Nazionale, Bernardeschi: "Toccato il fondo, ci vuole cambio di mentalità. Ai giovani serve tempo, Mancini uomo giusto"

Nations League

L’attaccante ha parlato del difficile momento attraversato dalla Nazionale italiana nel corso di un’intervista rilasciata alla rivista 'Undici'. "Ci vuole un cambio di mentalità: se si vuole tutto subito, alla fine si stronca tutto. Dobbiamo tornare in alto tutti insieme, Mancini è l’uomo giusto"

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Continua il periodo complicato della Nazionale italiana. Dopo la clamorosa mancata qualificazione ai Mondiali di Russia 2018, anche dalle prime gare di Uefa Nations League non sono arrivate risposte positive. Per l’Italia del nuovo corso targato Roberto Mancini, infatti, è arrivato soltanto un pareggio con la Polonia, mentre con il Portogallo il ko è stato piuttosto netto. Necessità assoluta di invertire la rotta dunque, come sottolineato anche da Federico Bernardeschi. Intervenuto nel corso di un’intervista alla rivista 'Undici', l’attaccante della Juventus ha analizzato il momento difficile attraversato dalla Nazionale.

Cambio di mentalità

Prima di qualsiasi altra cosa Bernardeschi ha evocato un cambio di mentalità. "Attraversiamo un periodo particolare, ma una cosa è certa: prima di voler vincere – ha esordito l’attaccante -, bisogna prepararsi a vincere. Questo è fondamentale. Se si vuole tutto subito, alla fine si stronca tutto. Non ci si può aspettare una Nazionale che vinca 4-0 le prime cinque amichevoli, se è così c’è qualcosa che non va. Si è toccato il fondo, in queste circostanze ciò che bisogna fare è prendersi per mano e tornare in alto tutti insieme. Serve un cambio di mentalità: tutti quanti, stampa, giocatori e addetti ai lavori, dobbiamo andare nella stessa direzione. Questo cambio di mentalità deve avere un unico obiettivo, far ripartire il calcio italiano e riportare l’Italia in alto, dove merita di stare".

Mancini, l’uomo giusto

Bernardeschi ha poi parlato del CT Roberto Mancini, definito l’uomo giusto per questa Nazionale. "Mancini è uno che sa perfettamente cos’è il calcio. Ha giocato, è stato un grandissimo campione ed un grandissimo allenatore. E lo sarà ancora: serve pazienza e bisogna dargli fiducia, lui è l’uomo giusto per far ripartire il calcio italiano", ha chiarito l’ex Fiorentina.

La difesa dei giovani

In chiusura Bernardeschi si è schierato con i tanti giovani che fanno parte del nuovo corso di questa Nazionale, spesso accusati di non essere all’altezza della maglia azzurra. "Il nostro è un gruppo che vale – ha concluso -, sono presenti giovani di prospettiva, oltre che giocatori di personalità. Il gruppo è sano, è forte ed è da questo che si deve ripartire. Il cambio di mentalità è anche legato ad un discorso di crescita dei giovani: è normale che un giovane ha bisogno di tempo e non può essere un veterano, chi ha giocato tre partite in Nazionale non può essere come chi invece ha collezionato ottanta presenze. Ma c’è una cosa da non sbagliare, non bisogna criticare un gruppo di giovani e dire che questi non sono pronti. E’ necessario dare loro il tempo di crescere. In passato si sono trovati in situazioni simili anche giocatori come Del Piero, Totti e Maldini: un calciatore cresce e matura con il tempo, nel calcio l’esperienza fa tanto".