dalla panchina, subentrato senza riuscire a incidere, il campione portoghese si avvia negli spogliatoi singhiozzando, dopo aver realizzato che la sua carriera si chiuderà senza aver vinto un Mondiale
- Nel primo Francia-Inghilterra a eliminazione diretta, Kane va due volte sul dischetto contro il compagno, nel Tottenham, Lloris. La prima volta lo batte, ed è il provvisorio 1-1; alla seconda spara altissimo, e sfuma il possibile 2-2. Il giorno dopo, il suo messaggio sui social, con cui il capitano inglese dà prova, ancora una volta, di grande maturità: “Tutto si è ridotto a un piccolo dettaglio di cui mi assumo la responsabilità, fa male e ci vorrà del tempo per superarlo, ma fa parte dello sport”
- Un gol, un assist (e che assist), giocate da campione e il premio di Mvp. Nella serata in cui Messi trascina l’Argentina in finale (battendo 3-0 la Croazia), la Pulce batte una serie di record e gioca la sua miglior partita di sempre a un Mondiale. A incantare è soprattutto l’azione personale con cui Messi serve l’assist a Julian Alvarez, con una corsa sulla fascia (a 35 anni) e dribbling in area “scherzando” il 20enne Gvardiol, probabilmente il miglior difensore del Mondiale
- Prima di sollevarla al cielo da capitano, Leo Messi passa accanto alla Coppa sognata per un'intera carriera e la bacia dolcemente. Adesso anche lui è veramente nell'Olimpo del calcio