Matteo Ruggeri, chi è il ragazzo che ha esordito in Atalanta-Inter

Serie A

Alla scoperta del nuovo giovane talento dell’Atalanta, protagonista per 90 minuti durante la sfida contro l'Inter. Dopo il debutto in Serie A, Ruggeri si è raccontato ai microfoni di Sky Sport, tra i rimproveri del suo primo allenatore per i tiri troppo potenti e un messaggio a tutti i ragazzi che si affacciano oggi al mondo del calcio

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ESORDIENTI IN A '20-'21: RUGGERI NON È IL PIU' GIOVANE. CLASSIFICA

La pressione la conosce già, visti i successi a livello giovanile e i trascorsi nelle varie fasce della Nazionale. Ma quando l'Atalanta lancia un giocatore, c'è sempre un'attenzione particolare: magari ci si trova davanti la nuova rivelazione. Matteo Ruggeri, da questo punto di vista, promette bene. Prima l'esordio per pochi minuti contro il Liverpool, poi la scelta di Gasperini di lanciarlo titolare contro l'Inter, una diretta avversaria per le posizioni di vertice, sulla fascia sinistra. 18 anni compiuti a luglio, i bergamaschi si accorgono subito di lui e del suo sinistro e a 9 anni lo accolgono nel vivaio. "Non tirare forte, rischi di far male gli altri bambini" gli diceva Alessandro Bonacina, suo allenatore alla Polisportiva Zognese. Dai campi della Val Brembana al Gewiss Stadium: nel mezzo uno scudetto con gli Allievi B, una Supercoppa con la Primavera e la finale degli Europei U17.

"Emozione pazzesca, merito di sacrifici e vita sana"

Un episodio, quello che riguarda i rimproveri di Bonacina a causa del suo tiro troppo potente, che è stato confermato dallo stesso Ruggeri, intervenuto nel post partita ai microfoni di Sky Sport: "Mi diceva sempre di tirare più piano perchè colpivo i bambini e gli facevo male", racconta sorridendo. Un misto di emozione e lucidità, la prima volta di Ruggeri è indimenticabile: "Oggi è stata un'emozione pazzesca, ho fatto tutta la trafila nel settore giovanile ed esordire in Serie A è un sogno. Un consiglio per i giovani calciatori? Il calcio è un gioco e la prima cosa che deve esserci è il divertimento. Nessuno avrebbe detto che sarei arrivato qui un giorno, ma con sacrifici e uno stile di vita sano si può fare. Sono stato fortunato nell'avere allenatori bravissimi che mi hanno insegnato a diventare un uomo".

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"L'Atalanta è la società che tutti sognano"

Ruggeri ha poi parlato della struttura Atalanta, all'interno della quale è cresciuto e come lui tanti altri talenti, oggi protagonisti della Serie A: "Tutti sognano di giocare in una società del genere, perchè ti insegna a crescere sia sul piano umano che su quello calcistico. Credono tanto nei giovani e in un certo tipo di gioco, ti costruiscono per diventare uno che sa giocare a calcio, non si concentrano solo sull'aspetto fisico o tattico. La scuola? Con gli allenamenti faccio un po' fatica a seguirla, ma mia mamma Isabella ci tiene molto".

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L'idolo Valentino e il modello Marcos Alonso

Matteo Ruggeri ha capito di essere sulla strada giusta per inseguire il sogno di essere un calciatore affermato. È un ragazzo determinato, concentrato, di valori. "L'educazione è la prima cosa. Più della tecnica conta la testa, se un giocatore ci crede davvero può arrivare" aveva detto in un'intervista l'anno scorso. Il suo riferimento per il ruolo è Marcos Alonso, perché unisce la gamba alle qualità al tiro. Ma anche Spinazzola, Kolarov, Ghoulam: giocatori che sanno fare la differenza in entrambe le fasi di gioco. L'idolo fuori dal campo è Valentino Rossi, anche se è difficile conciliare la passione per i motori e gli impegni del campo. Specialmente se la sua ascesa non dovesse fermarsi qui. Una passione nata insieme a suo cugino, come ha raccontato a Sky Sport: "Fin da piccolo ho avuto questa passione. Preferisco la MotoGP alla Formula 1". Adesso però quello che corre forte è lui. Il "gran premio della Serie A" è appena cominciato, ma a giudicare dalle prime impressioni, il traguardo per Matteo Ruggeri è ancora molto, molto lontano.

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