Da Maradona a Pogba e Messi: che carriera hanno fatto i Palloni d'oro dei Mondiali U20?
Da sempre il Mondiale U20 (in corso proprio in questi giorni) è la competizione giovanile delle future star del pallone: l'albo d'oro del premio al migliore del torneo ne è quasi una conferma, tra assoluti fenomeni e altri che invece sono scomparsi dai radar del grande calcio, alcuni finiti a giocare addirittura nelle serie B di Turchia e Thailandia. Ma che carriere hanno avuto i magnifici ventitré vincitori del premio? Eccoli tutti partendo dal più recente, Cesare Casadei
2023: CESARE CASADEI (Italia)
- L'ultimo, il più recente. E di cui conosciamo molto bene il presente: nel Torino di Baroni. Ex prodotto del settore giovanile dell'Inter: ha giocato anche nel Chelsea, dopo due anni di prestiti inglesi, ed è stato il primo MVP italiano di sempre del Mondiale U20. Ha già raccolto delle convocazioni in nazionale maggiore, ma con gli azzurri dei big non ha ancora esordito.
2019: LEE KANG-IN (Corea del Sud)
- Già al tempo di lui si parlava un gran bene: coreano, dal 2023 gioca nel Psg (pagato 22 milioni) dopo i primi passi col Valencia. Nello squadrone da triplete dello scorso anno ha collezionato ben 49 gettoni con sei gol e sette assist.
2017: DOMINIC SOLANKE (Inghilterra)
- Nell'estate del 2024 era stato uno dei colpi record della sessione: quasi 65 i milioni sborsati per lui dal Tottenham. Ex Chelsea e Liverpool, in cinque anni di Bournemouth si è messo in mostra: con 16 gol l'anno scorso ha contribuito alla vittoria dell'Europa League degli spurs. Nell'edizione 2017 si prese il titolo di MVP battendo Federico Valverde (secondo classificato).
2015: ADAMA TRAORÉ (Mali)
- No, non è l'Adama Traoré muscolosissimo che ha giocato anche col Barcellona, ma l'ex trequartista di Lille, Monaco e Hull City. È uno dei palloni d'oro smarriti nei meandri del calcio: oggi gioca nella serie B turca. Il terzo classificato di quell'edizione? Un certo Sergej Milinkovic-Savic.
2013: PAUL POGBA (Francia)
- Il primo storico titolo U20 dei bleus vide il “Polpo” tra i suoi prodigi assoluti. Prima della recente squalifica per doping, la carriera di Pogba ha parlato praticamente da sola: dai successi con la Juventus al ritorno nel Manchester United (più ombre che luci), ma soprattutto con la stella polare del Mondiale vinto con la nazionale maggiore francese nel 2018.
2011: HENRIQUE (Brasile)
- In quell'anno arrivò il titolo numero cinque per la giovane seleção nel segno di un protagonista (al tempo) indiscusso: attaccante classe 1991, durante quegli anni giocava ancora in Brasile e sembrava destinato a far grandi cose. In realtà, è sempre rimasto nella sua terra senza mai esplodere: oggi gioca ancora in Brasile, sì, ma in serie B.
2009: DOMINIC ADIYIAH (Ghana)
- Era un talentino del vivaio del Milan e, soltanto un anno dopo, stava per scrivere la storia della sua nazionale nel vero Mondiale, quello del 2010. Disavventura nota: a un passo dal gol che avrebbe fatto del Ghana la prima semifinalista africana di sempre, prima del 'pugno' sulla linea di Suarez che salvò il suo Uruguay. Da lì, forse, il bivio di una carriera mai sbocciata: si è ritirato da poco, dopo essere finito a giocare nella B thailandese.
2007: SERGIO AGÜERO (Argentina)
- E qui non si scherza: uno dei pochi su cui non si possono avere dubbi. Pallone d'oro al Mondiale U20 e di diritto tra migliori attaccanti su scala mondiale della sua generazione. Ha vinto di tutto ed è diventato una leggenda del City. Superò di poco come MVP del 2007 el frasquito Maxi Moralez, secondo classificato.
2005: LIONEL MESSI (Argentina)
- A quel primo Pallone d'Oro del Mondiale U20 ne ha aggiunti otto, ma di Palloni d'Oro veri. Oltre ovviamente al Mondiale (di nuovo, quello vero) del 2023 con la sua Argentina. Curiosità bonus: chiuse quell'edizione da MVP davanti a John Obi Mikel e alla futura meteora del Milan Taye Taiwo.
