La squadra di Ancelotti è già distante dal vertice della classifica e rischia di allontanarsi ancora di più in caso di risultato negativo contro l'Atalanta, che ha cancellato la sconfitta in Champions League contro il Manchester City segnando sette gol all'Udinese. I nerazzurri hanno il miglior potenziale offensivo del campionato ma potrebbero soffrire la qualità e la fluidità delle posizioni dei padroni di casa
Sebbene la Serie A sia giunta solamente alla decima giornata, lo scontro tra il Napoli e l’Atalanta appare già come uno snodo importante. Il primo quarto di campionato sembra aver certificato il sorpasso dell’Inter sul Napoli nel ruolo di principale contendente della Juventus nella lotta scudetto, ma gli azzurri sono dietro anche alla lanciatissima Atalanta e già distanti 6 punti dal vertice della classifica, a causa di 2 sconfitte e 2 pareggi in 9 partite. Un risultato negativo allontanerebbe ancora di più gli azzurri dal primo posto.
La fluidità posizionale del Napoli
La fluidità degli schieramenti e delle posizioni dei giocatori innestata da Ancelotti sin dall’inizio della sua esperienza sulla panchina del Napoli non sembra essere stata capace di dare una struttura salda alla squadra. Il tecnico, partendo quasi sempre da una disposizione in fase di non possesso palla composta da due linee da 4, ha spesso variato di partita in partita la distribuzione dei suoi uomini in fase di attacco, muovendo oltretutto la posizione dei suoi giocatori durante le singole partite.
In questa stagione il Napoli ha spesso provato a occupare tutti i corridoi verticali, disponendosi attraverso delle rotazioni con una sorta di WM: una linea di costruzione arretrata a 3, due giocatori a occupare l’ampiezza e due negli half-spaces alle spalle del centravanti. Tuttavia non sono mancate interpretazioni più rigide del 4-4-2 e incursioni nel 4-3-3. Nell’ultima partita contro la SPAL, Ancelotti ha invece ulteriormente affollato la zona della trequarti con uno schieramento offensivo piuttosto spregiudicato. In fase di possesso palla entrambi i terzini si alzavano sulla linea dei trequartisti, spingendo internamente verso gli half-spaces gli esterni Elmas e Insigne. Mertens completava un terzetto alle spalle di Milik disponendosi in verticale con il centravanti polacco, mentre Allan affiancava i due difensori centrali in costruzione, disegnando un rombo arretrato che vedeva Zielinski come vertice avanzato.
Il rombo arretrato di costruzione composto da Allan, Koulibaly, Luperto e Zielinski e la linea dei 3 trequartisti alle spalle di Milik. Malcuit avanzato a destra fino alla zona della trequarti, Di Lorenzo, fuori inquadratura, a sinistra.
Il nuovo schieramento è riuscito ad abbassare gli avversari ma non ha generato una grossa produzione offensiva e ha mostrato qualche debolezza in fase di transizione difensiva. Sebbene questa fluidità posizionale finora non abbia pagato, potrebbe costituire un’arma tattica importante contro l’Atalanta.
Le difficoltà del sistema difensivo di Gasperini
In questo momento l’Atalanta di Gasperini appare, almeno in campionato, un treno in corsa a piena velocità. Al di là dei 7 gol segnati all’Udinese, i bergamaschi primeggiano in vari indicatori di prestazione. Banalmente l’Atalanta è di gran lunga la squadra che ha segnato più gol (28 gol, 8 in più dell’Inter che è al secondo posto), che tira di più (21.2 tiri per gara) e che ha prodotto, ampiamente, più xG (2.74 per gara, di cui 2.24 su azione) nel campionato.
I numeri della fase difensiva non sono però altrettanto entusiasmanti (14 gol subiti, ottavo posto per xG concessi), anche se per ora sono stati compensati dalla brillantezza offensiva. Il rendimento della “Dea” sembra del resto riflettere la campagna acquisti estiva, che ha rafforzato i reparti di centrocampo e attacco, fornendo profondità e qualità a una rosa che la passata stagione scontava un gap considerevole tra i titolari e le riserve nei ruoli offensivi.
L’ucraino Malinovskyi può essere impiegato in ogni posizione tra il centrocampo e la trequarti e il suo sinistro regala pulizia tecnica e ulteriore imprevedibilità alla manovra della squadra. Muriel ha segnato 8 gol con una media insostenibile di una rete ogni 42 minuti giocati e sta sostituendo alla grande l’infortunato Zapata.
