Capello: "A Ibra dissi basta con stile Ajax. Cassano-Real, che rammarico"

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L'ex allenatore si è raccontato in diretta con #CasaSkySport: "A Ibra dissi basta con l'estetica. Volevo meno circo e più pratica". Poi gli anni al Real: "Che rammarico Cassano. E a Beckham ho chiesto scusa"

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Fabio Capello ha vinto ovunque. Ha ottenuto il massimo da chi ha allenato, prestando sempre molta attenzione all'aspetto psicologico: "Io come Al Pacino? Al Real ho dovuto fare un discorso opposto. Nell'ultima partita che giocammo con il Maiorca in casa la squadra, che era fatta da nazionali e fuoriclasse, sbagliava le cose più semplici perché sentiva troppo la tensione del duello con il Barcellona per il titolo - ha raccontato l'ex allenatore in diretta con #CasaSkySport - quindi ho dovuto usare parole più tranquille, ribadendo il fatto che fino a lì avevamo fatto cose straordinarie e che non avremmo voluto regalare il campionato dopo averlo tenuto in mano. Potevamo perderlo solo noi. Nel primo tempo eravamo sotto, quindi negli spogliatoi dissi ai ragazzi di tornare in campo e di giocare come in allenamento. Così avremmo ottenuto il risultato. L'allenatore deve capire il momento, le parole giuste da usare. Deve capire quando essere duro o psicologicamente più attento a toccare certi temi. L'allenatore al 45' può decidere una partita". E infatti quel Real, al 90', vinse 3-1 portando a casa la Liga (era la stagione 2006-07 ndr).

"Cassano-Real, che rammarico"

Quella sera, al Bernabeu, in campo c'era anche Emerson. Il centrocampista brasiliano aveva infatti deciso di seguire in Spagna il proprio allenatore dopo gli anni passati insieme alla Juventus: "Ha giocato con qualità a Roma e a Torino, ma a Madrid non ha reso - ha spiegato Capello - però il grande rammarico resta Cassano. Ho cercato di recuperarlo in tutti i modi e di farlo giocare come sapeva perché era un grande calciatore. Ma non ce l’ho fatta. L'ho sentito qualche giorno fa e mi ha detto che la moglie gli ha fatto mettere la testa a posto. Allora gli ho chiesto perché non si fosse sposato a 21 anni (ride ndr)".

"A Beckham chiesi scusa"

A centrocampo c'era pure un certo David Beckham, che in quella stagione ad un certo punto fu messo fuori squadra con il timore che avesse la testa altrove: "Invece è stato un professionista straordinario - spiega Capello - una persona seria, che meritava rispetto. Aveva firmato per il Galaxy e la società si era offesa, ma lui era impeccabile in campo e in allenamento nonostante lo avessi tenuto fuori per tre partite. Gli ho chiesto scusa davanti a tutti”.

"A Ibra dissi basta Ajax"

Alla Juventus, nel frattempo, Capello aveva allenato il primo Zlatan Ibrahimovic "italiano", arrivato a Torino nel 2004 dopo gli anni in Olanda: "Con lui ho avuto a che fare con un ragazzo orgoglioso e determinato, che capiva quando i consigli venivano dati per migliorare. Gli dissi: 'basta Ajax'. Volevo meno numeri, meno estetica e più pratica. Gli ho levato la gioia di giocare ma è diventato un realizzatore conservando la tecnica. Però il merito è stato suo nell’aver tesaurizzato i miei consigli".