2003: ISMAIL MATAR (Emirati Arabi Uniti)
- Ismail Matar chi? Ecco, appunto. D'altronde già al tempo destò un po' perplessità il premio a quel centrocampista emiratino che, peraltro, uscì di scena ai quarti dell'edizione casalinga. Ha sempre giocato in patria e si è ritirato nel 2024 dopo una vita nell’Al-Wahda. Quell'anno aveva battuto anche un certo Dani Alves, finito terzo nella graduatoria degli MVP…
2001: JAVIER SAVIOLA (Argentina)
- Primo Pallone d'Oro del nuovo millennio: plebiscito assoluto per el conejo, bomber con 11 gol e miglior giocatore per distacco della rassegna. Si è ritirato nel 2016 dopo aver indossato divise prestigiose (Barcellona e Real Madrid) e facendo tappa anche in Italia al Verona. Secondo e terzo posto di tutto rispetto per Andres D'Alessandro - talento incompiuto con il copyright sul dribbling (la boba) - e Djibril Cissé.
1999: SEYDOU KEITA (Mali)
- All’epoca in forza al Marsiglia, l’ex centrocampista ha poi convinto in Europa vestendo le maglie di Siviglia, Barcellona, Valencia e pure della Roma tra il 2014 e il 2016. Si è ritirato nel 2017.
1997: NICOLÁS OLIVERA (Uruguay)
- Quel Mondiale lo vinse l'Argentina in finale contro l'Uruguay dell'MVP: da lì il salto in Europa tra Valencia e Siviglia, ma senza lasciare il segno. Poi tanti anni in Messico e il ritorno in Uruguay prima del ritiro nel 2017. Vinse il titolo Pallone d'Oro davanti all'ex Juve Zalayeta e a Pablo Aimar.
1995: CAIO (Brasile)
- I più attenti ricorderanno una foto ai tempi dell'Inter insieme a un altro nuovo acquisto nerazzurro: uno era proprio Caio, l'altro un certo Roberto Carlos. Dopo una stagione anonima in nerazzurro finisce al Napoli in prestito: fine della sua storia italiana. Ha chiuso la sua carriera in Brasile nel 2006.
1993: ADRIANO (Brasile)
- Quel Pallone d’Oro fu consegnato all’ex centrocampista di Guaranì e San Paolo. Scomparso dai radar e mai avvistato nella nazionale maggiore: si è ritirato nel 2009 dopo aver giocato anche in Giappone.
1991: EMÍLIO PEIXE (Portogallo)
- Al tempo giovane centrocampista dello Sporting, eletto miglior giocatore di una squadra che annoverava pure Rui Costa, Capucho e Joao Pinto. Peccato che nella nazionale maggiore portoghese il promettente Emilio abbia raccolto solo dodici presenze.
1989: BISMARCK (Brasile)
- Nome altisonante e carriera altalenante per l'ex attaccante del Vasco da Gama. Nel 1989 è il miglior giovane, nel 1993 lascia il Brasile e vola in Giappone dove giocherà praticamente per tutta la carriera.
1987: ROBERTO PROSINECKI (Jugoslavia)
- Si parlava ancora di Jugoslavia nell’edizione svolta in Cile e vinta da un gruppo eccezionale: premio di miglior giocatore al centrocampista della Stella Rossa, preferito al compagno della Dinamo Zagabria, un certo Zvonimir Boban. Da lì il via a una carriera importantissima, con tanto di Coppa dei Campioni vinta con la Stella Rossa e tappe in Real e Barcellona.
1985: PAULO SILAS (Brasile)
- MVP al baby centrocampista del San Paolo: un gol e spettacolo da vendere. Collezionerà 34 presenze con la nazionale maggiore e troverà spazio anche in Italia con le maglie di Cesena e Sampdoria tra il 1990 e il 1992, ma senza brillare.
1983: GEOVANI (Brasile)
- In Messico fu trionfo della seleção U20 con sei gol di Geovani, decisivo nella finale contro l’Argentina e premiato quindi come miglior giocatore e capocannoniere. Si trasferirà al Vasco da Gama e giocherà pure in Italia al Bologna (2 gol in 27 presenze nella stagione 1989/90) fino al ritiro nel 2002.
1981: ROMULUS GABOR (Romania)
- Decisamente poco nota la carriera dell’ex attaccante rumeno, enfant prodige nell’edizione in Australia dove impressionò per le proprie qualità. La sua parabola si è esaurita in Romania nel 1997 dopo un modesto contributo con la nazionale maggiore (35 gare e due gol all’attivo… da attaccante).
1979: DIEGO ARMANDO MARADONA (Argentina)
- Ecco, se il Mondiale U20 è quasi sempre sinonimo di futuri fenomeni del calcio il motivo è proprio qui. Nel 1979 il grande Diego fu protagonista assoluto della rassegna: sei gol all’attivo e successo dell’albiceleste. Il capocannoniere fu il compagno Ramón Díaz, futuro protagonista dello scudetto dei record dell'Inter.
1977: VOLODYMYR BEZSONOV (URSS)
- La prima edizione disputata in Tunisia registrò il trionfo dell’allora Unione Sovietica nel segno dell’ex difensore: tre gol segnati (tra i quali una doppietta in finale contro il Messico) e nominato miglior giocatore del torneo. Bandiera della Dinamo Kiev per tantissimi anni, Bezsonov si è ritirato nel 1991 dopo aver vinto tutto agli ordini del 'colonnello' Lobanovski.
