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Pif, cos'è il fondo dell'Arabia Saudita proprietario del Newcastle. E che patrimonio ha?

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Manca solo l'ufficialità per il trasferimento di Tonali al Newcastle, squadra che nell'ottobre 2021 è diventata proprietà del Fondo per gli investimenti pubblici (PIF) dell'Arabia Saudita. Dall'operazione contestata in passato dalla Premier alla natura del consorzio legato alla famiglia reale di Riyad, proviamo a fare chiarezza sul potenziale economico del club inglese: è davvero il più ricco del mondo?

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Aspettando Tonali, il Newcastle continua a fare sul serio. L'ultimo colpo di mercato è l'ennesima prova di forza della proprietà, che dal 7 ottobre 2021 ha acquisito una quota di controllo dell'80% del club inglese. Parliamo del Fondo per gli investimenti pubblici (PIF) di Riyad, operazione dal valore di 300 milioni di sterline (circa 353 milioni di euro). Un affare accolto con gioia dai tifosi dei Magpies meno di due anni fa, ma che continua a far discutere a livello internazionale. Facciamo ordine e proviamo a rispondere a tutte le domande dal discusso passaggio di proprietà al profilo del nuovo protagonista sul mercato mondiale.

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Che cos'è e di cosa si occupa il fondo PIF?

Si tratta del Fondo per gli investimenti pubblici dell'Arabia Saudita, un fondo sovrano che dall’inizio degli anni ’70 ha prelevato la maggior parte dei risparmi del Paese dalla vendita di petrolio. Il suo valore è stimato intorno ai 600 miliardi di dollari (circa 550 miliardi di euro), che ha evidenziato quanto l’operazione Newcastle sia stata irrisoria a bilancio. Da sottolineare come la maggior parte dei Paesi emergenti con grandi esportazioni di combustibili fossili abbia un fondo sovrano. Il governatore del Fondo, Yasir Al-Rumayyan, è diventato presidente non esecutivo del club. Nell’affare hanno partecipato anche PCP Capital Partners, società di investimenti finanziari fondata dalla britannica Amanda Staveley entrata nel consiglio di amministrazione del Newcastle. Ne fa parte anche Jamie Reuben di RB Sports & Media, un’altra società britannica di private equity e proprietà di investitori miliardari.

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La casa reale saudita ha acquistato il Newcastle

Perché la trattativa era stata così complicata?

L’offerta era stata precedentemente respinta poiché la Premier League riteneva che il Paese saudita fosse uno dei principali sostenitori della pirateria online delle trasmissioni televisive della lega. E, inoltre, credeva che lo Stato avesse il controllo del PIF. Convinzioni abbandonate dalla Premier, che ha spiegato di aver "ricevuto assicurazioni legalmente vincolanti che il Regno dell'Arabia Saudita non controllerà il Newcastle United Football Club". Proprio nella settimana dell'acquisizione a ottobre 2021, dopo quattro anni e mezzo, il governo saudita aveva accettato di revocare il divieto in Arabia Saudita all’emittente qatariota beIN Sports, ovvero uno dei principali detentori dei diritti televisivi nel Golfo e nell’Africa del Nord. E nel frattempo aveva smesso di funzionare una rete pirata online, BeoutQ, che si pensava gestita dai sauditi.

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Il ruolo del principe ereditario: chi è bin Salman?

Classe 1985, Mohammad bin Salman Al Sa'ud è un membro della famiglia reale Al Sa'Ud, figlio dell’attuale re saudita Salman e principe ereditario nonché vice-primo ministro della difesa dell’Arabia Saudita. Se la Premier non ha registrato alcuna connessione tra il PIF e la famiglia reale, si ritiene che il fondo sovrano resti legato alla figura di Bin Salman. Ricorderete in passato il suo interesse per rilevare il Manchester United, corteggiamento che non andò a buon fine a differenza dell’operazione Newcastle. Insomma, come gli Emirati Arabi (Manchester City) e il Qatar (Psg), anche l'Arabia Saudita si è inserita nel palcoscenico europeo tra i club più potenti. Non sono mancate le perplessità legate al principe ereditario e al Paese, alimentate dall’opinione internazionale sulle violazioni dei diritti umani (Amnesty e altre ONG da tempo sono schierate contro lo Stato) e sull’assassinio del giornalista Jamal Khashoggi per il quale proprio Bin Salman è ritenuto il mandante dagli Usa.

Quali sono i piani del fondo saudita?

Il PIF sta investendo in città industriali di nuova creazione che stanno sorgendo in tutta l’Arabia Saudita, strategia inserita all’interno di "Saudi Vision 2030" ovvero un gigantesco progetto per diversificare l’economia del Paese nei prossimi dieci anni e sviluppare infrastrutture, sanità, turismo e istruzione. Si tratta di un piano di Bin Salman per "alleggerire" la dipendenza economica del Paese dal petrolio. Di particolare rilevanza il progetto Qiddiyah City, che punta a diventare la più grande destinazione turistica mondiale con un investimento da 1 miliardo di dollari. Ma come si posiziona il fondo nello sport? Ha avanzato candidature per la Coppa d'Asia di calcio e i Mondiali del 2030 e ospiterà i Giochi asiatici invernali del 2029. Non è tutto: a Gedda si corre il GP di Formula 1 dell'Arabia Saudita e sono stati organizzati eventi di golf e boxe. Ricordiamo inoltre come anche l’Italia sia legata allo sport in Arabia Saudita: tre delle ultime cinque edizioni della Supercoppa (come accaduto per quella spagnola) si sono giocate nel Paese che, inoltre, ne ospiterà quattro delle prossime sei (2024, 2025, 2028 e 2029). E nel proprio Paese il fondo sovrano controlla la Saudi Pro League, campionato che sta accogliendo campioni dall'Europa (Benzema dopo Cristiano Ronaldo) e ne chiamerà di nuovi (Koulibaly e Mendy?).

Il Newcastle è diventato il club più ricco del mondo?

Era difficile quantificarlo nell'immediato, ma sicuramente il Newcastle ha il potenziale economico per diventarlo. Al netto di una fanbase importante e di un brand riconoscibile, la squadra inglese è stata acquistata da alcuni tra i più ricchi proprietari del calcio mondiale. Il processo è stato tuttavia regolamentato dai vincoli del Fair Play Finanziario, fondato su regole di "profitto e sostenibilità" per impedire ai club di accumulare perdite insostenibili. Una cosa è certa: grazie all’attenzione del vecchio proprietario Mike Ashley, contestato dalla tifoseria ma riluttante nell’affrontare operazioni onerose, il bilancio del club nei tre anni precedenti al passaggio di proprietà ha permesso di investire subito oltre 175 milioni di euro in giocatori. Tradotto: i campioni si sono affacciati a St James' Park e continueranno a farlo, accelerando la trasformazione del Newcastle. Dopo la salvezza nella prima stagione, i Magpies hanno chiuso al 4° posto tornando in Champions League a distanza di vent'anni. Merito dell'avvento in panchina di Eddie Howe e dei tanti rinforzi arrivati dal mercato, tutti colpi targati PIF.