Il campione svedese si è raccontato al sito ufficiale dell'Uefa, svelando qualche segreto dei suoi strabilianti risultati: "Di solito a 30 anni si comincia a calare, io ho iniziato a giocare meglio. Tutto merito della mia mentalità, anche se ora mi riposo di più rispetto a quando ero più giovane". E sul futuro: "Continuerò a giocare fino a quando sarò al top"
L'infortunio al polpaccio, che lo terrà fuori fino alla fine del 2020, non lo ha cambiato. E' sempre il solito Zlatan Ibrahimovic, quello che si racconta in una lunga intervista concessa al sito ufficiale dell'Uefa. E quando gli si chiede se sia più difficile domare lui o un leone la risposta è quasi scontata: "Zlatan al 100%. Puoi domare un leone, ma non puoi domare Zlatan. Siamo due animali diversi". Tra risposte più serie, riguardanti la propria carriera, e altre un po' più curiose ("Sono sicuro che distruggerei King Kong in un match di braccio di ferro"), il campione rossonero si è raccontato a 360°.
"Il mio segreto è la mentalità, ma ora mi riposo di più"
Ibrahimovic ha spiegato all'Uefa il motivo della sua apparente eterna giovinezza, che a 39 anni lo pone ancora come uno dei migliori attaccanti d'Europa: "Non sono mai soddisfatto e voglio sempre di più. Non vedo molti giocatori della mia età che si sono comportati o si stanno comportando come me. Il momento in cui un giocatore supera i 30 è quello in cui sei destinato a calare e poi ritirarti. Per me dopo i 30 è quando invece ho iniziato a diventare ancora migliore. Il segreto è la mentalità e quella non costa nulla". Ibra prosegue, spiegando come la sua vita fuori dal campo sia cambiata rispetto a quando era più giovane: "Vorrei avere il cervello di Zlatan in un corpo di 25 anni. Mi stanco più velocemente adesso e dormo molto perché ho bisogno di recuperare di più. Ad esempio dopo le partite, prima avevo bisogno di un giorno per recuperare, adesso me ne servono due o tre, ma è normale. Continuerò a giocare finchè sarò al top, perchè mi fa sentire vivo. Non voglio avere vantaggi perchè sono considerato anziano. Voglio essere considerato come un giocatore di livello mondiale e paragonato a tutti gli altri".
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"Chi giocherà fino a 50 anni tra me e Buffon? Per lui è facile..."
Infine l'attaccante del Milan si è divertito a rispondere ad alcuni paragoni. Interessante sapere come in una squadra dei suoi sogni sarebbe lui e non Messi a tirare i calci di rigore, semplicemente perchè "il capitano sarei io e quindi deciderei io chi batte". Inevitabile il confronto con Benjamin Button ("Anche se io lo sto facendo nella realtà, quello era solo un film per il cinema") e con un'altra leggenda del calcio mondiale come Gigi Buffon. E su chi dei due potrà giocare fino a 50 anni, Ibra non ha dubbi: "Per lui è facile: ha solo bisogno di stare in porta e bloccare i palloni. Probabilmente può andare avanti più a lungo senza aver bisogno di essere in perfetta forma, ma sono convinto che gli darei del filo da torcere". Ibra conclude con un ringraziamento al compagno di mille avventure, Maxwell. Al quale però invidia una cosa: "Lui ha vinto un trofeo in più di me: la Champions League". Tipico del leone Ibra.