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Sfottò ad Acerbi: Bakayoko e Kessié rischiano, ma non per la prova tv chiesta da Procura

Serie A

Lorenzo Fontani

ll capo della Procura federale della Figc, Giuseppe Pecoraro, ha inviato al giudice sportivo la segnalazione per l'applicazione della prova tv per il gesto dei due rossoneri nei confronti di Acerbi. Entrambi hanno esposto la maglia dell'ex Sassuolo sotto la curva come segno di scherno

BAKAYOKO-ACERBI, SCAMBIO DI MAGLIA E SFOTTÒ

CASO ACERBI-BAKAYOKO: IL COMUNICATO DEL MILAN

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Ancora una volta, come avvenuto martedì scorso per la vicenda Mandzukic-Romagnoli, questo martedì ci sarà molta attesa per le decisioni del Giudice Sportivo. Stavolta però col Milan nelle vesti di colpevole, non di vittima. Il Procuratore Federale Pecoraro infatti ha fatto pervenire all'Ufficio del Giudice Sportivo la segnalazione riguardante il comportamento di Kessie e Bakayoko alla fine di Milan-Lazio, con quel gesto unanimemente condannato di brandire la maglia di Acerbi come un trofeo verso la curva.

C'è però un distinguo importante da fare: dando per scontato che gli arbitri non abbiano potuto vedere e quindi refertare nulla, ci sono due strade che portano a una eventuale sanzione per i calciatori milanisti. Una è quella della prova tv che - a quanto pare - sarebbe stata proposta dalla Procura al Giudice Sportivo. Uno strumento che a stretta norma di legge non dovrebbe essere utilizzabile: la punizione attraverso le immagini video può essere data infatti solo in presenza di condotte violente, e quindi non in questo caso (come non lo fu, pur nella diversità dell'episodio, per Mandzukic), oppure per bestemmie, o infine per comportamenti gravemente antisportivi che nulla hanno a che fare con l'accaduto. Si tratta infatti delle varie simulazioni che comportano un rigore o una espulsione ecc. ecc. (fattispecie praticamente impossibili nell'era del Var).

A meno dunque di non voler forzare il concetto di condotta violenta richiamando magari una violenza morale con una sentenza del tutto inedita, l'unico rischio per Kessie e Bakayoko è un eventuale rapporto di un ispettore della Procura che fosse a bordocampo in quel momento. In questo caso infatti il referto farebbe fede tanto quanto quello dell'arbitro. In questo dunque si tratterebbe poi di misurare la gravità del gesto ed arrivare a una squalifica o a una ammenda, che sembra l'ipotesi più plausibile (anche da quanto filtra negli ambienti milanisti). Considerando anche che in caso di squalifica è facile prevedere un ricorso del club rossonero volto a derubricare il gesto a un eccesso di goliardia.

Il comunicato del Milan

Nel tardo pomeriggio di domenica il Milan ha fatto un comunicato sull'episodio. "AC Milan intende ricostruire i fatti successivi all'incontro della 32^ giornata di campionato fra Milan e Lazio ed esprimere qualche precisazione - è scritto nella nota pubblicata dal club (qui il testo integrale) -. Ieri sera, Tiémoué Bakayoko ha raggiunto i compagni sotto gli spalti con la maglia di Francesco Acerbi, avendo poco prima sportivamente effettuato lo scambio di casacche e l'ha mostrata per pochi secondi (insieme a Franck Kessie) al pubblico nel solo intento di celebrare una vittoria importante senza finalità di scherno, né intenti aggressivi o anti-sportivi. Il Milan è fondato su valori come rispetto (in campo e fuori) equità, inclusione: Tiémoué e Franck conoscono, condividono ed esprimono quei valori tutti i giorni".

Cosa era successo a San Siro?

A fine partita, dopo la vittoria per 1-0 del Milan ai danni della Lazio, i due calciatori rossoneri hanno 'esposto' la maglietta di Acerbi sotto la Curva del Milan, come se fosse un trofeo. L'ex difensore del Sassuolo aveva scambiato la maglia con Bakayoko per mettere fine alle polemiche della settimana, tra dichiarazioni e 'sfottò' sui social. Anche Gennaro Gattuso, allenatore del Milan, ha criticato il gesto dei suoi giocatori, sintetizzando il tutto con un "queste cose non si fanno, meno social e più lavoro". Bakayoko e Kessié si sono scusati, ma adesso lo sfottò potrebbe costare caro. 

Acerbi, un tweet per chiudere la polemica

Con un tweet postato sul proprio profilo ufficiale il giorno dopo l'episodio, il difensore centrale biancoceleste ha voluto mettere fine alle discussioni e dato appuntamento agli avversari in campo. "Basta polemiche, ci rivedremo sul campo".