Balotelli: "Pazzo io? Ero solo giovane. Che forza Tevez, Mancini e Favre allenatori top"
Serie AL'attaccante del Brescia in diretta Instagram con Henry: "Stagione difficile, orgoglioso di giocare in questa squadra. Il Mancio è stato quello che mi ha dato di più quando ero giovane e scapestrato: ma non parliamo di pazzia"
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Mario Balotelli e Thierry Henry, il botta e risposta tra il bomber di oggi e il fuoriclasse di ieri si sposta dall'area di rigore ai social: "E che sia chiaro", Balo risponde alle domande del francese in diretta Instagram, sul canale ufficiale della Puma. "Non sono pazzo oggi e non lo ero nemmeno prima. A 16-17 anni vuoi fare tutto quello che fanno gli adolescenti. Sei un ragazzo, devi ancora diventare uomo. Il fatto è che nel calcio oltre alle regole ci sono tante aspettative di cui bisogna tenere conto: avrei dovuto mettermi in testa che non potevo fare le stesse cose che facevano gli altri della mia età. Loro non dovevano preoccuparsi, a me invece tutti dicevano Mario fa così". Henry ha poi chiesto all'attaccante del Brescia quali sono stati i punti di riferimento in panchina nell'arco della sua carriera: "Ne dico due", non ha dubbi Balotelli. "Roberto Mancini, perché ha avuto a che fare con me quando ero giovane e scapestrato. E Lucien Favre", l'ex allenatore del Nizza. "La Ligue 1 è molto più difficile di quanto sembri. Anche contro squadre come il Strasburgo o il Caen, in trasferta è veramente dura. Ed è un calcio molto tattico, che non è mai stato il mio punto di forza. Ma sto cercando di migliorare ancora". Anche sul giocatore più impressionante incontrato in campo, Super Mario va dritto: "Di attaccanti forti ne ho visti, ma nessuno mi ha sorpreso come Carlos Tevez. Per come lavora in partita, per il pressing sugli avversari. Era sia attaccante che difensore. Incredibile".
La top 11 di Mario
Ma l'argentino non trova spazio nella miglior formazione scelta da Mario: "Perché davanti ci sono Messi e Ronaldo il Fenomeno". Poi tanti ex compagni di squadra, dal blocco Inter in difesa a Yaya Touré e Cassano, con cui Mario ha condiviso gli apici della carriera: il triplete, la Premier League e la finale di Euro 2012.
Perché il Brescia
L'ultima grande domanda posta dall'ex campione del mondo, oggi allenatore del Montreal Impact, è sul ritorno a casa di Balotelli: "Stavo pensando di giocare ancora due o tre anni", l'attaccante classe '90 torna sulle scelte della scorsa estate, quando su di lui c'era anche il forte pressing del Flamengo. "Ma io volevo stare nella mia città, vicino agli amici e a mia madre. Sono orgoglioso di giocare nel Brescia. Anche se non è stato facile per com'è andata la stagione".