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Juventus, De Ligt: "Conta solo vincere, anche se non giochiamo bene"

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Il difensore olandese ha parlato della sua esperienza in bianconero a The Guardian, soffermandosi sulla 'mentalità Juve': "Se giochiamo male e vinciamo 1-0 siamo tutti contenti, contano solo i tre punti. Allegri lo sa ed è una sua grande qualità. Io voglio crescere ancora e guardo Chiellini: ha 37 anni e gioca come se stesse leggendo un libro, sa sempre cosa accadrà"

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Dalla 'mentalità Juve' alla crescita personale, passando per il rapporto con i veterani della difesa e arrivando fino al pensiero di Massimiliano Allegri. Tanti gli argomenti trattati da Matthijs De Ligt, che ha parlato della sua esperienza in bianconero nel corso di una lunga intervista a The Guardian. "Per me la cosa più importante è vincere - ha esordito il difensore olandese - e alla Juventus, se vinciamo 1-0 e giochiamo male, onestamente penso che siamo tutti felici. Se invece giochi alla grande e perdi 2-1 non sei felice. Ogni squadra ha un certo DNA, che è differente in ogni club".

"Allegri? Sa che contano solo i tre punti"

Una mentalità, quella della Juventus, che rispecchia quella del suo allenatore, come spiegato da De Ligt: "La più grande qualità di Allegri è che capisce che non sempre deve essere tutto bello - ha proseguito l'ex Ajax -, si tratta di vincere. Questa è anche la mentalità della Juve: non importa se giochi bene, contano solo i tre punti. E con Allegri è così. In più, passo dopo passo, capiamo sempre meglio cosa si aspetta da noi". 

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"Chiellini gioca come se leggesse un libro: sa sempre cosa accadrà"

In chiusura idee chiare sul suo percorso: "Voglio sempre essere il più critico possibile con me stesso - ha detto De Ligt in riferimento all'azione del gol del pareggio del Villarreal nell'andata di Champions, quando si rese protagonista di un errore insieme a tutto il reparto difensivo della Juve -, so quando ho fatto qualcosa di sbagliato e per crescere devi ammettere di aver preso anche delle decisioni errate. Rispetto al primo periodo in Italia sono più sicuro e più calmo, riesco a leggere le situazioni meglio di prima. Ma posso sicuramente migliorare". Magari grazie all'aiuto di due esempi come Bonucci e Chiellini: "Giorgio, ad esempio, ha 37 anni e gioca come se stesse leggendo un libro. Durante le partite pensa: 'Ok, sta succedendo questo e questa situazione accadrà ora'. Ovviamente non aveva questa abilità quando aveva 20 anni. Ha imparato con l'esperienza. Ma conta anche avere una giusta sensazione, quella sensazione che ti dice che qualcosa può andare storto o dove l'avversario passerà la palla. È qualcosa che viene naturale e penso che sia una caratteristica che hanno i buoni difensori del mondo".

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