Inter campione, Conte a Sky Calcio Club: "Mi godo questo successo, poi penserò al futuro"

SKY CALCIO CLUB

Dopo lo scudetto vinto con 4 turni d'anticipo, l'allenatore nerazzurro ha commentato a Sky Calcio Club: "Siamo sereni e molto contenti, è stato un ottimo lavoro di tutti". Sulla svolta tattica: "Una squadra matura sa come comportarsi durante la partita e non deve avere un solo copione. Il mio gruppo è moderno, sa fare tutto: ci adattiamo agli avversari senza snaturarci". Dalla difficoltà del compito ("Non è semplice vincere con l'Inter") al futuro: "Ora voglio godermi il momento"

INTER, LO SPECIALE SCUDETTO

Missione compiuta dall’Inter, campione d'Italia con quattro turni d’anticipo. Ecco il 19° scudetto nerazzurro, trionfo che interrompe il dominio della Juventus e che premia Antonio Conte tra i suoi protagonisti assoluti. Ospite a Sky Calcio Club, l’allenatore dell’Inter ha commentato la domenica di festa della squadra: "Ora siamo più sereni, soddisfatti e molto contenti. Aver riportato lo scudetto all’Inter, vinto con 4 giornate d’anticipo, testimonia il buon lavoro di tutti. C’è molta più serenità, siamo veramente contenti. Mancano 4 partite, vogliamo continuare a fare bene, ma sarà giusto dare spazio a chi ha giocato meno: non perché non lo meritassero, ma per via delle scelte. Cercheremo fino alla fine di fare del nostro meglio. I ragazzi sanno che tipo di mentalità mi aspetto da parte loro".

Conte: "Ecco la mia svolta tattica"

Eguagliato José Mourinho con 32 vittorie nelle prime 50 gare nerazzurro, Conte si è soffermato sul percorso tattico della sua Inter in questi due anni: "Abbiamo provato diverse situazioni con i ragazzi. Abbiamo iniziato come avevamo finito l’anno scorso, ovvero pressione alta a prescindere dalla posizione di campo. Era stato un crescendo, arrivando a -1 dalla Juve e in finale di Europa League. Quest’anno abbiamo riproposto la stessa cosa nelle prime 10-12 partite, con la stessa idea di calcio, ma dopo un po’ gli avversari ti studiano e ci colpivano con i contropiedi. Prendevamo troppi gol, chi vuole vincere ha bisogno dell’equilibrio: la squadra ha imparato a conoscere le diverse situazioni nella stessa partita. Una squadra matura sa come comportarsi durante la partita: serve essere preparati e i ragazzi devono essere in grado di riconoscerle". È stata abbandonata la filosofia precedente per la nuova? "Non l’abbiamo lasciata, percorrere questo tipo di situazione era necessario a causa delle contromisure degli avversari. Un allenatore deve capire che ci vuole sempre un grandissimo equilibrio tra fase difensiva e offensiva". La svolta può essere riconducibile a Sassuolo-Inter 0-3, 9^ giornata di campionato: "Abbiamo cambiato durante l’anno: ci sono partite giocate coi due interni, altre con due registi come Eriksen o Sensi accanto a Brozovic. Contro il Sassuolo avevamo studiato quel tipo di partita: loro portano tanti giocatori, se rubi palla poi hai tutto il campo. La grande squadra non deve avere un solo copione: avendo rispetto dell’avversario, deve capire dove fare male senza snaturarsi. Quando troviamo squadre chiuse sappiamo cosa fare, il fatto della maturazione tattica da parte dei giocatori è stata la chiave. Da allora c’è stato un divario tra noi e le altre squadre".

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"Il gruppo è stato il mio capolavoro"

Quale è stato il capolavoro di Conte in due anni di Inter? "Sicuramente è stata trovare un gruppo di lavoro che si è fidato ciecamente di ciò che ho proposto, della mia leadership. È stata la cosa più grande del gruppo. La crescita di tutti ha portato questo risultato. Di cosa aveva bisogno l’Inter? Della crescita singola di ogni calciatore, che deve alzare l’asticella in campo ma anche nella personalità. Questa per me è la soddisfazione più bella: non ho calciatori che partecipano, ma che hanno vinto". Trapattoni come maestro, ad unirli anche lo scudetto vinto con la Juventus oltre che alla guida dell’Inter: "Onore essere accostato a un uomo come lui, ho avuto la fortuna d’incontrarlo. Era l’allenatore della Juve, senza di lui non avrei fatto questo percorso a livello calcistico alla Juve né come allenatore".

