Nazionale, Mancini: "In attacco problemi seri. Seguo Andrea Compagno"

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Il Ct azzurro, in un'intervista a "Il Messaggero", esprime la sua preoccupazione per l'attacco della Nazionale, tra l'infortunio di Immobile e la speranza di recuperare Raspadori. Con la possibile sorpresa Andrea Compagno: "Lo seguo". Mancini prepara la sfida all'Inghilterra, con il ricordo sempre presente del suo compagno e amico Gianluca Vialli

L'Italia si prepara ad affrontare l'Inghilterra al San Paolo di Napoli. Roberto Mancini si aspetta uno stadio pieno di "amore" per la Nazionale, e mette in guardia sugli avversari, una delle squadre più forti in circolazione. Nella lunga intervista concessa a "Il Messaggero", il Ct azzurro esprime la sua preoccupazione soprattutto per un reparto, l'attacco: "Qualche problema?! I problemi sono seri. Immobile è ko, Raspadori in forse. Ci sono grossi interrogativi. I nostri attaccanti centrali, quasi tutti, hanno giocato pochissimo negli ultimi mesi. Non ne abbiamo uno che sia un titolare, fatta eccezione per Gnonto, impiegato un po' di più nel Leeds e può agire da punta centrale. Ma per il resto, siamo messi male: pure Scamacca è reduce da un infortunio, Belotti gioca poco. In difesa e a centrocampo le soluzioni ci sono. E lì in attacco che abbiamo problemi ma non perché non ci siano talenti. Ma devono giocare. E non giocano". E proprio sul reparto avanzato Mancini risponde anche alla domanda su Andrea Compagno, attaccante che gioca in Romania: "Lo seguo da due anni, peraltro gioca sempre e fa pure gol". Una possibile soluzione in più per la Nazionale. In attesa della maturazione di giovani come Kean: "Gioca in un ruolo dove siamo carenti. È giovane, la speranza è che migliori".

"Ho consigliato a Zaniolo di andare al Galatasaray"

Mancini parla anche del trasferimento di Nicolò Zaniolo in Turchia: "Gli ho detto anche io, quando ha chiesto il mio parere, di andare al Galatasaray, spero che giochi perché per noi è importante. Andare in Turchia era l'unica possibilità". Il Ct lascia aperta la porta della Nazionale anche a Insigne e Bernardeschi, ora in Canada, conferma la gerarchia dei portieri azzurri, con Donnarumma titolare, e dà fiducia a Bonucci in difesa: "C'è ancora tempo per trovare un suo successore"

"Napoli speciale, Maradona un dono del dio del calcio"

Mancini ricorda poi la sua prima volta al San Paolo e il suo primo gol due anni dopo: "L'emozione dello stadio gigantesco, avevo 16 anni e mezzo ed ero titolare nel Bologna. Ricordo pure il primo gol al San Paolo: era il 1984, il Napoli si salvò a fatica ma poco dopo arrivò Diego Maradona. Una volta Mantovani, forse scherzando, mi disse che Ferlaino lo aveva chiamato per portarmi a Napoli. E lui rispose: "Certo, a patto che facciamo uno scambio con Diego". Maradona? Un dono del dio del calcio".

"Senza Gianluca sento un vuoto grande ogni giorno"

Mancini poi ricorda una partita della Nazionale a Napoli, nel 1987, vinta contro la Svezia 2-1: "Match decisivo per andare in Germania Ovest, Euro 88. Ero in panchina, e la gara la decise il mio amico Vialli con una doppietta". E a Napoli sarà la prima partita da Ct senza il suo amico e compagno: "Saranno giorni difficili, il vuoto grande che sento ogni giorno lo sentiremo più forte. Tutto quello che ci ha lasciato deve esserci utile per il nostro presente e il nostro futuro".