Napoli e i numeri in stagione: per punti è la peggior squadra campione in carica dal 2000
Un altro passo falso per il Napoli, rimontato due volte dal Frosinone e incapace quest'anno di dare continuità. Quello degli azzurri è il peggior rendimento per una squadra con lo scudetto sul petto e non mancano i punti di domanda in vista della prossima stagione
- Il secondo tempo di Monza è stata un'illusione: quella squadra, tanto simile per determinazione e qualità a quella ammirata nella passata stagione, ha fallito ancora la prova della continuità. Il 2-2 col Frosinone ha confermato, al contrario, un trend negativo di questo campionato: il Napoli non ha mai conquistato tre successi in serie e con questi numeri è difficile lottare non solo per lo scudetto ma anche per la qualificazione alle coppe europee.
- 13 vittorie, 10 pareggi e 9 sconfitte per un totale di 49 punti. Non è un semplice appagamento da post scudetto perché il Napoli non faceva così male dopo 32 giornate da ben 12 anni: a questo punto della stagione nel 2011/12 aveva raccolto solo 48 punti, in un campionato terminato poi al 5° posto.
- Con 49 punti dopo 32 giornate, inoltre, nessuna squadra della Serie A (a partire dal 2000) con lo scudetto sul petto aveva mai fatto peggio da campione in carica (il peggior rendimento prima di quest'anno era il Milan versione 2022/23 con 57 punti). Con la media attuale la proiezione del Napoli a fine campionato è di 58 punti, pari solo a quella del Torino campione in carica 1949/50, una squadra tuttavia profondamente rinnovata rispetto all'anno prima a causa della tragedia di Superga.
- Altre due reti incassate col Frosinone che fanno 40 in totale in campionato e una serie prolungata di ben 10 partite con almeno un gol subito. A questo punto della stagione sono solo 6 i clean sheet, eguagliato il peggior dato degli ultimi 5 anni registrati con la 'coppia' Ancelotti-Gattuso nel 2019/20 (l'anno dopo furono 12 con Gattuso, poi 13 e 16 con Spalletti alla guida).
- Un altro dato che preoccupa gli azzurri è il rendimento casalingo, sulla carta il punto di forza di ogni squadra. Con 23 punti in 16 partite il Napoli è virtualmente 10° nelle gare interne e la statistica clamorosa è la differenza neti in negativo al "Maradona": -1, frutto di 22 gol fatti e 23 subiti.
- Nell'ultima giornata è andato ancora a segno l'attaccante nigeriano, a quota 13 in questo campionato. Con un gol ogni 123 minuti, è la seconda miglior media per Osimhen da quando gioca in Serie A (meglio solo l'anno scorso con una rete ogni 100 minuti), ma questa sarà con ogni probabilità la sua ultima stagione in Italia: il giocatore è, infatti, destinato all'addio in estate (ha una clausola da 130 milioni) e sostituirlo a dovere sarà uno dei nodi da risolvere per la società.
- Quella dell'attacco resta comunque la maggior certezza degli azzurri. Continua a brillare Politano, autore dell'8° gol in campionato (il suo primato è di 10, con il Sassuolo nel 2017/18) e del 50° in carriera in Serie A: è lui, sommati gol e assist, il miglior italiano dal punto di vista realizzativo in stagione.
- Segnali di crescita e continuità dimostrati anche da Kvaratskhelia che, da inizio febbraio, ha preso parte a otto reti (cinque gol e tre assist): nel periodo come lui solo Dybala.
- Esclusi i giocatori del reparto offensivo, il Napoli ha trovato appena 4 gol nel girone di ritorno con difensori e centrocampisti. E in quello di andata le cose non erano andate poi meglio, con due reti di Zielinski e una di Di Lorenzo nelle prime sei giornate, seguite poi dai due centri di Elmas, a gennaio ceduto al Lipsia.
- Serve una diversa partecipazione ai gol l'anno prossimo e questa potrebbe garantirla qualche buona operazione di mercato, ma chi resterà al Napoli? Oltre a Zielinski, destinato all'Inter, ci si interroga sul futuro di alcuni senatori. Mario Rui è alla settima stagione in azzurro, Meret (in scadenza) alla sesta, sono a quota 5 Di Lorenzo, Politano, Lobotka e Demme.
- In attesa di capire da quale allenatore ripartirà il Napoli e quali saranno gli obiettivi di mercato, sembra esserci una strategia ben precisa: acquistare giovani e di talento. L'attuale rosa è, infatti, la quinta più anziana per età media della Serie A (26.7 anni) e la necessità è ringiovanirla.