In Evidenza
Tutte le sezioni
Altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Van Basten: "Io, provocato da Ibra. Sacchi? Mai avuto feeling al Milan"

Serie A
©Getty

In un'intervista concessa a 7, magazine del Corriere della Sera, l'ex leggenda del Milan svela: "Quando tornai all'Ajax da allenatore un giovane ragazzo mi provocò, era Zlatan Ibrahimovic". Sugli anni in rossonero: "Ho amato Milano ma non Sacchi, non l'ho mai ritenuto sincero nei rapporti"

Condividi:

Talento e sfrontatezza, fin dalla giovanissima età. E anche al cospetto di uno dei più grandi di sempre. Zlatan Ibrahimovic, ai tempi promessa dell’Ajax, sfidò niente di meno che una leggenda come Marco Van Basten. Un retroscena svelato proprio dall’ex attaccante olandese del Milan in un’intervista concessa a 7, inserto del Corriere della Sera: "Tornai all'Ajax da allenatore (dell’U21, stagione 2003-2004 ndr) e un ragazzo mi provocò. Sei van Basten, mi disse passandomi la palla, fammi vedere cosa sai fare. Ma io ormai non potevo più muovere la caviglia. Chi era? Sono sicuro che lo conoscete. Si chiamava Zlatan, di cognome Ibrahimovic", le rivelazioni di Marco Van Basten.

"Ho amato Milano, ma non Sacchi"

L’indimenticato fuoriclasse rossonero torna sul rapporto conflittuale avuto con Arrigo Sacchi ai tempi del Milan: "Non c’è mai stato feeling personale tra me e lui. Non mi ha mai dato l'impressione di essere onesto nei rapporti umani. Quando non era contento di come ci allenavamo, se la prendeva con i giovani, con i più deboli, che magari invece erano in testa a tirare il gruppo", ha ammesso Van Basten, oggi ambasciatore UEFA. L’olandese, costretto a concludere la carriera ad appena 31 anni dopo un lungo calvario e diverse operazioni alla caviglia, non nasconde invece il suo amore per gli anni trascorsi in rossonero: "A Milano mi sentivo come se fossi parte della famiglia. Insieme abbiamo vissuto una vita intera. Mi avete visto nascere, come giocatore e come uomo. Mi avete visto crescere. E purtroppo avete visto la mia fine. Ero convinto che sarei durato per sempre, dicevo ai miei compagni che avrei smesso a 38 anni. All'inizio non capivo. Ero – conclude Van Basten – troppo concentrato sul mio stare male. Mi chiedevo perché quella sofferenza dovesse toccare proprio a me. Non ho mai avuto una risposta".