Tuttavia, anche in un momento di forma eccezionale, a sprazzi emerge il lato oscuro del calcio di Gasperini, come mostra il rendimento in Champions League e partite come quelle contro Torino, Fiorentina e Lazio, in cui l’Atalanta ha sprecato in difesa quanto di buono fatto in fase d’attacco. L’aggressivo sistema di pressing fortemente orientato sull’uomo adottato dal tecnico dei bergamaschi rende l’Atalanta la squadra di Serie A che effettua più recuperi offensivi (18.1 per gara) e tackle (18.4 per gara), ma anche potenzialmente vulnerabile ad alcune specifiche situazioni tattiche.
In Champions League i giocatori di Dinamo Zagabria, Shakhtar Donetsk e Manchester City hanno usato il dribbling per liberarsi del controllo individuale dei diretti avversari e al contempo forzare rischiose scalate in avanti alle spalle del difensore saltato. L’Atalanta è la squadra di Champions League contro cui gli avversari hanno tentato e realizzato più dribbling, mettendo a nudo uno dei possibili punti deboli del sistema difensivo di Gasperini.
Pur avendo in squadra specialisti del fondamentale (Lozano, Insigne) e, in generale, giocatori capaci di gestire il pallone sotto la pressione di un avversario, il Napoli è però solamente al dodicesimo posto in Serie A per dribbling tentati (14.1 per gara) e al quattordicesimo per quelli riusciti (8.2 per gara). È possibile che contro l’Atalanta la specifica situazione tattica e una precisa scelta di Ancelotti possa far lievitare il numero di dribbling, ma probabilmente la migliore arma che il Napoli potrà giocarsi contro il sistema difensivo di Gasperini sarà proprio la fluidità posizionale. In generale, impiegare calciatori offensivi mobili, capaci di giocare in ogni zona dell’attacco scambiandosi la posizione, può essere una buona maniera di disordinare la struttura difensiva orientata sull’uomo dell’Atalanta, portandone fuori posizione i calciatori, costringendoli a frequenti cambi di marcatura e, in definitiva, minandone la già debole struttura posizionale.
In quest’ottica, Ancelotti potrebbe scegliere di rinunciare a Milik per schierare Insigne o Lozano al fianco di Mertens al centro dell’attacco, avendo così maggiori possibilità di muovere a piacimento le sue pedine e, in più, incrementare la capacità complessiva di dribbling della squadra. Dietro invece i contemporanei infortuni di Malcuit e Hysaj sull’esterno e di Manolas al centro rendono minori le possibilità di scelta di Ancelotti, che per sua fortuna potrà contare sul recupero di Maksimovic.
I rischi per Ancelotti
La capacità di mutare forma al suo schieramento è un’arma che il Napoli potrà quindi utilizzare per esporre il sistema difensivo dell’Atalanta ai suoi punti deboli, ma allo stesso tempo può rendere vulnerabile la squadra di Ancelotti. La volontà di passare dal 4-4-2 difensivo a schieramenti capaci di occupare massicciamente la zona alle spalle del centrocampo avversario è stata qualche volta pagata dal Napoli con difficoltà in fase di transizione difensiva. Con tanti uomini sopra la linea del pallone, al Napoli deve recuperare il pallone con efficacia nei pressi della zona in cui viene perso (e il Napoli è secondo solo all’Atalanta per numero di recuperi palla offensivi), altrimenti va in difficoltà a difendere in campo aperto con pochi uomini contro le ripartenze avversarie. E l’Atalanta è forse la peggiore squadra italiana a cui concedere facili transizioni offensive.
Analogamente la squadra di Ancelotti dovrà essere in grado di difendere bene la zona alle spalle del proprio centrocampo, spesso zona di ricezione privilegiata degli avversari, dove l’Atalanta, con il “Papu” Gomez e Ilicic, esprime la sua maggiore qualità. Infine, come per tutti gli avversari della squadra di Gasperini, il Napoli dovrà essere capace di resistere al pressing avversario. Un buon auspicio per la squadra di Ancelotti è che proprio in tutte situazioni ha brillato in quella che è stata forse la miglior prova stagionale, in casa contro il Liverpool.
La partita del San Paolo si preannuncia spettacolare per la qualità delle due formazioni e per lo scontro tattico tra i due allenatori. A dare ulteriore pepe alla sfida è la situazione di classifica e il momento di forma delle due squadre. Per il Napoli la partita contro l’Atalanta potrebbe sancire il rilancio delle proprie quotazioni nella lotta al vertice o, in caso di risultato negativo, un arretramento sia in classifica che nelle ambizioni. Dall’altra parte i bergamaschi hanno meno da perdere, ma un successo darebbe una consistenza inimmaginabile a questo grande momento di forma.