Mihajlovic presenta la sua autobiografia: i ricordi con Totti, Stankovic, Ibra e Mancini
Serie ASinisa Mihajlovic ha presentato la sua autobiografia “La partita della Vita”, in streaming su Gazzetta. In collegamento grandi amici e campioni che hanno accompagnato Sinisa nella sua lunga storia calcistica: da Roberto Mancini a Zlatan Ibrahimovic, da Francesco Totti a Dejan Stankovic
Una rimpatriata virtuale per presentare la sua autobiografia, contenuta nel libro "La partita della vita": è la scelta di Sinisa Mihajlovic, che in appuntamento in streaming organizzato dalla Gazzetta dello Sport ha incontrato grandi nomi del mondo del calcio, amici ed ex compagni di squadra e panchina. "Non pensavo di dover scrivere questa autobiografia a 51 anni, mi ritengo molto giovane, ma visto come ho affrontato la malattia e la possibilità di mandare un messaggio di speranza per chi si trova nella stessa condizione, ho deciso di anticipare i tempi" ha spiegato l'allenatore del Bologna. "Ho vissuto ogni partita come fosse la vita e la vita come una partita" è una sintesi del serbo, che si e' raccontato attraverso 51 capitoli, quanti i suoi anni, a partire da quelli dell'infanzia e della guerra. Un viaggio tra ricordi ed emozioni come "il primo pallone di pelle che massaggiavo con la crema ogni sera prima di portarmelo a letto".
Stankovic: "Sinisa un idolo, lo guardo come un padre"
Non poteva mancare tra gli amici di Mihajlovic Dejan Stankovic, oggi allenatore della Stella Rossa, ieri compagno di squadra di Sinisa con Lazio e Inter, da giovane raccattapalle mentre l'attuale allenatore del Bologna vinceva la Coppa dei Campioni in campo ("Non ci sarà mai più una squadra come quella - la ricorda - era come vivere in una favola") nel 1990. "Lo guardo come un padre - le parole di Stankovic - per noi serbi Sinisa è un idolo, un uomo con attributi grandi. Lo ha dimostrato più volte, ma soprattutto con la malattia ha dimostrato come non si molla di un centimetro. Lui rappresenta la Serbia". Stankovic ha ricordato quando Mihajlovic infiammò una sfida Croazia-Jugoslavia nel 1999: "Per noi è un'icona. Lo ha dimostrato più volte, ma soprattutto con la malattia, ha dimostrato come non si molla di un centimetro". Un altro ricordo porta alle sigarette fumate insieme nel ritiro della Lazio.
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Mancini: "Di fronte alla malattia si dimentica tutto"
In collegamento c'è stato anche il Ct della Nazionale Roberto Mancini. "Dal punto di vista calcistico è stata la persona più importante per me - la definizione di Sinisa - ho giocato con lui alla Sampdoria e alla Lazio, l'ho avuto come allenatore alla Lazio e all'Inter, poi mi ha voluto come secondo in nerazzurro. Ho iniziato a stimarlo come giocatore prima che come uomo. Si era creato questo feeling tra di noi, ci capivamo al volo.". Un rapporto solido, che va avanti da 30 anni: "Quasi un matrimonio, dopo quello con Arianna" è l'ironia dell'allenatore serbo. Il Ct azzurro ha ha raccontato di quando qualche mese fa è andato a trovare Mihajlovic all'ospedale dove era ricoverato per la leucemia: "Di fronte a una cosa cosi' terribile si dimentica tutto - la spiegazione di Mancini - l'amicizia è molto più grande di altre stupidaggini. o sentito il bisogno di andarlo a trovare perché mi sembrava impossibile che uno come lui potesse avere una cosa così terribile". Fino all'interrogativo per Mancini: Chi porterei in nazionale tra Sinisa, Stankovic e Totti? Beh, due sono serbi, è facile. Noi abbiamo avuto la fortuna di giocare negli anni più belli della Serie A, il livello era molto molto alto, e tra i campioni c'era grande rispetto, grande stima".
