Totti: "Sono cresciuto alla Roma e morirò lì. Vorrei fare un film con Verdone"

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L'ex capitano giallorosso si racconta a Sette, magazine del Corriere della Sera: "Mi spiace non essere più dentro la Roma. Con Spalletti discorso chiuso, giriamo pagina. Tornare con i Friedkin? Magari tra qualche anno, mai dire mai. I social hanno fatto sbarellare i giocatori, ma non ci sono più campioni". Poi la proposta a Verdone: "Mi piacerebbe fare un film con lui"

"Mi dispiace tantissimo non essere più dentro la Roma. Tantissimo. Per me era non dico la seconda casa ma quasi la prima. Sono cresciuto là e morirò lì dentro. Per me era impensabile un giorno cambiare strada e andare via da Trigoria. Ma stavo con le spalle al muro, non potevo sottrarmi, dovevo prendere questa decisione. Drastica, brutta, però ho dovuto farlo per rispetto a me stesso. E ai tifosi". Francesco Totti torna a parlare della “sua” Roma in una lunga intervista concessa a "Sette", settimanale del Corriere della Sera. Nastro dei ricordi riavvolto al 2017, anno del suo ritiro: "Sapevo che prima o poi avrei dovuto smettere. Bisogna essere realisti. A 40 anni è pure difficile arrivare e continuare a giocare al livello giusto. Però nel mio caso sono stato costretto. Una soluzione si poteva trovare, insieme. Avrei voluto smettere in un altro momento. Avrei voluto essere io a prendere la decisione", ha proseguito l'ex capitano della Roma.

"Spalletti? Discorso chiuso, voltiamo pagina"

Totti che non ha voluto aggiungere nulla sul suo rapporto con Luciano Spalletti: "Se ho qualcosa da dire? No, per me è stata chiusa nel momento in cui lui è andato via e io ho smesso di giocare. Per me lì c’è stata la chiusura definitiva. È inutile dire che ci sarebbero altre cose da sottolineare o da fare. Non servirebbe a niente, ormai è successo. Ha sbagliato lui, ho sbagliato io, ha sbagliato la società, non so chi ha sbagliato. Ormai è successo, è passato. Mettiamolo nel dimenticatoio, giriamo pagina". L’ex numero 10 giallorosso racconta l’emozione nel rivedersi nella serie tv 'Speravo de morì prima' in onda dal 19 marzo su Sky Atlantic: "Nel documentario ero io che raccontavo, per me era più facile identificarmi. E comunque mi sono riconosciuto. Come anche nella serie, che era più difficile perché è finzione, invenzione e io non ero più l’io reale ma un attore che doveva fare quello che facevo io. Un meccanismo che mi ha fatto capire alcune cose del mio carattere, del mio modo di fare che solo l’occhio degli altri ti può mostrare con sincerità e schiettezza". A proposito di film, da Totti arriva una proposta niente male: "Se Carlo Verdone se la sentisse, potremmo interpretare un remake di 'In viaggio con papà'".

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"Tornare alla Roma? Mai dire mai"

Totti analizza poi i cambiamenti del calcio di oggi: "Sono successe tante cose. Prima l'arrivo dei social che ha fatto sbarellare e rendere più individualisti i giocatori, poi questa anomalia di un campionato col Covid e senza pubblico. Ma il problema è più di fondo, stanno sparendo i campioni. Ci sono meno campioni e più giocatori costruiti". Pensiero al suo presente e al suo futuro: "Cosa mi piacerebbe fare nella Roma di Friedkin? Sinceramente non ci ho mai pensato e non ci sto pensando. Adesso ho intrapreso questo nuovo lavoro, il management dei giovani talenti, e quando parto con una nuova avventura cerco di portarla a termine. Ora lasciare alcune persone per strada e ritornare nella Roma mi sembrerebbe scorretto nei confronti di questi ragazzi. Poi tra due, tre, cinque, dieci anni, chissà. Nella vita mai dire mai. Quando ci sarà l’occasione di incontrarsi con loro ne parleremo con serenità, con tranquillità".

"De Rossi un fratello. Cassano? Un fenomeno. Se mi avesse ascoltato…"

Una carriera straordinaria, con due soli episodi da cancellare secondo lo stesso Totti: "Il calcio a Balotelli e lo sputo a Poulsen. Sono state le cose più brutte che potessi fare, cose non da me. Tuttora non riesco a capire come possa aver compiuto gesti simili". Pensiero su due ex compagni di squadra: "De Rossi? Gran giocatore, è stato un fratello, è sempre stato mio tifoso. Quando giocavo lui faceva il raccattapalle e, come ha detto lui, sono sempre stato un suo idolo. Siamo cresciuti quasi insieme. Mi dispiace che abbia fatto il capitano per così poco tempo. Gli ho fatto un po’ da tappo, ma non è stata colpa mia", ha affermato Totti. Che ha poi parlato così di Antonio Cassano: "È stato il giocatore con il quale mi sono divertito più di tutti, abbiamo fatto delle cose impensabili, da circo. Però per me lui si è espresso al 30-40% delle sue potenzialità. Gliel’ho sempre detto: se lui mi avesse ascoltato un po' di più, avrebbe fatto la mia stessa trafila, cioè sarebbe rimasto a Roma per vent’anni, di sicuro. A Roma la gente era innamorata di lui. Cavolate o non cavolate, carattere non carattere, lui in campo era quello che era. Un fenomeno".

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