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C'erano una volta i magnifici Anni Ottanta con Falcao e Zico. Poi Careca, Cerezo, Dunga, Aldair, fino a Ronaldo. Negli ultimi decenni largo ai fantasisti, che hanno vestito spesso il rossonero. Oggi i brasiliani di altissimo livello sono pochi e anche meno sorridenti
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Brasiliani d'Italia: quanti campioni abbiamo visto passare negli ultimi decenni. Un viaggio tra i nomi più significativi, partendo dagli Anni Ottanta, per vedere come è cambiata la "tipologia" del calciatore brasiliano approdato in Serie A -
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JUNIOR (Torino 1984-1987 e Pescara 1987-1989). Con quei baffoni, "papà Junior" dimostrava più dei suoi 30 anni. Sul campo, però, pareva un ragazzino: nato giocatore di fascia, in Italia lo vediamo soprattutto organizzare il gioco a centrocampo, con eccellenti risultati. Fa innamorare il Toro, poi il rapporto con Radice si deteriora e passa al Pescara, distinguendosi sempre come uno dei migliori stranieri del campionato -
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JUARY (in Italia dal 1980 al 1985 con Avellino, Inter, Ascoli, Cremonese). Impossibile non amare il brasiliano che danzava attorno alla bandierina dopo ogni gol. Tredici gol nelle sue prime due stagioni all'Avellino, una manciata nelle altre esperienza italiane. Per vincere qualcosa deve passare al Porto, dove conquista la Coppa dei Campioni nell'87, segnando in finale -
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CEREZO (Roma 1983-1986, Sampdoria 1986-1992). Due baffoni che non riuscivano a nascondere il suo sorriso, due piedi e una testa che a centrocampo lo rendevano tatticamente fondamentale. Amatissimo a Roma (vince due Coppe Italia), alla Samp è tra i protagonisti dello storico scudetto del 1991 e dei trofei sollevati dai blucerchiati in quel periodo (Coppa delle Coppe, due Coppe Italia, Supercoppa italiana) -
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CARECA (Napoli, 1987-1993) e ALEMAO (Napoli, 1988-1992 e Atalanta, 1992-1994). Che trio di stranieri, con Maradona! Uno dei 9 più forti che si siano visti in Italia, il primo; centrocampista dal grande senso tattico, il secondo. Risultato: scudetto 1989/90 -
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ALDAIR (Roma, 1990-2003 e Genoa 2003-2004). Simbolo e capitano dei giallorossi, eleganza e tecnica al centro della difesa romanista per oltre un decennio. Amatissimo dai tifosi, "Pluto" ricambiò quando per chiudere la carriera in Italia scelse un club di B (il Genoa) per non dover affrontare la "sua" Roma -
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TAFFAREL (Parma, 1990-1993 e 2001-2003, Reggiana 1993-1994). Portiere titolare del Brasile campione del mondo in finale contro l'Italia, in Serie A ha legato il suo nome a quello del Parma di inizio anni Novanta, vincitore di Coppa delle Coppe e due Coppe Italia -
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RONALDO (Inter, 1997-2002; Milan, 2007-2008). Il Fenomeno. Quello originale, in nerazzurro, arriva in Italia e sconvolge il nostro calcio con la sua velocità abbinata a mezzi tecnici sovrannaturali. Con la sua gioia di giocare e le sue lacrime dopo gli infortuni fa innamorare di sé milioni di tifosi. Torna a Milano per vestire il rossonero: con i capelli, meno in forma, meno veloce ma sempre tecnicamente eccellente -
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KAKA' (Milan, 2003-2009 e 2013-2014). Due parentesi in rossonero. Quando arriva in Italia le difese avversarie impiegano un po' a capire come arginarlo: trequartista con una facilità di corsa impressionante; velocità, progressione, tecnica e tiro perfettamente mixate in un unico campione -
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ADRIANO (2001-2002, 2004-2009 Inter; 2002 Fiorentina; 2002-2004 Parma; 201-2011 Roma). Devastante al suo arrivo in Italia, diventa Imperatore nell'Inter e poi si perde; quello che torna vestendo la maglia della Roma è solo un lontano ricordo dell'attaccante potente e implacabile che era stato -
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FELIPE ANDERSON (Lazio, dal 2013) e HERNANES (Lazio, 2010-2014; Inter, 2014-2015; Juventus dal 2015). Compagni alla Lazio per qualche mese, sono tra i migliori prodotti giunti dal Brasile negli Anni Duemila. In ascesa il primo, mentre il Profeta si è un po' perso dopo le ottime stagioni in biancoceleste -
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MIRANDA (Inter, dal 2015) e FELIPE MELO (Fiorentina, 2008-2009; Juventus, 2009-2011; Inter, 2015-2017). Consacratosi nell'Atletico Madrid come uno dei migliori difensori al mondo, Miranda si è confermato nella passata stagione, incontrando qualche difficoltà in quella in corso. Ha salutato l'Italia, invece, Felipe Melo, incontrista dal cartellino facile tornato in Brasile -
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GABIGOL (Inter, dal 2016). Il futuro del Brasile in Italia è soprattutto lui. Strapagato, attesissimo, forse ancora acerbo per la Serie A. Ha appena 20 anni, bisogna dargli fiducia -