Sanremo, vincono i Maneskin! Quando Damiano disse: "Sogno di diventare il nuovo Totti"

FESTIVAL 2021

Alfredo Corallo

La band ha vinto la 71^edizione del Festival con la canzone "Zitti e buoni" davanti alla coppia Fedez-Francesca Michielin e a Ermal Meta. È il trionfo del leader Damiano David, grande tifoso della Roma, che ai tempi di "X Factor" aveva un sogno: "Essere il nuovo Francesco Totti della musica". E che insieme ai suoi Maneskin lo scorso novembre ha anche firmato con il pezzo "Vent'anni" la colonna sonora della Champions di Sky 

SANREMO, IBRA FA LA FORMAZIONE DEL FESTIVAL. FOTO

 

 

"L'icona fluida della nuova sessualità? Ma che vor dì? Io so' tutto solido...". Damiano David è un "tajo", come direbbero a Roma. Davanti ai critici che si affannavano a modellarlo a loro immagine e somiglianza con le etichette più stravaganti, ricoprendolo di definizioni a effetto, la nuova stella del rock italiano tornava nudo e crudo, nel suo stile, "coattizer", urlando la sua identità e svelando l'anima di un tifoso: "Siamo arrivati secondi, embè? Pure la Roma arriva sempre seconda, 'ndo sta il problema?". A quattro anni di distanza dalla medaglia d'argento di "X Factor 2017" il frontman dei Måneskin si gode la vendetta e avvia la rivoluzione, campione con il suo gruppo al Festival di Sanremo davanti alla coppia Fedez-Francesca Michielin e a Ermal Meta e anche il titolo del brano suona come la migliore risposta a chi lo accusava di "rosicare" per essere arrivato dietro Lorenzo Licitra nell'undicesima edizione del talent targato Sky. Anche quella volta sul palco c'era il marito di Chiara Ferragni - da giudice - e soprattutto il suo pigmalione ed ex "coach" Manuel Agnelli, che l'ha affiancato in una performance da urlo nella serata delle cover sui ritmi vertiginosi di "Amandoti" dei CCCP.

I Maneskin a X Factor
©LaPresse

Måneskin colonna sonora della Champions di Sky

Dall'inedito "Chosen" al trionfo sanremese è stato un crescendo di popolarità per la band e il suo leader che nel frattempo hanno fatto il pieno di dischi di platino e d'oro con pezzi del calibro di "Morirò da re", "Torna a casa", "L'altra dimensione" e "Vent'anni", che lo scorso novembre è stato la colonna sonora della Champions di Sky Sport, sposandosi alla perfezione con la genialità e la voglia di rivalsa di tanti giovani campioni in campo. Un singolo che si rivolge alla propria generazione con una lettera aperta che è un messaggio carico di libertà e anticonformismo contro hating, apparenze, stereotipi e pregiudizi. "Ho scritto quello che io stesso avrei voluto sentirmi dire da qualcuno più adulto ora che ho vent'anni", l'analisi di Damiano, che ha ringraziato Sky Sport "perché avete realizzato un sogno, questo è il momento più alto della mia carriera". Rimasto sempre fedele alla sua natura così selvaggia e allo stesso tempo sofisticata, un mix - per usare una similitudine calcistica - di Francesco Totti e dell'altra star del Festival 2021, Zlatan Ibrahimovic...

 

Tutta colpa di Ibra

In questa scalata all'Olimpo della musica italiana, Damiano non ha mai dimenticato le origini... di vero romanista. Perfino nel camerino dell'Ariston, prima del debutto di mercoledì, è rimasto incollato al telefonino per seguire la partita di capitan Pellegrini e compagni su Sky Go, esultando per la vittoria dei ragazzi di Fonseca con la Fiorentina. E chissà che, come in altri concerti, non gli sia passato per la testa di indossare la maglia giallorossa e sventolarla in faccia a Ibra... E sì, perché la Roma che arrivava "sempre seconda" era quella di Luciano Spalletti, quando la Juve non aveva ancora l'esclusiva dello scudetto e l'Inter di Roberto Mancini e del gigante svedese faceva disperare il pischello, all'epoca un lupacchiotto di 8-9 anni, "romanista grazie a papà", come ci raccontò all'indomani della finale di X Factor insieme agli altri soci Victoria De Angelis, Ethan Torchio e Thomas Raggi detto "Er Cobra", il laziale della crew.

Damiano David

 

"Sogno di diventare il nuovo Totti"

Quel 2017 che rimarrà nella storia anche per l'addio al calcio di Francesco Totti, idolo di Damiano, che ci aveva confessato di sentirsi pronto a raccoglierne l'eredità: "Non sarebbe male essere il nuovo Totti d'Italia, Francesco è il numero uno". Ma subito quasi "pentito" di aver profanato tale divinità, con la mano alla tesa del suo cappellone da suburban cowboy - che tanto di moda andavano negli anni '80 (quelli di un'altra grande Roma) - e quasi a scusarsi, a dire: "Totti rimarrà unico, chapeau, stavo a scherzà...".