Serie A, gli allenatori che hanno lasciato dopo aver vinto lo scudetto
Per la quarta volta negli ultimi 5 anni, il campionato di Serie A ripartirà senza l'allenatore campione in carica. Una tendenza che ha visto anche Spalletti lasciare dopo aver vinto lo scudetto. Separazioni, rescissioni o esoneri: chi prima di lui negli ultimi 50 anni di Serie A?
- È successo un'altra volta: l'allenatore che ha vinto l'ultimo scudetto non lo difenderà nella prossima stagione.
- Nel caso specifico parliamo di Luciano Spalletti, che dopo aver condotto il Napoli al terzo titolo della sua storia, ha preferito chiudere il suo rapporto con il club di De Laurentiis. "Ho bisogno di stare fermo per un anno, sono un po' stanco e voglio stare con mia figlia Matilde", ha spiegato
- "È venuto da me e mi ha detto, 'in fondo io ho fatto il massimo, si è chiuso un ciclo della mia vita, ho ancora un contratto con lei ma preferirei avere un anno sabbatico'. Che fai, ti opponi?", ha spiegato De Laurentiis
- Spalletti era arrivato al Napoli nel 2021 proprio in seguito a un biennio sabbatico. Terzo posto nel 2021-22, poi il capolavoro con un campionato dominato e numeri straordinari
Ecco gli altri casi prima di lui:
- Non era stato il suo primo addio dopo uno scudetto, lui che aveva già sfiorato la separazione con l'Inter al termine della prima stagione (2019/20) dopo la finale persa in Europa League. Risoluzione consensuale che diventerà ufficiale il 26 maggio 2021. "Diverse visioni sul progetto tecnico per il futuro della società", spiegherà l'ad Marotta
- L'addio all'Inter arriva a distanza di pochi giorni dalla festa scudetto, traguardo raggiunto con quattro turni d'anticipo per un titolo ritrovato a distanza di undici anni. Conte poi ripartirà dal Tottenham, in Premier League
- L'8 agosto 2020 arriva l'esonero dalla Juventus, comunicato che diventa ufficiale dopo l'eliminazione in Champions contro il Lione. Una stagione e 419 giorni dopo il suo arrivo sulla panchina bianconera: il suo immediato successore sarà Andrea Pirlo
- In mezzo la delusione europea ma anche lo scudetto. Si trattava del secondo addio nel giro di due anni di un allenatore della Juve da campione d'Italia. Dopo quello di…
- Il suo arrivo sulla panchina bianconera coincise con l'addio di un altro allenatore fresco di scudetto, Antonio Conte. Allegri fu allora l'uomo scelto per sostituirlo. Due finali di Champions raggiunte e cinque scudetti in cinque anni per lui, prima dell'addio
- Il comunicato ufficiale del tempo della Juve annunciava la sola separazione tra le parti, contestualmente alla conferenza stampa del giorno dopo dove Allegri dirà: "Ha deciso il club, lascio dei vincenti", insieme a qualche lacrima di commozione. E Agnelli: "Era il momento di chiudere un ciclo". Sarà solo un arrivederci...
- Prima di Allegri c'era stato il suo addio. L'arrivo nel 2011 dopo le oltre dieci stagioni da calciatore in bianconero, ereditando una squadra che aveva chiuso al settimo posto due campionati consecutivi. Sarà scudetto al primo colpo e tris di Tricolori
- La separazione avverrà dunque dopo un campionato vinto: risoluzione consensuale del contratto. A sorpresa, il 15 luglio del 2014 e a ritiro estivo iniziato. Conte lascerà così la Juve ripartendo dalla Nazionale italiana
- Prese il posto di Roberto Mancini, lui esonerato dopo aver vinto uno scudetto. I due anni dello Special One sulla panchina nerazzurra si chiuderanno con il Triplete e, dunque, da fresco campione d'Italia (qui uno scatto dell'ultima giornata a Siena)
- L'addio, voluto dal portoghese, sarà il giorno stesso del trionfo, non quello in patria ma quello della finale di Madrid con la tanto attesa Champions League. Famoso l'abbraccio, in lacrime, con Marco Materazzi fuori dal Bernabeu. José ripartirà dal Real
- L'inizio della sua avventura in nerazzurro risale al 2004, quattro stagioni alla guida dell'Inter fino al maggio del 2008, data di uno scudetto vinto ma anche dell'esonero. Nonostante la grande corsa della Roma e i rallentamenti nerazzurri, Mancini vinse comunque, all'ultima giornata con una doppietta di Ibrahimovic sotto la pioggia di Parma
- Il suo sarà un esonero, come recitava il comunicato ufficiale del tempo. Dopo il suo ciclo il club nerazzurro aveva infatti puntato José Mourinho
- Tre scudetti consecutivi, quattro in cinque anni. Se l'epopea del Milan di Berlusconi iniziò con Sacchi, fu Capello a portare avanti la tradizione di successi. Un ciclo di cinque stagioni chiuso con un titolo
- Anche nel suo caso non fu esonero, ma separazione. Ad attenderlo, anche per lui, c'era il Real Madrid
- Dieci stagioni su quella panchina, tredici trofei. Una Coppa dei Campioni e sei scudetti, anche quello prima dell'addio. La storia del Trap in bianconero fu lunghissima e gloriosa. Nel 1985-86 (prima del ritorno) la sua Juve vinse il campionato (oltre all'Intercontinentale), ma fu comunque addio
- Niente esonero. Ma la separazione era nell'aria già dal finale di quella stessa stagione. Destinazione? L'Inter, dove nel 1988-89 vincerà lo scudetto passato alla storia come quello "dei record"
- Negli ultimi cinquant'anni di calcio italiano fu lui il primo ad aver lasciato dopo uno scudetto. Quello del 1979, "della stella", vinto col Milan. Il "Barone", già a lungo calciatore rossonero, iniziò proprio dal Milan la sua carriera in panchina, ritornando, e vincendo
- Lo svedese lascerà però a fine stagione dopo dei problemi contrattuali con la dirigenza. Il primo degli allenatori all'addio da campioni d'Italia