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"Non è semplice vincere con l'Inter"

Una frase che lo trova d’accordo con Beppe Bergomi: "Chi è stato allenatore qui capisce che è una situazione complicata, devi entrarci dentro e stare anche al gioco ma senza snaturarti. Penso sia stato apprezzato anche da parte dei tifosi, inizialmente scettici per il mio passato. Ho sposato la causa come in qualsiasi altro posto mi fossi trovato. L’Inter mi ha preso per tornare a vincere: esserci riuscito in due anni, sfiorando l’Europa League al primo anno, mi riempie di soddisfazione perché non è stato facile". Interrotti 9 anni di dominio Juve, ma ha dato fastidio a Conte sentir dire che la sua Inter gioca male? "No, perché l’Inter gioca un calcio moderno. Sa fare tutto dalla costruzione del basso alla ripartenza, dall’attesa alla pressione alta. I giocatori hanno imparato a fare tutto, a leggere i momenti come una grande squadra, conoscendo i propri difetti e cercando di limitarli esaltando i nostri pregi, che sono aumentati grazie al lavoro. Mi piace rivedere le nostre partite, i nostri gol. Il gol di ieri al Crotone, quello di Eriksen, è un’altra opera d’arte. Sono tutte situazioni preparate: tanti gol che noi facciamo non sono fotocopie, i giocatori non si trovano lì per caso. Tutto fatto con la qualità: puoi propinare idee o giocate, ma c’è la qualità nella giocata conclusiva".

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Da Darmian a Perisic

Innegabile il peso specifico dei big nella stagione dell’Inter, ma nelle ultime partite gli uomini decisivi sono stati altri. Come Darmian: "La squadra esalta il singolo, il talento. Darmian, Perisic, Hakimi e Young sono attaccanti per me nella fase offensiva. I quinti mi danno una possibilità in fase difensiva ma anche offensiva: di base sono ex attaccanti tranne Darmian, nasce terzino di ruolo ma è il prototipo del giocatore moderno, che fa tutti i ruoli con qualità". E Perisic? "La mia idea iniziale era quella di utilizzarlo da quinto, sapendo che aveva le caratteristiche per farlo. Puoi avere idee, ma deve esserci la disponibilità per fare quel tipo di ruolo. Ivan non era così propenso a farlo, è andato via ma è tornato con un’altra voglia. È straordinario perché ha qualità fisiche incredibili, mi aspetto colpi importanti da lui. Era mancato di personalità in campo, quando l’ha capito allora ho iniziato a farlo giocare. Sa benissimo che mi aspetto ancora molto di più da lui". Insomma, riserve addestrate come i titolari attraverso la mentalità di Conte: "Quando facevo il calciatore, ciò che odiavo era quando l’allenatore mi raccontava una bella bugia per tenermi buono. Non l’ho mai fatto coi miei giocatori, anche una brutta verità se necessario. So che possono restarci male, ma so che comunque apprezzano rispetto a falsità o fesserie. Penso che questa sia la base per tenere un rapporto sincero e forte con tutti i giocatori. Qualsiasi mia decisione è per il bene della squadra".

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"Futuro? Ora voglio godermi il momento"

Inevitabile la riflessione sul futuro all’Inter, ma Antonio non si sbilancia: "Abbiamo pensato tantissimo al presente, era troppo importante riportare l’Inter a vincere lo scudetto dopo tanti anni. Adesso il presidente è qui, mancano 4 partite: sinceramente, visto che ho maggiore esperienza, voglio godermi il momento. In passato non lo facevo, stavolta me lo voglio godere perché è stato sudato con tutti quanti. Ci sarà il tempo per parlare tutti insieme e capire la situazione, provare ad organizzarci e capire che cosa ne viene fuori. Ora voglio godermi il momento con famiglia, giocatori e club. Nessuno deve disturbare ciò che abbiamo raggiunto con grande sacrificio".

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