Juve-Napoli, ecco perché si è arrivati a questa sentenza

Serie A
Matteo Marani

Matteo Marani

La Corte sportiva d'appello della Federcalcio ha respinto il ricorso del Napoli: resta il 3-0 a tavolino per la Juventus e il punto di penalizzazione in classifica. Ecco perché si è arrivati a questa sentenza

JUVE-NAPOLI, LA SENTENZA DEL COLLEGIO DI GARANZIA DEL CONI

La decisione della Corte d'Appello è una decisione molto forte, che non mi aspettavo in termini così duri. Una sentenza più forte del primo grado emesso dal giudice Gerardo Mastrandrea, e che si basa su un lavoro complesso. Ricorderete che per la decisione del Giudice Sportivo sulla partita non giocata tra Juve e Napoli si era atteso qualche giorno. Che cos'è successo in quel momento? La Procura federale ha lavorato senza decidere immediatamente e cercando di mettere insieme gli elementi, che sono quelli che leggiamo nella decisione di oggi. Questi elementi vanno dalla cancellazione dei tamponi da parte del Napoli, alla cancellazione del charter e alla - la definisco così - sollecitazione alle Asl da parte del club. In sintesi: perché il Napoli - si chiede la procura - ha insistito con l'Asl per ottenere una risposta quando in realtà non avrebbe dovuto averla? Quindi qual è l'aspetto che è venuto meno in questa vicenda? Il protocollo. 

Il ruolo del protocollo

La tesi del Napoli riguarda il ruolo delle Asl, un tema che è molto delicato. Per la Corte non ci deve essere uno spazio interpretativo, ma un'attuazione di un protocollo. Mentre il Napoli sostiene che l'Asl è giudice. Il punto centrale è sempre quello: la contrapposizione tra protocollo e le decisioni dell'Asl. Ma la tesi che siano proprio le Asl a decidere (e non il protocollo) cancella di fatto il protocollo stesso, annullandolo insieme a mesi di lavoro. Se dovessimo toglierlo non ci sarebbe più il campionato di calcio. E allora si decida: se si sceglie di non giocare più, allora si toglie il protocollo, ma se si vuole giocare non c'è altra soluzione. Ho sentito di recente anche delle critiche. Certo, tutto è migliorabile, ma non credo che il documento sia stato redatto male, affatto, tant'è che sta permettendo al campionato di continuare e di superare situazioni critiche, anche più complicate di quella del Napoli. Penso al Parma che va a Udine, penso al Milan che va a Crotone. Ci tengo a sottolineare proprio questo, l'importanza del protocollo, e il fatto che sia per tutti. Non è una questione solo di Juve e Napoli, ma il documento porta una firma unica, che è quella della Federazione che rappresenta tutte le squadre e che ha elaborato il testo, dopo un percorso lungo e complesso servito per mettere in salvaguardia il sistema calcio, un sistema industriale che produce entrate e posti di lavoro. Il protocollo è questo: uno strumento, è di tutti, e serve per fare arrivare questo campionato fino in fondo, che è nell'interesse di ogni società. Non dev'essere nemmeno una gara a chi si comporta meglio o a chi fa più bella figura: il principio è avere un punto di riferimento comune: è il protocollo, è la Federazione.