L'allenatore a Casa Sky Sport: "Sono riconoscente al Sassuolo, credo in questa società e penso che ci siano tutte le condizioni per poter imitare il percorso di crescita avuto dall'Atalanta". Poi sulla ripresa del campionato: "Vogliamo finire la stagione, ma solo nel rispetto della salute e in sicurezza"
"Non è questo il momento di parlare di rinnovo, io al Sassuolo sto bene e sarò sempre riconoscente a questo club che ha puntato su di me seppur arrivassi da una retrocessione con il Benevento. Io sono uno molto attento alla riconoscenza. Poi vedremo. A me piace allenare questa squadra che ha ampi margini di miglioramento, si può inoltre sempre migliorare – o anche peggiorare – in ogni mercato, ma noi abbiamo deciso di puntare su giocatori di altissima qualità. Sono ambizioso, ma non ho l’ansia di dover andare via quest’anno o l’anno prossimo". Risponde così Roberto De Zerbi, allenatore del Sassuolo, ospite a Casa Sky Sport (contenitore di Sky Sport durante il quale rivolgiamo le domande dei nostri abbonati ad alcuni protagonisti dello sport) a una domanda sul suo futuro. "Noi in futuro come l'Atalanta? I nerazzurri a livello calcistico hanno fatto un capolavoro, hanno migliorato squadra e la mentalità e sono passati da una squadra provinciale a una squadra che disputa i quarti di finale di Champions League. Noi potremmo fare lo stesso percorso, abbiamo tutte le possibilità per farlo – serietà della società, forza economica, strutture – anche se non sarà facile. Io mi sento un privilegiato a far parte del Sassuolo, una società dove c’è un grande spessore umano, dove sia io che i giocatori veniamo coinvolti nelle discussioni", ha proseguito De Zerbi.
"Il Sassuolo è per la ripresa del campionato, ma solo nel rispetto della salute"
L'allenatore del Sassuolo ha poi espresso la sua opinione in merito al portare a termine la stagione attuale: "Noi come Sassuolo siamo per la ripresa del campionato, ma solo nel rispetto della salute e solo alle giuste condizioni. Serve inoltre avere rispetto per le tante vittime. Non bisogna anteporre gli interessi personali a quella che sarà la continuazione naturale del calcio, che poi sarà a giugno, luglio o agosto non sarà un problema. Così come sicuramente non sarà un problema ridursi lo stipendio, io sono 7-8 anni che alleno e so che i giocatori sono intelligenti e non sarà un problema per loto rinunciare a uno o più mesi". De Zerbi che è in contatto con i suoi giocatori nonostante la quarantena: "Li sento al telefono. Chi vive con la famiglia è avvantaggiato, perché moglie e figli fanno stare meglio. Siamo più preoccupati per chi sta vivendo questi giorni da solo, come gli stranieri, anche se sono dei professionisti esemplari e cercano di allenarsi comunque. Bisogna vedere se il campionato riprendere. Se Boga ha margini di miglioramento? Sì, gli serve però rimanere qualche altro anno al Sassuolo", sorride l’allenatore neroverde. "Come vivo questi giorni? Non ero abituato a stare a casa ma è una situazione obbligata. Io sono di Brescia, la situazione è anche fin troppo distante dalla realtà: io vivo vicino l’Ospedale Civile, le ambulanze partono di continuo. Il sacrificio di rimanere a casa passa in secondo piano vista la situazione tragica".
"Mi stuzzica allenare i giocatori un po' pazzi"
Oggi allenatore, ma con un passato da giocatore. De Zerbi si racconta: "Che numero 10 ero? Sicuramente più scarso di Del Piero e Totti. Così come Francesco, anche io da piccolo avevo l’idea di fare il benzinaio. Sicuramente ero un 10 non particolarmente continuo, avevo intuizioni, colpi e tecnica, ma non ero maestro nell'adattarmi alle richieste dei calciatori. Speriamo che i miei calciatori non mi ascoltino…", sorride l'allenatore neroverde. "A me piace allenare il talento, quando mi dicono che un giocatore è un po' 'pazzoì, che ha un carattere un po' particolare, mi invoglio ancora di più a conoscerlo e ad allenarlo. Aver avuto degli scontri con gli allenatori quando ero un calciatore oggi mi aiuta a capire certe dinamiche. Il mio carattere che mi ha forse un po' penalizzato da calciatore, mi ha avvantaggiato da allenatore", le parole di De Zerbi.
"Foggia è casa mia, sarò sempre riconoscente. Così come al Benevento"
"A chi mi sono ispirato per la mia carriera di allenatore? Guardiola ha cambiato il calcio negli ultimi anni, è stato il più geniale. Anche il Napoli di Sarri ha fatto un grande calcio. Paulo Sousa faceva giocare molto bene la sua Fiorentina all'inizio, Spalletti ha fatto un grande calcio a Roma”, le parole di De Zerbi. Che risponde così a una domanda sul Foggia, sua ex squadra: "Sono legatissimo e la mia riconoscenza per questa città e questo club, così come per il Benevento, è totale. Foggia mi ha visto nascere come giocatore e come allenatore, c’è un legame particolare, la sento come se fosse casa mia. Mi piange il cuore a vederli in Serie D, è una piazza che merita altre categorie", ha concluso De Zerbi.