Tutte le 'novità' della Juve vista a Udine

l'analisi
Francesco Cosatti

Francesco Cosatti

Buona la prima per i bianconeri che, seppur con i gol della vecchia guardia Chiesa-Vlahovic-Rabiot, hanno mostrato a Udine una Juve nuova. Movimenti tattici diversi e l'importanza del nuovo, rappresentato dagli uomini sulla fascia

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250 vittorie sulla panchina della Juventus. Cifra tonda per Max Allegri che all’Udinese Arena ha osservato un successo diverso dal solito. Di una Juve che ha mostrato cose diverse. Atteggiamento e movimenti. Un baricentro più alto, una fame vera. Insomma tattica e motivazioni. Grazie sia alle facce nuove sulle fasce: Cambiaso e Weah, all’esordio in Serie A, grazie a un attacco che ha risposto sul campo, alla prima partita ufficiale a un’estate non semplice.

Un’estate che non è ancora finita come il mercato

Un’estate che sarebbe potuta essere l’ultima in bianconero sia per Chiesa che per Vlahovic. Federico Chiesa ha riaperto la stagione siglando un gol nella stessa porta in cui l’aveva chiusa. Il modo migliore per ricominciare, con una gamba diversa (cit. Allegri) ma anche in una posizione diversa. Più seconda punta, più dentro il campo, più Chiesa al centro del villaggio Juve. Più vicino a quel Dusan Vlahovic che, dopo aver mostrato la maglia negli Usa contro il Real Madrid nei giorni più caldi della trattativa con Lukaku co-protagonista, anche a Udine ha esultato forte. Quasi cattivo.

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Come la Juve di 20 anni fa

La prima dell’anno è andata bene ad Allegri, 3 gol nel primo tempo come non capitava da più di 20 anni: 2001-2002 contro il Venezia. La prima di Buffon, Thuram e Nedved che proprio a Udine, il 5 maggio, vinse lo scudetto. Questa invece è la prima vittoria di una Juve che appare più nuova di quello che forse è. Ma piace già di più.