Coronavirus, Lippi: "L'Italia sia forte come la Nazionale nel 2006"

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Parla l'ex Ct della Nazionale: "Nel 2006 abbiamo vinto perché siamo stati forti, abbiamo trasformato tutto in energia positiva. Il calcio riparta solo quando ci saranno zero contagi, ma non con play-off o altre formule strane. Spero che qualcuno stia pensando anche ai dilettanti che rischiano di scomparire. Il calcio d'élite ne uscirà ridimensionato, ma i calciatori accetteranno"

CORONAVIRUS, GLI AGGIORNAMENTI

Il calcio, così come gran parte del paese, si è fermato per combattere il coronavirus. L'Italia contro un'emergenza scoppiata in tutto il mondo, una partita da vincere con grinta, cuore e carattere. Caratteristiche mostrate dalla nostra Nazionale nel 2006 e rievocate in questo difficile momento da Marcello Lippi: "Sapete perché abbiamo vinto il Mondiale del 2006 e dell'82 contro tutto e tutti? Perché eravamo forti. Altrimenti ci saremmo sciolti come neve al sole. Abbiamo trasformato tutto quel casino in energia positiva. Ci siamo detti: 'Ah sì? Ora ti faccio vedere...'", le parole del Ct campione del mondo a La Gazzetta dello Sport. Proprio il Mondiale del 2006 è considerata la vittoria all'italiana per eccellenza: "Ed è un complimento - prosegue Lippi - All’italiana non significa tutti in difesa, ma esaltare le qualità difensive della nostra tradizione. Tutto si può dire della mia Nazionale, non che fosse difensivista. Quasi sempre con tre attaccanti e, in semifinale con la Germania, nei supplementari con quattro punte. Attaccando a velocità impressionante".

"Si riparta quando saremo a 0 contagi. No ai play-off"

Il mondo del calcio, nel frattempo, sta studiando come ripartire. Lippi non vuol parlare di campo, ma dà un suggerimento: "Ricomincerei soltanto quando saremo a zero contagi. Non importa se a porte aperte o chiuse: non è questo il problema. Il problema è che è impossibile non succeda qualcosa se una squadra, una cinquantina di persone in tutto, viaggia e incontra camerieri, cuochi, autisti. Solo quando questa guerra sarà vinta dovremo ripartire. E dalla 26° giornata. Niente play-off o altre formule, per carità. Dodici giornate. Non è giusto che chi ha fatto sei mesi eccezionali debba giocarsi tutto in due partite e lo stesso per chi sta lottando per la retrocessione. Campionati e coppe: non si comincia la nuova stagione prima di aver finito questa. La prossima partirà più tardi, avrà qualche turno infrasettimanale. Non importa". Anche l'Europeo è stato rinviato: "Mi spiace, ma l’Italia è così forte che farà benissimo anche nel 2021. E aggiungo, recupererà giocatori importanti come Zaniolo. Magari per Mancini potrebbe essere quello che Totti è stato per noi".

"Calcio ridimensionato, ma si pensi anche ai dilettanti"

E sulla questione economica, l'ex Ct aggiunge: "Spero che chi decide stia pensando al calcio dilettantistico, che rischia di scomparire. Spero lo protegga. Quello d'élite ne uscirà sicuramente ridimensionato, ma tutto sommato non sarebbe neanche un male. Ridimensionati anche i giocatori? Sì, e accetteranno. Si è portati a credere che siano tutti viziati e ricchi, che pensino solo a soldi, macchine, belle donne. Demagogia. Ci sono quelli così come in tutte le categorie. Ma pochi hanno la stessa sensibilità sociale dei calciatori. Odio chi fa beneficenza e lo comunica subito sui giornali. I calciatori la fanno in silenzio".