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Mourinho dopo Sassuolo-Roma: "Il nostro è un gruppo unito e imbattibile nell'empatia"

ROMA

L'allenatore giallorosso dopo il pareggio in casa del Sassuolo: "A differenza di quanto è stato detto in settimana, questo è un gruppo unito e imbattibile nell'empatia e nell'amicizia. Il pareggio al 90' cambia un po' la dinamica emozionale della gara, ma c'è frustrazione perché volevamo vincerla. Ma non perdiamo da quattro partita in cui abbiamo ottenuto 8 punti. Centrocampo? Manca un regista, Mkhitaryan ci si avvicina per caratteristiche e, per questo, è il giocatore fondamentale per questa squadra"

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Un gol di Cristante nel finale permette alla Roma di evitare la sconfitta al Mapei Stadium e di uscire con un pareggio per 2-2 dalla sfida contro il Sassuolo. La squadra giallorossa non è riuscita a rispondere con una vittoria a qualche voce negativa uscita in settimana, ma José Mourinho prova a farlo a parole al termine della gara: "Sono state dette tante bugie, ma una cosa vera la dico io. Questo gruppo è imbattibile nell'empatia e nell'amicizia. Potremmo essere scarsi, ma il gruppo è molto unito e nessuno può creargli dei danni. Poi abbiamo i nostri limiti, il secondo gol era da evitare e mi farà venire gli incubi, ma siamo una squadra unita e questo è innegabile", le sue parole nel post partita.

"Pareggio meritato, non perdiamo da quattro gare"

Sul risultato e sulla prestazione, aggiunge: "Il pareggio al 90' cambia un po' la dinamica emozionale della partita, per questa ragione posso paragonare questo risultato alle sconfitte di Verona, Bologna, Venezia. Ci sono tanti aspetti simili, anche in quelle gare abbiamo avuto delle opportunità per pareggiare come accaduto questa volta e avremmo portato a casa quattro punti. Non perdiamo da quattro gare in cui abbiamo ottenuto otto punti. Ne potevamo conquistare di più, ci sono stati i due pareggi contro Genoa e Sassuolo. Venire qui e fare più del 50% di possesso palla non è facile, questo significa che dietro abbiamo avuto maggiore stabilità, soprattutto Kumbulla ci ha aiutato nell'uscita. A centrocampo è mancato ordine e disciplina, ogni volta che la palla arrivava agli esterni c'erano poche opzioni. I due gol derivano da errori di tattica individuale, si potevano evitare. Nell'ultima parte della gara siamo migliorati e si vedeva, il pareggio è stato meritato. Chiaramente c'è frustrazione perché siamo venuti qui per vincere la partita, ma alla fine ci prendiamo questo punto".

"Il rigorista era Oliveira, ma Abraham ha voluto tirare"

Questa volta dal dischetto è andato Abraham, Mourinho chiarisce la gerarchia dei rigoristi: Mourinho: "Il primo era Sergio Oliveira, ma Abraham ha preso il pallone e ha voluto batterlo lui. Anche a Torino aveva fatto così ma Veretout non glielo aveva lasciato. Mi sono nascosto nel tunnel per non vedere".

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"Mkhitaryan è il giocatore fondamentale di questa squadra"

Sul centrocampo: "Oliveira e Pellegrini hanno giocato insieme per la prima volta, tutti e due possono fare meglio dal punto di vista individuale e dell'intesa. Sergio è arrivato da poco e anche Lorenzo è appena tornato, ci siamo presi il rischio di tenerlo 90 minuti in campo. La loro intesa migliorerà, ma non posso nascondere che anche Cristante e Veretout sono giocatori di qualità come loro. Però non abbiamo il giocatore adatto per essere lì nel centro del motore, capace di far girare la squadra. Quello che, per caratteristiche, si avvicina a quel ruolo è Mkhitaryan, quella di metterlo in quella posizione è stata sicuramente un'intuizione felice. È quello che pensa meglio il gioco, che trova meglio gli spazi ed è il giocatore fondamentale di questa squadra in funzione di questo. Dobbiamo lavorare per migliorare la classifica e c'è una Conference League da giocare, la gente sbaglia dicendo che sia una competizione senza squadre di qualità. Ho visto il Rennes contro il PSG ed è un'ottima squadra".

Cosa è successo con Berardi nel finale

A fine gara c'è stato qualche screzio con Berardi: "Ci siamo scambiati qualche parola in maniera educata, gli ho detto che un giocatore come lui non aveva bisogno di simulare. Poi, alla fine, c'è stata qualche parola meno educata tra lui e uno dei miei assistenti. Tutto però si è risolto per il meglio perché Berardi è un ragazzo educato e il mio collaboratore ha un cuore enorme", conclude l'allenatore della Roma. 

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