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Spalletti dopo Napoli-Inter: "Futuro tutto deciso, ma aspettiamo a dirlo"

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L'allenatore del Napoli ha parlato così dopo il 3-1 all'Inter: "Quando si vince con questa qualità è sempre una grande soddisfazione. Il mio futuro? Tutto deciso: abbiamo convenuto col presidente di aspettare un poco per dirlo, ma è tutto chiaro e definito". Poi sui singoli ha aggiunto: "Osimhen può uscire se non è al meglio, Gaetano diventerà fortissimo"

NAPOLI-INTER 3-1: GOL E HIGHLIGHTS

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Una vittoria di qualità e cuore. Il Napoli si riprende i tre punti davanti al pubblico del Maradona e mette in fila la vittoria numero 27 del suo campionato e quota 101 gol in stagione. Spalletti è apparso molto soddisfatto al termine dell'incontro con l'Inter: "Questa sera c'è stata soprattutto la qualità del gioco che ci ha contraddistinto, perché poi diventava stimolante per i giocatori: vuoi perché avevano davanti una finalista di Champions, finalista meritatamente, e vuoi perché volevano dimostrare che l'impresa del campionato non era figlia di un periodo ma della qualità dimostrata in tutto il campo - ha detto l'allenatore -. Poi l'Inter era l'unica squadra che non avevamo ancora battuto, era importante per i numeri come miglior attacco e miglior difesa".

"Col presidente è tutto chiaro e definito"

Sul suo futuro si è così espresso: "Non sto aspettando niente, è tutto chiaro e definito: c'è soltanto da dirlo - sono state le sue parole -. Abbiamo convenuto con De Laurentiis di aspettare un poco, però è tutto chiaro. Non c'è stata nessuna trattativa, da quella cena lì siamo usciti con tutto a posto. Il Napoli deve fare cose importanti e se non sei nelle condizioni di dare tutto quello che merita è giusto fare dei ragionamenti e arrivare a una conclusione. È una cosa ragionata, non ci è piovuta addosso".

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"Ambivo a questo affetto"

"La squadra non ha bisogno di niente e di nessuno, perché è una squadra che sa giocare a calcio - ha aggiunto -. È stata costruita bene dal presidente e da Giuntoli, hanno fatto degli inserimenti corretti e mirati di ragazzi giovani che sono diventati un corpo unico e questo ha fatto la differenza. C'è cuore, disponibilità al sacrificio, quell'autostima che fa sempre la differenza dietro questi ragazzi. Diventa facile con giocatori di questo valore. Poi un capitano che un allenatore non vorrebbe mai perdere è Di Lorenzo". E sul momento che sta vivendo Spalletti ha spiegato: "A essere nella mia posizione ora è tutto facile, perché la gente ti riempe d'amore da tutte le parti. Ti sommerge di affetto, di carezze, di abbracci e tutto questo è bellissimo. Ambivo a questo e ora l'ho vissuto direttamente, per me è la cosa più bella che mi potesse accadere". 

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"Gaetano è fortissimo, vedrete che carriera farà. Osimhen..."

Il mister dei campioni d'Italia si è soffermato anche su alcuni singoli come Osimhen, uscito stizzito dal campo: "Le esigenze sono quelle che lui faccia il centravanti che ha sempre fatto, che corra dietro gli avversari e crei possibilità di passaggio alla squadra - ha risposto -. Lui si può arrabbiare, ma non è sempre colpa dell'allenatore che cambia. Gli attaccanti hanno il gol che fa la differenza per il loro bagaglio, però poi ci sono i portieri che non li vogliono prendere. Essere la miglior difesa mette in evidenza Rrahmani e Kim oltre ai gol che abbiamo fatto. Se uno è per una volta al di sotto delle sue possibilità - inoltre in settimana è stato influenzato, è andato a Roma per la patente - si può uscire a 25 minuti dalla fine. Poi ci sono anche gli altri che hanno tirato la carretta. Quando non c'era in Champions e Simeone ha fatto gol e dato battagli a tutti ce lo vogliamo dimenticare? Anche Gaetano è fortissimo, vedrete che carriera farà. Ci si convince che senza di uno non si può giocare, ma non è così. Il possesso palla conta, perché se li fai a sbattere a destra e sinistra sprecando energie ci sta che provochi il fallo come successo oggi. È quella la conseguenza di far girare palla e divertirsi. Il calcio è facile ma anche difficile e se qualche volta tu riesci a trovare la soluzione con un calcio un po' più difficile si vede la differenza che fa condurre bene la palla e un calcio offensivo invece che di attesa. È più facile fare un gioco d'attesa, ci si mette lì al limite dell'area, c'è da stare fermi e fare schermo. Quando invece hai 50 metri di campo alle spalle c'è da vedere quando scappare, venire in avanti, quando rimani uno contro uno. Rrahmani e Kim nel modo che hanno di interpretare il calcio non hanno bisogno dell'aiuto degli altri. Poi ci saranno calciatori che prenderanno vantaggio su queste situazioni e perderemo, ma quando sviluppi partite come oggi è una soddisfazione".

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