Anche gli Hornets si oppongono all'idea di terminare il campionato inglese su campi neutri. "Esistono interessi diversi in Premier e bisogna occuparsi delle esigenze di tutti - dice l'Ad -. Oggi nessuno stadio è completamente sicuro"
Giocare le restanti 92 partite in 8-10 stadi neutri, considerati i più appropriati per la sicurezza, per terminare la Premier League. È una delle idee contenute nel "Project Restart", messo in piedi per consegnare un epilogo alla stagione 2019-20. Una proposta, però, che ha già trovato l'opposizione di Brighton e Aston Villa. Alla lista dei 'no' si aggiunge adesso anche il Watford che, attraverso le parole di Scott Duxbury, ha sottolineato come la Premier abbia un "dovere di diligenza" nei confronti di tutti i suoi club. "Al tempo del coronavirus non esiste un ambiente completamente sicuro per giocare - ha spiegato l'amministratore delegato al Times -. La polizia parla di tifosi che potrebbero infrangere le restrizioni al riavvio del campionato e sarebbe un problema per le autorità, ma credo che avremmo un maggiore controllo sui fan se giocassimo nei nostri impianti".
"Non c'è altruismo - ha aggiunto l'Ad degli Hornets -. Ci sono 20 diversi interessi in ballo: a volte si allineano, ma nella maggior parte dei casi finisco per proteggere le singole società. Alcuni club sono felici di aderire al Project Restart perché probabilmente hanno un vantaggio a partecipare a questo torneo modificato nel format, ma quando almeno sei squadre, e io sospetto siano anche di più, sono preoccupate per il rovescio della medaglia e gli effetti devastanti del giocare questo mini-campionato, allora credo che la Premier League abbia il dovere di occuparsene". Il Watford è terzultimo in classifica, in compagnia di Bournemouth e West Ham, e ha conquistato 17 dei 27 punti totali a Vicarage Road. La prossima riunione dei vertici della Premier è in programma lunedì, all'indomani delle nuove disposizioni che adotterà il Governo inglese per arginare l'emergenza Covid-19.