Lukaku: "Hanno aspettato un positivo al coronavirus per fermare il calcio"

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L'attaccante dell'Inter, nel corso di una diretta Instagram con Henry, torna sulla sospensione del calcio italiano: "Se la salute non è garantita al 100% perché dobbiamo giocare? Una volta appreso che un giocatore della Juve era malato hanno messo in quarantena tutti". Il belga si riferisce a Rugani, ma le date non coincidono con la sua affermazione

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Juventus-Inter, giocata domenica 8 marzo in uno Stadium deserto a causa dell’emergenza coronavirus, è l’ultimo big match disputato in Serie A prima dello stop. Tre giorni dopo, mercoledì 11 marzo, è stato reso noto il nome del primo calciatore della Serie A positivo al Covid-19: Daniele Rugani. Il difensore bianconero è stato convocato per Juventus-Inter, ma non è mai entrato in campo (è rimasto in panchina per tutti i 90 minuti). Romelu Lukaku torna in qualche modo su quella partita e sulla sospensione del campionato italiano. Nel corso di una diretta Instagram organizzata dalla Puma con Thierry Henry, l’attaccante nerazzurro sottolinea: "La salute è la cosa più importante. Se la salute non è garantita al 100% perché dobbiamo giocare? Una volta appreso che un giocatore della Juve era malato hanno messo tutti in quarantena. Tutto ciò non è normale". Lukaku si riferisce a Rugani, ma le date non coincidono con la sua affermazione. "Ammetto che il calcio mi manca, però adesso l'importante è la salute della gente. Tutto il resto è secondario", aggiunge il belga.

Lukaku: "Mi manca l'affetto del pubblico"

"Ciò che mi manca di più – prosegue Lukaku nel corso della diretta social - è il ritmo gara, la competizione con l'avversario, lo stadio pieno, l'affetto del pubblico. Sto sfruttando questo momento per studiare le mie ultime prestazioni e in generale tutto quello che ho fatto negli ultimi sei mesi. Io vivo per fare gol - spiega il bomber nerazzurro – ma per dare il mio supporto alla squadra devo essere sempre pronto ad aiutare i compagni. Le statistiche personali hanno poca importanza. Negli ultimi metri bisogna essere dinamici, attaccare lo spazio con i tempi giusti".