Superlega, Di Canio a Sky Calcio Club: "Quelle trasferte a petto nudo a Stoke..."

SKY CALCIO CLUB

Dagli studi di Sky Calcio Club, Paolo Di Canio prova a spiegare cosa ha rischiato di togliere la Superlega al mondo del calcio: "Lo striscione dei fan del Chelsea che chiedono di vivere le notti fredde a Stoke rappresentano il sentimento comune. Assistere alle gare a petto nudo, con -5 gradi, è qualcosa di indimenticabile. Ricordo ancora i lunghi viaggi in treno quando ero un ragazzino, con le attese al sole per seguire la mia squadra"

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Cosa sarebbe successo se il progetto Superlega fosse andato in porto? E quale sarebbe stato l'impatto che il torneo tra le big europee avrebbe avuto sui tifosi? Lo ha spiegato in maniera chiara e decisa Paolo Di Canio, che dagli studi di Sky Calcio Club ha commentato le proteste - poi andate a buon fine - dei sostenitori, soprattutto quelli inglesi, quando l'idea della manifestazione tra i top club d'Europa era stata annunciata. 

"Ecco cosa avrebbe tolto la Superlega"

Tra le tante immagini circolate sulle proteste dei tifosi, una in particolare ha colpito l'opinione pubblica. Quella di uno striscione mostrato dai tifosi del Chelsea, che fuori da Stamford Bridge rivendicavano in questo modo il diritto di seguire la squadra in ogni dove: "Vogliamo le nostre notti fredde a Stoke". Da qui è partita l'analisi di Di Canio: "Questo rappresenta il sentimento comune -, le parole dell'ex attaccante al Club -, Stoke-on-Trent è una cittadina nello Staffordshire, tra Birmingham e Manchester. Una ridente, anzi 'piangente' cittadina, dove c'è sempre vento di traverso. Non piove, ma c'è nevischio tutto l'anno. Però andare in questi posti è una cosa bellissima per chi ama le trasferte. Si va in treno o in pullman, si bevono sette pinte di birra e si assiste alle partite a petto nudo con meno 5 gradi e il vento di traverso. Con la Superlega si stava togliendo questo. Perché la bellezza dei tifosi è proprio questa: non è tanto andare a vedere le partite contro il Manchester, ma, per confermare il proprio amore e dimostrare il proprio entusiasmo, portare il proprio figlio o l'amico in trasferta a Stoke-on-Trent nel Monday night. Se vai lì per il Monday night, torni a Londra alle 3:30 di notte e alle 5 sei già in piedi per andare a lavorare. Stavano togliendo questa cosa, che può sembrare sciocca ma non lo è affatto. È qualcosa che non si può togliere. Poi è chiaro che ognuno vive le cose a modo suo, ma in questo senso i tifosi sono accomunati sia in Inghilterra che in Italia, in Spagna e in Germania".

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"Le mie trasferte indimenticabili"

Di Canio è poi tornato indietro con la memoria e ha ricordato la sua esperienza, quando da giovane tifoso andava a seguire la sua squadra in giro per l'Italia: "Le trasferte che si ricordano non sono quelle a Torino per la partita contro la Juve, quelle sono scontate e ci vanno diecimila tifosi. Le trasferte che si ricordano sono quelle, ad esempio, in mille persone da Torino a Crotone, impiegando 12 ore in pullman. Anche io da ragazzino andavo a seguire la Lazio in trasferta. Ricordo Padova-Lazio, oppure la gara a Bergamo con l’Atalanta: c’era il treno di mezzanotte, si arrivava alle 7:30 alla stazione centrale di Milano, poi bisognava aspettare due ore per prendere il regionale per Bergamo. Allora si giocava alle 16 e tu eri lì alle 10:30-11 del mattino. Stavi cinque ore così, al caldo, con la testa bruciata e tornavi di notte 'rimbambito'. Magari perdevi pure 4-0, però sono queste le cose belle. Con la Superlega si stava togliendo questo e i tifosi si sono mossi in tutto il mondo. E, per quello che i proprietari hanno provato a fare, hanno avuto il coraggio di chiedere loro di andare via".

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