L'ex capitano della Roma tra passato e futuro in una chiacchierata con lo youtuber Damiano Er Faina su Instagram: "Una proposta della Lazio per Christian? Se dipendesse da me, ci penserei. Conoscendolo, però, neanche mi farebbe mettere seduto". E sulla firma con la Roma a nove anni ricorda: "La Lodigiani aveva due offerte, da Roma e Lazio. Mio padre e mio fratello sono romanisti, a casa di mamma tifavano Lazio. Ma conoscevano la mia volontà"
"Se domani dovesse arrivare una proposta dalla Lazio per mio figlio? Se dipendesse da me, ci penserei. Conoscendo Christian, neanche mi farebbe discutere". Così Francesco Totti risponde, da procuratore, a una domanda sul futuro di suo figlio, che gioca nella selezione Under 15 della Roma. Nel corso di una diretta Instagram con lo Youtuber e tifoso laziale Damiano Er Faina, l'ex capitano della Roma ha raccontato un aneddoto di inizio carriera: "C'è stato un momento in cui giocavo alla Lodigiani. Avevo 8 anni, dovevo farne 9 a settembre. A fine anno Sagramola, allora presidente della Lodigiani, chiamò mia madre, mio padre e mio fratello spiegando che c'erano due opzioni: Roma o Lazio. Mio fratello iniziò a dare calci sotto il tavolo come per dire: 'Non ti azzardare'. Mia madre, fondamentalmente, non era della Lazio, mio nonno lo era. Mio padre e mio fratello invece tifavano Roma, mentre i miei zii erano della Lazio". Alla fine la scelta è stata giallorossa: "Mia madre sapeva per quale squadra facessi il tifo e non poteva andare contromano. Poi lì hanno e abbiamo scelto la Roma. Conoscevano la mia risposta".
"Derby più bello? Il 5 a 1 con pallonetto a Peruzzi"
Una parte speciale nella carriera di Totti è riservata ai derby contro la Lazio: "Quando ho segnato non ho mai perso. Quando abbiamo pareggiato 2-2 ho fatto doppietta con un gol in mezza rovesciata, ma il più bello è il 5 a 1: quello è il mio preferito, per la serata, i festeggiamenti, i tifosi -prosegue l'ex numero 10 della Roma- ho fatto un cucchiaio a Peruzzi: per me lui è stato uno dei più forti portieri del mondo, era devastante, aveva tutto. Per me è un fratello maggiore, una grandissima persona". Quello più brutto è invece "la finale di Coppa Italia persa il 26 maggio 2013. Abbiamo preso una traversa dopo cinque minuti, ma alla fine per vincere devi fare gol. C'era una tensione extracampo incredibile, prima e durante la partita. Il pensiero era più al dopo, che non alla partita. Mi piacerebbe vedere un nuovo derby in finale di Coppa Italia. Ora però il derby non è più come una volta. Prima era diverso, c'erano più romani in campo, più sfottò. Erano altri tempi. Ora sono quasi tutti stranieri. Prima del derby si parlava un mese prima e un mese dopo". Nessun dubbio sul giocatore più forte incrociato con la maglia della Lazio: "Dico Nesta, per me uno dei difensori più forti del mondo. Nessuno me lo toglie dalla testa". Tra i ricordi c'è spazio anche per la vittoria dello scudetto nel 2001 con la vittoria sul Parma all'Olimpico: "Quella giornata è iniziata il sabato, è anche difficile da spiegare. Per me, romano, romanista e capitano, far parte di quel gruppo e quel contesto dopo 20 anni che aspettavamo quel giorno era speciale, ma non nego che c'erano ansia e timore. Sai che può succedere di tutto. Poi il Parma non sarebbe uscito dallo stadio (ride, ndr). Loro erano una bella squadra, avevano Thuram, Cannavaro, Buffon, Almeyda, Di Vaio".
"Vicino al Real, ci è mancato un capello"
Le strade di Totti e della Roma, unite per un trentennio, hanno rischiato però di separarsi due volte. A ricordarlo è lo stesso ex capitano giallorosso: "Il mio sogno è stato sempre quello di restare alla Roma, poi capisci che in un percorso di tanti anni ci possono essere degli intoppi. La corte del Milan fu precedente al mio esordio con la prima squadra, venne anche Braida a casa". Più recente e concreta è stata la corte del Real Madrid: "Tra il 2004 e il 2005 invece c'era Florentino Perez che mi voleva a tutti i costi. Ci ho pensato e ci è mancato veramente un capello - ricorda Totti - io poi volevo continuare a vincere e vedevo una trattativa che andava a rilento. Volevo che i Sensi comprassero campioni e allenatori per vincere. Ci sono stati contrasti, ma guai a chi mi tocca la famiglia Sensi".