Sampdoria-Roma, Mourinho: "Zaniolo è tornato infortunato dalla Nazionale, non ci sarà"

ROMA

L'allenatore giallorosso ha parlato alla vigilia del match di Marassi (domenica ore 18) rispondendo alle domande su Zaniolo, alle prese con un indurimento al flessore: "È tornato infortunato dalla Nazionale e non sarà a disposizione. Ma in ogni caso mi sembra che ci sia un'ossessione nei suoi confronti: tanti giocatori vanno in panchina, non c'è nessuna storia particolare. Se poi non vi va bene, chiedete a lui"

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Dare seguito alla bellissima vittoria ottenuta nel derby contro la Lazio prima della sosta e continuare nel percorso di crescita costante. È questo l'obiettivo della Roma, che nella prossima giornata di campionato farà visita alla Sampdoria. Ma c'è un'assenza pesante per i giallorossi, che andranno a Marassi privi di Nicolò Zaniolo. Come ha spiegato José Mourinho, il giocatore è tornato con un infortunio dagli impegni con la Nazionale. Ecco tutte le parole dello Special One in conferenza stampa.

Quali sono le condizioni generali di Spinazzola?

"Ci sono notizie positive, ma sembra che però stiate cercando di sapere qual è il momento preciso in cui tornerà. È una cosa impossibile da stabilire, non si è allenato con la squadra per troppi mesi. Inizierà tra poco e lo farà in maniera progressiva. Siamo tutti molto contenti, però dobbiamo stare tranquilli. Non possiamo dire quando torna. Comunque le cose stanno andando bene e il ragazzo è super felice".

 

Come sta Zaniolo?

"Zaniolo è infortunato, è arrivato dalla Nazionale giovedì con un problema al flessore. Negli utlimi tre giorni non si è allenato e di conseguenza non ci sarà. Tutti gli altri stanno bene, ho dovuto gestire un po' Mancini ma già giovedì si è allenato con noi. Stanno bene anche quelli che sono arrivati ieri come Vina e Felix. Veretout? Non si è allenato neanche oggi con la squadra. Non bisogna dire ciò che non si può dire, domani non ci sarà".

 

Che momento sta vivendo Zaniolo?

"Sapevo che questa sarebbe stata la prima o la seconda domanda. Prima che mi chiediate qualsiasi cosa, dico che mi dispiace che l'Italia non si sia qualificata per i Mondiali. Se in finale avesse incontratto il Portogallo, chiaramente avrei tifato per il Portogallo. Ma mi dispiace che ci sia un Mondiale senza Italia. Su Zaniolo posso dire che ci sono tanti giocatori che ogni tanto vanno in panchina con i propri club, mi sembra una cosa normale. Non vedo dove sia il problema. Lui è andato in panchina contro la Lazio, abbiamo adottato una strategia diversa per vincere e lo abbiamo fatto. Basta, non c’è nessuna storia. Poi è andato in Nazionale e non sta a me commentare ciò che è successo. È tornato giovedì con un problema al flessore, lui è il primo a dire che non è disponibile ma non c’è storia. Non chiedete mai ad Allegri perché non gioca Bernardeschi o ad Inzaghi perché Dzeko non ha giocato una partita. Mi sembra che con Zaniolo ci sia un'ossessione. Se volete sapere qualcosa in più, chiamate Nicolò e il suo entourage, spero che vi possano dire la verità. E la verità è che è arrivato giovedì con un problema ai flessori".

Ha una spiegazione per la crisi del calcio italiano?

"Ho la mia opinione, basata sulla mia esperienza in Italia in due periodi diversi e sulla mia esperienza in Spagna e in Inghilterra, ma non la voglio condividere perché secondo me non sarebbe etica. Se qualcuno con potere istituzionale mi chiedesse una opinione privata, la darei con piacere. Sono stato tre anni in Italia e mi sono sempre sentito molto bene in questo Paese, ma non mi va di alimentare un giudizio pubblico".

 

Spesso dopo grandi vittorie la sua Roma ha trovato dei pareggi: ha lavorato sulla testa dei giocatori in questo senso?

"Un pareggio non è un disastro, è spesso conseguenza di un avversario difficile che gioca, tra virgolette e con tutto il rispetto, per rubare punti. Quindi un pareggio non è un disastro come può sembrare. Ma sono d’accordo sul fatto che a volte la squadra non ha la mentalità per giocare per vincere qualcosa. Se ci sono cali di concentrazione e si perdono punti non va bene. Abbiamo parlato di questo, l’ultimo derby non ci interessa più. Dobbiamo solo concentrarci sulla prossima partita contro la Sampdoria, una partita che nasconde tante difficoltà contro una squadra guidata da un buon allenatore come Giampaolo e spinta da tifosi innamorati. Loro hanno bisogno di punti per stare tranquilli, se vogliamo vincere dobbiamo andare lì e giocare davvero bene".

 

L'assetto con due giocatori dietro Abraham può diventare definitivo? Si continuerà con la difesa a tre?

"Giocando a tre in questo momento abbiamo trovato stabilità. È un sistema adatto alle caratteristiche di alcuni giocatori che abbiamo. Domani continueremo così, nella prossima stagione non lo so. In avanti non giochiamo sempre con due giocatori dietro a Abraham. Dipende molto dalle situazioni e da come gli avversari vogliono adattarsi a noi. Abbiamo tante opzioni diverse".

 

Quanto è importante lottare fino all'ultimo per il quinto posto considerando anche le indagini che stanno coinvolgendo le squadre di alta classifica?

"Questa cosa non cambia la mia mentalità e il mio modo di lavorare con i giocatori. Finire quinti o finire ottavi è drammaticamente diverso. Per questo dobbiamo andare fino alla fine con l'ambizione di fare il maggior numero possibile di punti, per il resto non voglio pensare ad altre situazioni".

 

Secondo la classifica degli expected goals la Roma sarebbe terza: cosa ne pensa?

"È virtuale, ma tutti questi dati che esistono oggi nel calcio si possono interpretare e possono aiutare a pensare. Sappiamo di essere una squadra offensiva, che crea. Avremmo potuto fare risultati diversi, ma questo è tutto virtuale. Il calcio è molto semplice, chi segna di più vince. Noi abbiamo bisogno di continuità, adesso la abbiamo trovata facendo nove partite di campionato senza sconfitte ma magari potevamo avere qualche punto in più. C'è ancora tanto da fare e tanto da lavorare".

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