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Sinisa a Totti: "L'ho fatto esordire in A, mi deve una cena"
Mihajlovic lo ha definito il calciatore più forte degli ultimi 20-30 anni, così Francesco Totti non poteva non rispondere presente alla convocazione: "Mi deve una cena perché è grazie a me se ha esordito in A nella Roma a 16 anni" scherza Sinisa, raccontando un aneddoto. "Dissi a Boskov durante una partita della Primavera: vediamo questo ragazzino, è forte, portiamolo con noi a Brescia. Questo sarà forte. Lui accettò, poi a pochi minuti dalla fine chiesi al mister: dai, mettilo dentro. E lui: vieni, ragazzino. E si girò Muzzi". Giù risate, le stesse che si scatenano sul presente: "Francesco deve stare dentro il calcio, non deve fare il procuratore" è l'invito dell'allenatore. "Ma se non mi vuole nessuno, che faccio?" la replica. Con l'inserimento di Mancini: "Prima o poi tornerà nella Roma". Eppure tre anni fa lo stesso Sinisa aveva provato a portare l'ex capitano della Roma al Torino: "Ci ho parlato, ma Francesco è stato subito netto, dopo Roma non poteva andare in altre squadre in Italia". Nel dialogo si inserisce Walter Sabatini, dirigente della Roma ai tempi dell'addio: "Sei una delle c****te che ho fatto nella mia vita, ho fatto un grande errore, ti chiedo scusa adesso". Scuse accettate. Il dirigente del Bologna è stato anche la persona che fu costretto a dire a Sinisa che aveva la leucemia: "Dovevo dirgli che era un morto che camminava, non è stato facile. E lui mi ha risposto: adesso come faccio a dirlo a mia moglie?".
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"Con Ibra non è stato subito amore, volevo ammazzarlo"
"Tra noi non è stato amore a prima vista, in campo ci beccavamo. Poi all'Inter siamo diventati amici, è stato fantastico. Ho sempre detto che se vado in guerra lui va in prima fila e io in seconda". Parola di Zlatan Ibrahimovic, altro protagonista della conversazione allargata, che ha ricordato anche i tempi della malattia dell'allenatore: "Sinisa è stato più forte di me e lui ha passato forza a me". Eppure all'inizio tra i due non è stato tutto facile: "In un Juventus-Inter ci siamo beccati in campo, volevo ammazzarlo - ricorda Mihajlovic - per fortuna non è successo nulla, quando è arrivato all’Inter ho scoperto che è un bravissimo ragazzo. Sono molto orgoglioso di essere un suo amico". A 39 anni Ibra è ancora protagonista in A: "Può giocare anche con una gamba sola fino a 50 anni" assicuara Totti. E quando il vice direttore della Gazzetta Andrea Di Caro chiede quanti gol avrebbe fatto Ibra con Totti alle spalle, la risposta di Sinisa è: " Almeno il doppio di quelli che ha fatto, ma anche Francesco avrebbe fatto il doppio". Totti non si fa pregare: "Come Nocerino al Milan".
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"Moratti: "Ho cercato di mettere Sinisa su panchina Inter"
Negli ultimi capitoli del libro c'è spazio per il coronavirus, che ha colpito Mihajlovic e altri ospiti della videopresentazione. Non sono mancati i ricordi dei tempi dell'Inter con Massimo Moratti: "Era bello stare vicini a Mancini, Mihajlovic e Stankovic - le parole dell'ex presidente dell'Inter - Sinisa è sempre stato un punto di riferimento fuori e dentro il campo. Ho cercato di metterlo in panchina,ma poi era il periodo in cui stavo per andarmene, sarebbe stata una bella scelta". Carezze ricambiate da Sinisa: "Lei per me è stato come un padre". Finito qui? No, perché con Mihajlovic, Stankovic, Totti, Mancini e Ibrahimovic resta una domanda: chi tira i rigori. Risponde Ibra: "Io e Stankovic ci mettiamo fuori, allora tocca a voi".