Terra di combattenti, campioni che non mollano mai noti per la loro proverbiale "garra charrua". Ma esistono le eccezioni, e così anche l'Uruguay ci ha regalato diversi bidoni. Ecco i "migliori", in campo con il 3-4-3
MAURO GOICOECHEA (Roma, 2012-2013). Con il ritorno, a 13 anni di distanza, di Zeman sulla panchina giallorossa, è lui il nuovo portiere: soffia il posto a Stekelenburg, in rotta con il club, salvo “restituirlo” dopo una serie memorabile di papere e un comico autogol contro il Cagliari, quando dopo un’uscita alta si fa sfuggire la palla in rete
LA FLOP 11 DELL'OLANDA IN SERIE A
BRUNO MONTELONGO (Milan, Bologna, 2010-11). In Italia veste due maglie, per modo di dire, dato che non colleziona nemmeno una presenza ufficiale. L’unica volta che lo si vede in rossonero è in un’amichevole contro l’Al Ahly; a gennaio passa al Bologna e si rompe il crociato. A fine stagione il ritorno in Uruguay
LA FLOP 11 DEL BRASILE IN SERIE A
GONZALO SORONDO (Inter, 2001-2004). Una gara con la sua nazionale contro il Brasile di Romario gli permette di fare bella figura davanti agli osservatori nerazzurri, che investono 18 miliardi per regalarlo a Cuper. In due stagioni colleziona però solo erroracci e magre figure, prima di iniziare a vagare in prestito tra Standard Liegi, Crystal Palace e Charlton
LA FLOP 11 DEL PORTOGALLO IN SERIE A
ALVARO PEREIRA (Inter, 2012-2014). Con il Porto vince campionato, Europa League, coppa nazionale e Supercoppa, imponendosi come una pedina fondamentale sulla sinistra. L’Inter crede di aver pescato l’uomo giusto per sistemare la fascia ma si ritrova in casa solo un lontano parente di quell’esterno potente e veloce
MATHIAS CARDACIO (Milan, 2008-2009). Approda in Italia in coppia con il connazionale Viudez, dichiarando di ispirarsi a Pirlo, per un’accoppiata di bidoni memorabile. Un vero oggetto misterioso, che in rossonero collezionerà una decina di minuti in campionato e una mezz’ora in coppa Italia
JOSE PERDOMO (Genoa, 1989-1990). La sentenza di Boskov accompagnerà per sempre il suo nome, con quel “mio cane in giardino gioca meglio di Perdomo” che costò un deferimento e una multa all’allenatore della Sampdoria. Non che i tifosi del Genoa la pensassero molto diversamente: una stagione anonima e la cessione, al Coventry City
PABLO GARCIA (Milan, Venezia, 2000-2002). In tanti rimasero a bocca aperta quando, nel 2005, lo ingaggiò il Real Madrid. In Italia era passato qualche anno prima, bocciato prima dal Milan e poi dal Venezia per la sua lentezza. Con i Galacticos, comunque, dura appena una stagione, ceduto dopo l’arrivo in panchina… dell’italiano Fabio Capello
CRISTIAN RODRIGUEZ (Parma, 2015). Gran dribbling, ottima tecnica, nel gennaio 2015 “El Cebolla” lascia l’Atletico Madrid dove non gioca titolare per conquistarsi a Parma una maglia della Celeste in vista della Copa America. Trattativa condotta da solo, non avendo un procuratore, salvo scoprire poco dopo che il club ducale sta per fallire. “Mi avevano detto che c’era un presidente ricco…”, rivelerà
ANTONIO PACHECO (Inter, 2001). Amico di Recoba, con cui condivideva anche il procuratore, Paco Casal. Proprio lui convinse i nerazzurri della bontà dell’affare, spacciando per fenomeno un giocatore che in Italia metterà insieme 15 minuti in tutto in una stagione
EMILIANO ALFARO (Lazio, 2012-2014). Bidone di gennaio, arrivato con la fama del bomber e ripartito dopo aver collezionato 8 presenze e zero reti. Una parentesi negli Emirati Arabi per ritrovare il feeling con il gol e il ritorno in biancoceleste… dove trova meno spazio di prima
DIEGO FORLAN (Inter, 2011-12). Miglior giocatore del Mondiale 2010, con l’Atletico Madrid colleziona numeri (e trofei) da record, distinguendosi come uno dei migliori attaccanti del momento. Così, salutato Eto’o, l’Inter lo sceglie per sostituire il camerunense, nonostante le perplessità del nuovo allenatore Gasperini. E alla fine il flop è memorabile
PANCHINA:
FABIAN CARINI
(Juventus, Inter, Cagliari). Il suo nome è legato principalmente a uno scambio di mercato che ancora oggi tormenta i tifosi interisti, che se lo videro rifilare nel 2004 per Fabio Cannavaro. In nerazzurro gioca meno di 10 partite, prima di essere girato al Cagliari, dove tra incertezze e prestazioni opache scivola ai margini della rosa
WALDEMAR VICTORINO (Cagliari, 1982-83). Arrivato dopo aver impressionato con il suo Uruguay in una partita contro l’Italia, in A non va oltre le 10 presenze in campionato, dando vita a numerose leggende sul suo conto: c’è chi raccontava che avesse 10 anni di più di quelli che diceva di avere e chi affermava addirittura che quello arrivato in Italia fosse in realtà il fratello
TABARE’ VIUDEZ (Milan, 2008-09). In rossonero insieme al “gemello” Cardacio, altro bidone con cui viaggia in coppia e al quale è sempre associato il suo nome per l’incredibile abbaglio che il Milan prende nell’estate 2008. Vanta comunque un grande record: una presenza in A, contro l’Atalanta, entrando al posto di Beckham a 7 secondi dal fischio finale