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Milan, Cardinale: "Voglio essere un Berlusconi 2.0 per vincere tanto"

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A Sette, settimanale del Corriere della Sera, il numero uno di RedBird e proprietario del Milan ha fissato gli obiettivi: "Voglio vincere, ma non una volta sola, tante, nel tempo. Siamo qui grazie a quello che hanno fatto i nostri predecessori, Silvio Berlusconi, Gianni Rivera, Sacchi, Baresi, Maldini... Non abbiamo ancora fatto nulla. Sono entrato in punta di piedi, ho mantenuto l'organizzazione ereditata"

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La chiarezza sull'acquisizione del Milan e il nuovo organigramma, oltre agli obiettivi sul campo. Gerry Cardinale fa il punto a 7, settimanale del Corriere della Sera: "Qualcuno credeva che non volessi spendere nel Milan. Investire 1,2 miliardi per guadagnarci subito? È un progetto a lungo termine: voglio vincere, ma non una volta sola, tante, nel tempo. Nel calcio voglio essere un Berlusconi 2.0, avere il suo stesso impatto in un contesto completamente cambiato. Ora, con il più alto fatturato nella storia del Milan e un bilancio che si chiuderà in attivo per la prima volta dal 2006, affrontiamo una nuova fase: vogliamo essere i numeri uno, ma non possiamo riuscirci senza cambiamenti".

"Vi spiego come ho acquistato il Milan"

"Penso da sempre che il Milan sia uno dei 4-5 top club in Europa", tra le motivazioni di Cardinale che lo hanno spinto ad acquistare il Milan: "Siamo qui grazie a quello che hanno fatto i nostri predecessori, Silvio Berlusconi, Gianni Rivera, Sacchi, Baresi, Maldini". E sull'acquisto del club spiega: "La realtà è che alla proprietà RedBird fa capo il 100% del Milan: ha messo 600 milioni di capitale e controlla il 100% di quel capitale. Ho ritenuto che la continuità con Elliott fosse una virtù e perciò ho preferito un suo puro finanziamento, senza quote nel capitale, per 550 milioni a un tasso di interesse molto interessante, che pagherò in tre anni. Avrei potuto raccogliere un miliardo cash, avrei potuto coinvolgere banche terze ma ho scelto di farlo con Elliott, perché ho un enorme rispetto per Paul e Gordon Singer. È stato un modo intelligente di comprare il Milan: certezza, rapidità, la possibilità di assicurarmi continuità per partire forte".

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"Rispetto Paolo Scaroni, Furlani mossa vincente"

Dal ruolo di Furlani a quello di Scaroni, Cardinale sottolinea: "Non abbiamo ancora fatto nulla. Sono entrato in punta di piedi, ho mantenuto l'organizzazione ereditata. Del resto, ho grande rispetto per Paolo Scaroni, scelto da Elliott che ha fatto un grande lavoro e che ringrazio: è così coerente con il mondo da cui provengo e al tempo stesso cosi milanista e autorevole. Una delle mie mosse migliori è stato portare al Milan Giorgio Furlani (nel ruolo di AD) e Stefano Cocirio (direttore finanziario) che hanno lasciato Elliott senza controversie. Mi ha dato il tempo necessario per valutare cosa funzionava e cosa no. Questa è la prima stagione in cui metto mano al calciomercato, al progetto stadio e iniziamo ad applicare le nostre idee per valorizzare il brand".

"Stadio? Presupposti incoraggianti"

E sul nuovo stadio: "I presupposti sono incoraggianti. Con il benestare del Comune di San Donato e della Regione, che ringraziamo, abbiamo già svolto diverse sessioni molto produttive. La nostra proposta è supportata da un volume imponente di relazioni tecniche: sarà uno stadio all’avanguardia, a 10 minuti di metro dal Duomo, porteremo eventi dal vivo, artisti di fama mondiale suoneranno lì. Un’opportunità mancata per Milano, con nostro forte rammarico, perché ho maturato grande stima per il sindaco Sala. Sono deluso soprattutto perché ci sono state alcune minoranze pregiudizialmente contrarie, che hanno sbarrato la strada anche al progetto a La Maura. Sarebbe stato l’impianto sportivo più verde al mondo, con l’85% dedicato al verde e solo il 15% di area cementificata".