Juventus-Milan, le chiavi tattiche della sfida

Serie A

Federico Aqué

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La squadra di Sarri non sta brillando, ma sembra avvantaggiata rispetto ad un Milan che con Pioli sta cercando di cambiare la propria identità. La partita sarà trasmessa domenica in esclusiva dalle 20.45 su Sky Sport Serie A su satellite, fibra e digitale terrestre e Sky Sport 251 su satellite e fibra, anche in 4K HDR con Sky Q satellite

JUVE-MILAN LIVE

Il Milan ha sempre perso in campionato a Torino da quando la Juventus ha costruito il nuovo stadio, ma forse i rapporti tra le due squadre non sono mai stati tanto squilibrati come in questo momento. L’inizio di stagione dei rossoneri è stato infatti disastroso: i punti raccolti sono appena 13 in 11 giornate, le sconfitte sono già sei, l’attacco è tra i peggiori del campionato (solo 11 gol segnati) e c’è già stato un cambio di allenatore, con Stefano Pioli che da un mese ha sostituito Marco Giampaolo. Nella Juve il passaggio di consegne tra Massimiliano Allegri e Maurizio Sarri non è stato indolore, ma i bianconeri sono sempre primi in classifica e sono già qualificati agli ottavi di Champions League dopo la vittoria contro il Lokomotiv Mosca.

 

Per valori, momento e certezze tattiche la sfida sembra insomma molto sbilanciata in favore della Juve, che presumibilmente si ritroverà a gestire la palla per la maggior parte del tempo. Nella transizione da Giampaolo a Pioli il Milan ha infatti abbandonato l’ambizione di sviluppare l’azione con pazienza, attraverso un palleggio insistito, e ricorre più spesso a verticalizzazioni lunghe e a giocate dirette.

 

Pioli sta comunque provando a trasmettere idee ambiziose, con disposizioni fluide che si adattano alle fasi di gioco e agli avversari, e ha creato buoni meccanismi in particolare a sinistra, grazie soprattutto alla presenza di Theo Hernández. In pratica una rivoluzione per il Milan, i cui possessi negli ultimi anni sono stati dominati da Suso e dalle connessioni che stabiliva sulla fascia destra. Anche Giampaolo aveva provato a ridurre l’influenza della catena destra, cercando di trasformare Suso in un trequartista, Pioli ha invece tenuto fin dall’inizio lo spagnolo a destra, a completare uno schieramento che occupava tutti i corridoi verticali sulla trequarti, ma ha cambiato i compagni con cui Suso poteva associarsi. In passato il gioco di Suso si combinava con i movimenti di Kessié e Calabria, nel nuovo sistema Kessié gioca invece a sinistra (e nell’ultima partita contro la Lazio è stato anche sostituito da Krunic) e il terzino destro ha meno occasioni di alzarsi a sovrapporsi, perché restando più bloccato compensa la salita di Hernández, che si stacca presto a partecipare agli attacchi.

 

Per valorizzare le chiare attitudini offensive di Hernández, Pioli sta utilizzando un meccanismo già sperimentato alla Fiorentina con Biraghi, che prevede il terzino sinistro alto a occupare l’ampiezza in zone offensive, mentre il terzino sulla fascia opposta resta più vicino ai centrali per non sbilanciare lo schieramento in caso di ripartenze avversarie. Il Milan ha costruito la manovra in diversi modi, sia con una linea a tre con il terzino destro bloccato di fianco ai terzini centrali, sia con una disposizione più classica con entrambi i terzini aperti sulla linea del regista, ma anche in queste occasioni il terzino destro manteneva di più la posizione per coprire le salite di Hernández sulla fascia opposta.

 

L’ex terzino del Real Madrid è quindi riuscito a sbilanciare il possesso sulla sinistra, anche se a rendere ancora più visibile il suo impatto sono state le difficoltà a sviluppare la manovra sulla destra. Aver smarrito le intese sulle quali si fondava la manovra da quel lato ha complicato la risalita del pallone e di riflesso ha reso ancora più importante il contributo di Hernández, capace invece di portare la palla avanti da solo e di mascherare le difficoltà a trovare le connessioni per avvicinarsi alla porta avversaria.

 

Appoggiarsi alle conduzioni di Hernández, tra i migliori del campionato nel guadagnare metri palla al piede, è la soluzione più comoda per una squadra che fa molta fatica ad avanzare manovrando. Hernández è determinante non solo per far arrivare il Milan nella trequarti avversaria, specie dopo aver recuperato la palla, quando ha più spazio davanti a sé in cui correre, ma anche nelle azioni manovrate, quando è già in posizione avanzata a sinistra, il terzino rossonero è, con Calhanoglu, uno dei pochi che riesce a trovare giocate per battere il diretto avversario, disordinare le linee e creare pericoli.

 

L’importanza di Hernández nel Milan è visibile anche in alcuni dati: per le statistiche di Opta, il terzino rossonero è il miglior difensore del campionato per dribbling completati e, da quando è rientrato dall’infortunio che gli ha fatto saltare le prime partite della stagione, Hernández ha già segnato due gol e propiziato l’autogol di Bastos nell’ultima giornata contro la Lazio.

 

Avere un terzino così offensivo, diventato in poco tempo indispensabile per dare pericolosità alla manovra, oltre a essere un segnale delle difficoltà del Milan ad avanzare e creare occasioni con azioni manovrate, ha però creato scompensi che la squadra non ha ancora imparato a gestire. Lo spazio lasciato libero da Hernández è infatti una zona facile da attaccare per gli avversari, come ha dimostrato la partita contro la Lazio, abile a segnare due gol con due ripartenze negli spazi lasciati dal Milan a sinistra.

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Qui sopra la Lazio ha appena iniziato l’azione che la porterà a segnare il primo gol con Immobile, un momento che sintetizza gli squilibri tattici del Milan e la distanza che in questo momento lo separa una squadra abilissima a gestire ripartenze di quel tipo come la Lazio. I biancocelesti sono schierati in maniera ideale, con Correa e Immobile aperti a bloccare la linea difensiva milanista e Luis Alberto ad allontanare Bennacer dalla zona della palla, ma il Milan avrebbe comunque il tempo e gli uomini per riequilibrarsi e gestire la situazione. Invece Hernández va a pressare Milinkovic-Savic lasciando libero Lazzari, che non viene contrastato né da Romagnoli né da Bennacer. Quest’ultimo tenta di recuperare ma non riesce ad avvicinarsi a Lazzari, il cui cross troverà Immobile a centro area libero di colpire di testa e di portare in vantaggio la Lazio.

 

La Juve ha ancora più qualità per approfittare degli squilibri del Milan a sinistra e sembra che Pioli stia anche pensando a cambiare modulo, magari proprio per dare maggiore copertura a Hernández e permettergli di spingersi in avanti con più tranquillità. La sua prestazione e, più in generale, i meccanismi creati a sinistra in particolare con Calhanoglu, restano uno dei pochi strumenti che, in un momento così delicato, il Milan ha per tornare dalla trasferta più difficile del campionato con un buon risultato.