Coronavirus, Malagò: "Giusto fermarsi. Giocare a porte chiuse? Ci sono due problemi"

Serie A

Il presidente del Coni ha parlato a Sky Sport: "Siamo d'accordo e allineati con le disposizioni del Governo. In questo momento la salute è l'interesse primario. Giocare a porte chiuse? Ci sarebbero due problemi"

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Nel pomeriggio è andata in scena Roma-Lecce, solo la seconda e ultima partita che si è giocata oggi in Serie A. All'Olimpico era presente anche Giovanni Malagò. Il presidente del Coni ha parlato ai microfoni di Sky Sport a pochi minuti dal fischio d'inizio: l'argomento principale è stato il rinvio di 4 partite a causa del possibile contagio da coronavirus. "Credo che in questo momento il mondo dello sport non debba andare per conto proprio: deve assolutamente essere allineato con le disposizioni delle autorità preposte. In primis il governo - ha detto Malagò -. Ci siamo adeguati al decreto, ma anche convinti che la disposizione sia quella più giusta. Se abbiamo pensato di anticipare le mosse del governo, come far giocare a porte chiuse? Era una delle ipotesi sul tavolo, ma sarebbe stato sbagliato e inelegante se si fossero anticipate le mosse del governo. Parliamo di tante manifestazioni sportive, non solo di calcio".

"Giocare a porte chiuse? Ci sarebbero due problemi"

Sulla possibilità di giocare a porte chiuse, il presidente del Coni ha poi aggiunto: "È stata presa in considerazione dal Governo - ha spiegato -. Però ci sono due problemi: da un lato i biglietti già venduti con le società che si dovrebbero far carico dell'aspetto economico, dall'altro se si decide nel giro di poche ore di giocare a porte chiuse, con la gente che magari ha già comprato i biglietti ed è diretta allo stadio, potrebbe esserci un problema di ordine pubblico. Ci sono forze di polizia impegnate da altre parti, bisogna fare anche queste valutazioni. Come ci si difende dal pericolo psicosi senza poter svagarsi con lo sport? Ci sono degli interessi primari che sono, anzitutto, quelli della salute. Sento tanti che si espongono su questa materia, ma l'interesse della salute è primario. Si naviga quasi a vista, day by day, e non sono io che posso darvi risposte. Non ci sono certezze: l'obiettivo, ovviamente, è di ripartire al più presto. Ci sono diverse problematiche, come quella dei calendari, ma oggi sono in secondo piano. I calendari non sono regolati dal sottoscritto, ma si incastrano con tutte le altre competizioni, come quelle internazionali. L'Inter, ad esempio, ora ha l'Europa League, poi avrà la Coppa Italia col Napoli. Ne ho parlato con Marotta ieri sera, con cui l'ultima telefonata è stata alle due e mezza di notte. Si naviga a vista. I nerazzurri non avrebbero più un mercoledì o giovedì libero fino all'eventuale finale di Coppa Italia che, inoltre, è stata anticipata per Euro 2020. I calciatori si devono incontrare un po’ prima con Mancini. Oggi non si possono dare risposte. Dobbiamo riaggiornarci".