Gli uomini simbolo di quest'anno e le certezze della Juve che verrà

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Paolo Aghemo

Paolo Aghemo

Gli uomini simbolo della stagione bianconera sono anche quelli da cui ripartirà la Juventus nella prossima stagione: Vlahovic, De Ligt e Danilo i punti fermi; Miretti sogna di diventare il nuovo Marchisio. Mentre Dybala vuole salutare con una coppa

De Ligt, l'uomo stagione

L’uomo della stagione juventina è De Ligt. Una crescita esponenziale con un ruolo sempre più da protagonista. Debordante come il suo fisico: si è presentato più asciutto dopo l’estate, più reattivo, più forte. Sta migliorando molto dal punto di vista tattico e ha dimostrato carattere nel superare le prime critiche ad inizio stagione, così come a prendere l’aspetto positivo di quelle costruttive:  nell’Olanda non è titolare inamovibile perché ci sono De Vrij e Van Dijk  ma se Van Gaal opterà più spesso per la difesa a 3 lo sarà di sicuro. E’ l’erede naturale del muro Bonucci–Chiellini. E’ già un leader tecnico, destinato a diventarlo anche morale come punto di riferimento dello spogliatoio. Coraggioso nei suoi inserimenti sui calci d’angolo. Ha segnato tre gol e contro il Venezia ha fatto l’assist per il primo gol di Bonucci dal quale impara qualcosa ad ogni allenamento. Un top player che non lascerà la Juve, a meno di offerte mostruose (ha una clausola da 125 milioni di euro).

Danilo, l'uomo sicurezza

L’assicurazione di Allegri. Una garanzia di tecnica ed esperienza. Sempre più centrale in questa Juve e al centro di quella che verrà. Può giocare ovunque talmente ha piedi buoni ed intelligenza tattica. Esterno in difesa, centrale oppure da regista quando serve. Il brasiliano ha vissuto una stagione di spessore segnando anche un gol decisivo per la corsa Champions con l’Atalanta a Bergamo. Ha stretto i denti quando aveva qualche acciacco e in campo la sua voce è tra quelle più ascoltate dai compagni. Una colonna della Juve anche per la prossima stagione. 

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Vlahovic, l'uomo simbolo

Arrivato a gennaio per rilanciare la Juve e inseguire la Champions è stata l’energia nel motore ingolfato della squadra di Allegri che lo ha messo al centro del rilancio come la società per cui non è solo un investimento tecnico ma anche di immagine. Dopo Cristiano è lui a prendere il testimone del giocatore simbolo della Juve per il futuro. Un centravanti giovane che conosce bene il campionato italiano e può diventare l’idolo delle nuove generazioni di tifosi bianconeri. Subito in gol all’esordio col Verona e poi in Champions col Villareal. La Juve si era sistemata prima del suo arrivo, ma Vlahovic le ha messo il turbo: da quando è arrivato sono 27 i punti (uno in meno solo del Milan) con 6 recuperati sul Napoli e 5 dall’Inter. Soprattutto è stata raggiunta la qualificazione in Champions imprescindibile per il bilancio che imponeva ed impone delle scelte.  Tanto che la decisione del club di puntare su Vlahovic ha avuto come effetto diretto l’addio a Dybala.

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Dybala, l'uomo del passato 

Lampi di classe, gol, esultanze. La Dybala mask ha ancora quattro partite per far gioire i tifosi della Juventus. Lui vuole finire da protagonista la sua storia con la Juve per mettersi alle spalle la delusione per il  mancato rinnovo del contratto. Quella che diventata una telenovela che stava logorando lui per primo. Adesso che le cose sono chiare può guardare al futuro con più serenità: Inter, Milan o Spagna. Attenzione alla Premier anche. In ogni caso, la Juve è il passato. Può regalare ancora Joya però: c’è la Coppa Italia da provare ad alzare, un titolo per la foto d’addio. Magari un po' malinconica ma piena di significato per chi dopo 7 stagioni è comunque rimasto nel cuore e negli occhi degli juventini come quella sua fantastica tripletta al Barcellona in Champions, l’apice della sua carriera alla Juve. Il numero 10 è simbolo di questa annata di transizione, in cui tutto passa e molto cambia.

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Miretti, l'uomo del futuro 

Dopo la partita col Venezia a Vinovo si brindava con larghi sorrisi. Miretti è ragazzo del settore giovanile tanto quanto lo era Marchisio. Stessa trafila. Arrivato nei pulcini a 10 anni e poi via tutta la trafila delle squadre under fino a quella 23 in Lega Pro. Una categoria che gli ha fatto fare esperienza, ma anche lì Miretti ha dimostrato di essere un giocatore a parte. Superiore per pensiero, qualità e rapidità di giocata. Nato a Pinerolo alle porte di Torino, tifoso della Juve. Un ragazzo calmo e che ragiona. E che sa farsi rispettare, chiedere agli avversari. Allegri ha aspettato a lanciarlo come titolare, ma la sensazione è che adesso valuti seriamente se tenerlo nel giro della prima squadra per la prossima stagione. Oppure andrà in prestito a giocare. Ma sempre da juventino con un destino preciso: tornare. Ha 18 anni e un futuro a due colori davanti. Dipenderà molto da lui, certo. Ma alla Continassa (e a Vinovo) ci credono. 

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