Addio Gigi Riva: la carriera di "Rombo di Tuono" tra Cagliari e Nazionale
Il leggendario 'Rombo di Tuono' è scomparso all'età di 79 anni. Nel 1970 Trascinò il Cagliari al suo primo e unico scudetto della storia rossoblù, con la maglia della Nazionale vinse un campionato europeo nel 1968: è ancora oggi il miglior marcatore azzurro con 35 gol in 42 gare
- Se n'è andato un mito vero, una leggenda del calcio italiano e mondiale: Gigi Riva è morto all'età di 79 anni. Era ricoverato da domenica scorsa dopo esser stato colpito da malore mentre si trovava in casa, nella 'sua' Cagliari, dove ha scelto di vivere fino all'ultimo dei suoi giorni. Una storia straordinaria quella dell'ex attaccante rossoblù e della Nazionale.
- Tutto attaccato, per tutti: per i sardi, per le persone comuni e per intellettuali come Luciano Bianciardi e Gianni Brera, che lo scrivevano rigorosamente così sulle colonne del Guerin Sportivo.
- L'attaccante lombardo, nato il 7 novembre del 1944 a Leggiuno, in provincia di Varese, riuscì nell'impresa titanica di trascinare il Cagliari e un'intera isola alla conquista dello scudetto nel 1969-70.
- Tra le immagini epiche nella carriera di Riva la rovesciata al Vicenza, il 18 gennaio del 1970, che non potè che arrivare al minuto 70'. E regalò al Cagliari altri due mattoncini fondamentali nella costruzione di un sogno.
- Riva sbarcò a Cagliari nell'estate del 1963. Scoperto da un osservatore del Cagliari, Andrea Arrica, che l'aveva seguito nella sua crescita al Legnano, in Serie C. Mancino naturale, dal tiro già molto potente, segnò subito 8 reti alla prima stagione in rossoblù, contribuendo alla promozione in Serie A.
- Riva si afferma presto anche nella massima serie. Otto al primo anno, tra cui quello della vittoria contro la Juventus e capocanniere del campionato già nel 1966-67 con 18 reti. E ancora nel 1968-69 (20 gol) e, naturalmente, nella stagione che portò allo scudetto, con 21 sigilli.
- Riva, nonostante le cifre folli (per l'epoca) offerte dagli "squadroni" del nord, non lascerà mai Cagliari e il Cagliari, con cui giocò il suo ultimo anno in A nel 1975-76, logorato dai gravi infortuni subiti nel corso della sua carriera. Chiude a 32 anni, dopo 377 presenze (tra campionato e coppe) e 208 reti.
- A Cagliari passeranno ancora tanti campioni, amatissimi, ma mai nessuno come Gigi Riva. "Nel 1963 non volevo venirci - raccontava in un'intervista alla Gazzetta dello Sport - poi ho messo radici e non mi sono mai pentito. Eravamo pecorai e banditi per tutti. Il calcio era l'unica gioia per tanti sardi: non me la sono sentita di abbandonarli".
- Il 9 febbraio del 2005, prima della partita dell'Italia contro la Russia giocata al vecchio Sant’Elia, il Cagliari ritirò per sempre la maglia numero 11. Nello stesso giorno il Comune gli ha conferito la cittadinanza onoraria.
- Soprannominato così da Gianni Brera, Riva ha scritto anche la storia della Nazionale italiana e ancora oggi è il top-scorer azzurro con 35 gol in 42 presenze.
- La sua rete più importante con l'Italia arriva nella finale "bis" dei Campionati Europei del 1968, il 10 giugno all'Olimpico di Roma contro la Jugoslavia, sconfitta 2-0. Riva apre la festa azzurra, sigillata dal raddoppio del catanese della Juventus, Pietro Anastasi.
- Riva mette la firma anche nella partita del secolo, Italia-Germania 4-3: all'Azteca di Città del Messico riporta in vantaggio gli azzurri, sul 3-2, con una "rasoiata" delle sue. Ma i tedeschi non muoiono mai, e gli italiani non sono certo da meno...
- Il pareggio del solito Gerd Muller dura un minuto appena: il gol di Gianni Rivera regala la finalissima con il Brasile all'Italia e Riva è il primo ad abbracciare il compagno, consegnandoci una delle immagini più celebri della storia del calcio.
- Se l'Italia arrivò a quella semifinale fu anche grazie alla doppietta di Riva ai padroni di casa del Messico, battuti 4-1 ai quarti.
- E se l'Italia si qualificò a quei Mondiali... dobbiamo ringraziare ancora Riva e il suo "tuffo a volo d'angelo" contro la Germania Est, sconfitta 3-0 al San Paolo di Napoli il 22 novembre del 1969.
- Resta il rammarico dell'Italia e di Riva di non aver vinto quel Mondiale, ma anche l'orgoglio di essere stati sconfitti dal più grande.
- LEGGENDA AZZURRA
- Chiusa la carriera di giocatore, tornò presto a occuparsi della Nazionale, a fare da "chioccia" alle nuove generazioni e ai suoi eredi, come Roberto Baggio. Riva e Rivera, Riva e Pelé, Riva e il 'Divin Codino': un cerchio che si chiude.
- Tante volte Bobo Vieri è stato accostato a Gigi Riva per forza e potenza, unite a un senso del gol fuori dal comune.
- Paterno, sempre dalla parte dei ragazzi, anche quelli più difficili da gestire
- Dopo il "fattaccio" nella partita con la Polonia a Euro 2004 la figura del team manager Riva risultò fondamentale per Totti, che lo ha sempre ringraziato: "Un grande esempio per i giovani". Un affetto decisamente ricambiato: "Francesco? Ce lo ha mandato il Padre Eterno".
- Se non è riuscito a vincere il Mondiale da giocatore, ha avuto modo di rifarsi nel 2006, da dirigente.
- Eccolo al fianco di Marcello Lippi nella foto ufficiale scattata a Coverciano prima di partire per la Germania.
- Ancora nel 2006 da tedoforo a Cagliari nel viaggio della fiamma olimpica verso i Giochi invernali di Torino.
- Nel febbraio del 2017 è stato insignito del "Collare d'oro" per merito sportivo dal presidente del Coni, Giovanni Malagò.
- Poche parole, ma essenziali: è così che il Cagliari saluta il suo figlio prediletto, immortale.