LA FOTOGALLERY. Nel 2010 l’addio dello Special One: da quel giorno i nerazzurri hanno cercato in tutti i modi, e inutilmente, una nuova guida capace di ripeterne i successi. Dai mai amati Benitez e Mazzarri a De Boer, passando per Leonardo, l’unico che aveva conquistato i tifosi
Ha “abbandonato” i tifosi dell’Inter una notte d’estate, subito dopo il trionfo più bello. Da quel giorno, per i nerazzurri, niente è stato più come prima e il fantasma di Mourinho ancora viene evocato ogni volta che un allenatore finisce per deludere. Otto allenatori in 6 anni, da Josè in poi. Esperti o giovani, italiani o stranieri, tattici o motivatori: l’Inter le ha provate tutte, ritrovandosi ogni volta a dover ricominciare. Con quel pensiero stupendo ancora nella testa -
Josè MOURINHO (giugno 2008-maggio 2010). Due stagioni con in mano una squadra super, che lui seppe valorizzare al meglio e portare oltre i propri limiti con un mix perfetto di intelligenza tattica, psicologia e capacità motivazionale. Il Triplete 2010 sarà per sempre la sua firma, lui è scaltro a lasciare dopo quell’irripetibile stagione. Bilancio totale di 108 gare con i nerazzurri: 67 vinte, 26 pareggiate, 15 perse. Considerando solo il campionato ha il 64% di vittorie: eppure c’è chi ha fatto meglio… -
Rafa BENITEZ (giugno 2010-dicembre 2010). Ha un’unica colpa: venire dopo Mourinho. Poi ci mette sicuramente del suo cercando di farlo dimenticare a tifosi e giocatori della vecchia guardia: dura convincerli che dopo il Triplete bisogna voltare pagina, così iniziano i conflitti con alcuni esponenti di spicco dello spogliatoio. Ad agosto vince la Supercoppa italiana e perde quella Europea; in campionato l’andamento è altalenante, ma tutti aspettano il Mondiale per Club, che conquista. Cinque giorni dopo, il 23 dicembre, è rottura. Bilancio: 25 panchine, 12 vittorie, 6 pareggi e 7 sconfitte -
LEONARDO (dicembre 2010-giugno 2011). Arriva a Milano, sponda nerazzura, alla vigilia di Natale. È il colpo a sorpresa di Moratti, che l’ha sempre stimato e ammirato; un colpo (ma al cuore) anche per i tifosi del Milan. La sua Inter gioca indubbiamente bene, un bel calcio d’attacco che però si sgretola nel derby perso 3-0, che significa l’addio al sogno scudetto dopo una grande rimonta. Vince la Coppa Italia, poi dà l’addio lasciando l’Inter in difficoltà e senza un allenatore. Tutto da rifare. Bilancio ottimo in campionato (23 panchine: 17 vittorie, 4 pareggi, 2 sconfitte), meno in Champions con una vittoria e 3 sconfitte. In tutto, comunque, il 69% di vittorie: meglio di Mou -
Gian Piero GASPERINI (luglio 20111-settembre 2011). Scelto per il bel gioco mostrato nelle stagioni al Genoa e per la capacità di dare un’identità precisa alla squadra. Certo, in cambio chiede fiducia cieca e tempo, materie prime che all’Inter scarseggiano. La sua difesa a 3 trova l’opposizione dell’ambiente, giocatori in primis, e così dopo 4 sconfitte (tra cui quella all’esordio che costa all’Inter la Supercoppa Italiana contro il Milan) e un pareggio viene esonerato. Fatale il ko sul campo del Novara neopromosso -
Claudio RANIERI (settembre 2011-marzo 2012). Arriva e mette ordine, riportando i giocatori nei propri ruoli e proponendo un calcio semplice ma redditizio, a tratti anche di ottimo livello grazie agli interpreti che di certo non mancano. Nel finale di stagione inizia a cedere e la flessione gli costa la panchina. In 35 partite colleziona 17 vittorie, 5 pari e 13 sconfitte -
Andrea STRAMACCIONI (marzo 2012-maggio 2013). In un periodo in cui l’allenatore giovane va particolarmente di moda, l’idea di Moratti è quella di promuovere il tecnico della Primavera nerazzurra che ha appena conquistato la NextGen Series, dimostrando qualità, soprattutto caratteriali, alla Mourinho. “Strama” subentra a Ranieri senza paura, dice quello che pensa, si rapporta con sicurezza con giocatori e media. Si guadagna la conferma ma la mancanza di esperienza si fa sentire alla lunga, nella stagione in cui conduce l’Inter dall’inizio alla fine e che si chiude con il record negativo di 16 sconfitte in campionato. Inter nona e Strama esonerato. Bilancio totale: 65 partite, 31 vinte, 11 pareggiate, 23 perse -
Walter MAZZARRI (giugno 2013-novembre 2014). Si ricomincia daccapo, ancora una volta. Nuovo staff, nuovi metodi, nuove convinzioni tattiche. Mazzarri porta all’Inter il 3-5-2 che aveva dato buoni risultati al Napoli e alla prima stagione chiude quinto in classifica. Confermato, ci si attende il salto di qualità, che non arriva. I tifosi non arrivano mai ad amarlo, gli è fatale la “pioggia” nella gara contro il Verona. Bilancio: 58 panchine, 25 vittorie, 21 pareggi, 12 sconfitte -
Roberto MANCINI (novembre 2014-agosto 2016). Ancora un colpo a sorpresa, con il ritorno dell’amatissimo Mancio voluto da Thohir. Il Mancini-bis inizia bene: ottima accoglienza dei tifosi, un’Inter che dimostra carattere e che sul mercato torna protagonista, anche grazie all’influenza che il tecnico sa esercitare sulla dirigenza, convincendola a spendere per ottenere risultati. Il rapporto si logora lentamente, soprattutto con i vertici del club, quando Mancini non si sente più al centro del progetto. E così, in estate, a pochi giorni dal via del campionato, l’addio -
Franck DE BOER (agosto 2016-?). La nuova Inter che sta nascendo con l’ingresso della proprietà cinese nel club sceglie di ripartire da un tecnico che sia anche un istruttore, bravo con i giovani e dal profilo internazionale. L’olandese, che fu un grandissimo giocatore e che all’Ajax ha fatto sbocciare decine di talenti, è il candidato perfetto. Si presenta parlando in italiano ma perdendo con il Chievo. Batte la Juve ma crolla contro Hapoel Beer Sheva e Sparta Praga In Europa League, Roma, Cagliari, Atalanta e Samp in campionato. Il gioco ancora latita, la squadra non è un collettivo e dopo 14 partite sulla panchina dell’Inter ne ha perse la metà (7), vinte 5 e pareggiate 2. In campionato 4 vittorie in 11 giornate (2 pari e 5 sconfitte) -
Ed ecco le percentuali di vittorie collezionate dagli allenatori dell'Inter da Mourinho in poi (escluso De Boer, al momento in coda a tutti con il 36%) -