Totti: "Aspetto di prendere un caffè con Friedkin. Tornerò a Trigoria a tempo debito"

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L'ex capitano della Roma intervistato da Paolo Condò su Repubblica: "Incontrerò la famiglia Friedkin quando mi inviteranno a prendere un caffè, e penso che succederà. Pallotta decideva in base a notizie riportate, ha commesso degli errori". Su Zaniolo: "Può diventare un grandissimo. Si leghi a  Lorenzo Pellegrini, che da romano sa gestire privilegi e rischi del giovane campione in una città così differente dalle altre"

TOTTI AGENTE DI ALMAVIVA, IL RAGAZZO DELLA FASCIA

"Se lei mi chiede quando incontrerò la famiglia Friedkin le rispondo: quando mi inviteranno a prendere un caffè, e sinceramente penso che succederà. Ma al momento non c’è stato alcun contatto". Francesco Totti ha le idee chiare sul futuro e sul suo rapporto con la Roma, salutata a giugno 2019 anche da dirigente dopo l'addio al calcio giocato di due anni prima. Intervistato da Paolo Condò su Repubblica, l'ex numero 10 giallorosso spiega anche il suo punto di vista sul cambio di proprietà in casa Roma: "Dan Friedkin ha capito in fretta la cosa fondamentale: a Roma la proprietà dev’essere fisicamente presente, e l’annuncio che il figlio Ryan verrà a vivere qui va nella giusta direzione. Pallotta ha commesso degli errori perché decideva in base a notizie riportate. Il proprietario deve viverle in diretta".

"Accompagno Cristian a Trigoria, ma non entro"

Il presente di Totti è alla guida della CT10 Management, agenzia di scouting. "Dopo lo strappo dell"anno scorso mi sono reinventato una vita professionale interessante e piacevole - racconta - lavoro con vecchi amici: Candela segue la Francia, Aldair il Sudamerica. Assieme cerchiamo ragazzi con qualità di base notevoli, e spieghiamo loro la mentalità che porta al vertice". Nei giorni liberi, però Trigoria fa ancora parte del suo destino: Totti accompagna suo figlio al centro sportivo della Roma per gli allenamenti, con una particolare routine. "Porto Cristian all’allenamento ma non entro, non mi va. Se la sessione è lunga torno a casa, se invece è breve lo aspetto sul retro, nel parcheggio all’ombra, sbrigo alcune telefonate, sono sempre in arretrato. Ma dopo qualche minuto arrivano Vito Scala, il personale che ha vissuto con me per 25 anni. Prendiamo un caffè, si chiacchiera, si sorride. Sono stato qualcuno a Trigoria, tornerò a tempo debito".

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"Zaniolo? Segua Pellegrini se vuole diventare un grandissimo"

Alla voce eredi di Totti c'è un nome su tutti: quello di Nicolò Zaniolo. "Può diventare un grandissimo, il talento più cristallino della nuova generazione - ammette Totti - deve maturare come persona e in campo ma succede a tutti i ventenni. Il consiglio migliore che gli posso dare è quello di legarsi a Lorenzo Pellegrini, perché da romano sa gestire bene privilegi e rischi del giovane campione in una città così differente dalle altre". Che continua a regalare tanto affetto al suo ex capitano: "Non mi sono ritirato volentieri, mi consolavo pensando che una volta chiusa la carriera mi sarei almeno riappropriato di una vita. Invece il legame con la gente è diventato ancora più stretto, e aumenta ogni giorno. Mi tengo stretto l'affetto. popolare".

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"Pirlo dovrà essere un fuoriclasse anche in panchina"

L'arrivo di Andrea Pirlo sulla panchina della Juve ha allargato il numero di campioni del mondo del 2006 che oggi fanno gli allenatori: "Quando parla un allenatore che è stato un campione, lo spogliatoio ascolta perché lo rispetta - è il pensiero di Totti - naturalmente deve esserci una capacità tecnica, se il campione è un bluff viene scoperto e finisce tutto. Andrea dovrà essere Pirlo, vale a dire un fuoriclasse, anche in panchina. E da subito". Un pensiero anche per De Rossi: "Sento spesso Daniele, è carico come una sveglia per allenare, per me sarebbe prontissimo e trovavo adeguata l’idea Fiorentina". Parlando di panchine, impossibile non toccare il capitolo Antonio Conte, avvicinato per la Roma 2019/20: "Pensavo di avercela fatta, chieda a Fienga, anche lui ormai si stava convincendo. Parlai con Antonio per dieci giorni in modo sempre più dettagliato, l’avremmo accontentato sulle sue richieste. Ci rimasi male quando alla fine scelse l’Inter".

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L'addio al calcio e un curioso incontro

La sua vita diventerà un film in uscita nelle sale a ottobre, "Mi chiamo Francesco Totti", documentario del regista Alex Infascelli. Le emozioni del 28 maggio 2017, giorno del ritiro, sono ancora vive nella mente di Totti. Che racconta un aneddoto: "Mi sono emozionato due settimane fa, quando abbiamo preso nella nostra agenzia Mattia Almaviva, il ragazzo a cui consegnai la fascia da capitano. Non ci eravamo più rivisti da allora e mi sono emozionato ad ascoltare il suo racconto. Quel giorno venne allo stadio senza sapere niente, non doveva toccare a lui ma al capitano dei più piccoli. Siccome però gli esordienti avevano una gara distante e non facevano in tempo a rientrare all’Olimpico lo informarono che sarebbe toccato a lui. Non so a chi dei due tremassero più le gambe, quel pomeriggio".