Luca Carboni racconta il suo Bologna Paradiso. "Sognavo di essere il portiere rossoblù"

Non potete leggere questo pezzo se siete circondati da silenzio. Non può funzionare. I prossimi minuti avranno un senso solo se avrete come colonna sonora questa colonna sonora: 

• Silvia lo Sai
• Bologna è una regola 
• Settembre 
• Tempo 

Adesso, con la voce di Luca Carboni e Lucio Dalla, possiamo iniziare. A raccontare una storia di amore, passione, tifo, gol che diventano note, una città che diventa tutte le città. Perché Bologna è una regola. 

Il Bologna, è una regola per chi ha indossato "la maglia sette giorni su sette, pochi passaggi, molti dribbling" e ha fatto conoscere i colori della sua passione a tutta l’Italia, in una canzone che negli anni è diventata quasi un inno.

Siamo saliti sullo Sputnik di Luca Carboni (per chi si fosse perso il tour, tranquilli, tornerà presto. Anzi, atterrerà nei teatri da marzo) per fare un viaggio intorno e dentro “la sua città” e la sua squadra, partendo dal racconto di quel Bologna straordinario che nel 1964 vinse lo scudetto. Uno scudetto raccontato visto che Luca, nel '64, aveva solo due anni. Ma attraverso i suoi ricordi, vi ritroverete nei bar della città, tra una foto e una radio accesa. In un cortile a prendere a calci un pallone, un giorno con la maglia da portiere, l’altro con quella del suo idolo di sempre, Beppe Savoldi.

Quando il suo sogno era di fare il calciatore e la musica non era ancora entrata a gamba tesa nella sua vita. Prima che un talent scout di nome Lucio Dalla ci togliesse la possibilità di vedere in azione un paio di gambe buone, ma ci regalasse un cantautore che è entrato nella storia. Come il suo Bologna Paradiso.