Addio a Carlo Mazzone, la carriera dell'allenatore
a 86 anni
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È morto a 86 anni “Sor Carletto”, leggendaria figura del calcio italiano: dagli esordi come calciatore ad una lunghissima carriera in Serie A come allenatore: è suo tutt’oggi il record di panchine nel massimo campionato. Dall’Ascoli al Livorno, passando per Fiorentina, Cagliari, Roma, Napoli e tante altre piazze dove ha lavorato con grandissimi fuoriclasse come Totti e Baggio
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- È morto all’età di 86 anni Carlo Mazzone, figura storica del nostro calcio. Prima da giocatore e poi da allenatore, il romanissimo “Sor Carletto” è stato uno dei personaggi più amati non soltanto dai tifosi, ma anche dagli stessi calciatori con cui ha lavorato nel corso della sua lunghissima carriera. È suo, infatti, il record di panchine in Serie A: sono 792 (spareggi esclusi)
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- Da calciatore esordisce in Serie A con la maglia della Roma nella stagione 1958/59: sono due le presenze in campionato. Dopo due brevi parentesi alla Spal e al Siena, va a giocare ad Ascoli in Serie C, dove conclude la sua carriera di calciatore nel 1969. Ma già il 24 novembre 1968 avviene l'esordio in panchina in sostituzione di Malavasi
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- Nel campionato 1969/70, Mazzone, nella penultima giornata di andata, sostituì fino al termine della stagione l'allenatore Eliani portando la squadra per la prima volta nella sua storia in testa al campionato, sfiorando la promozione. Ad Ascoli, Mazzone rimane fino al 1975 conquistando due promozioni in tre anni, e portando i bianconeri fino in Serie A
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- Nel campionato 1974/75, ancora sulla panchina ascolana, ottiene quella che sarà la prima di tantissime salvezze in Serie A. L’anno successivo passa alla Fiorentina dove rimane per tre anni. A Firenze vince nel 1975 la Coppa di Lega Italo-Inglese e ottiene uno straordinario terzo posto nel campionato 1976-1977
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- Terminata l’avventura a Firenze, Carlo Mazzone accetta la proposta del neopromosso Catanzaro nel 1978, alla guida del club calabrese ottiene due salvezze in Serie A. Nel 1980, però, torna dove aveva cominciato la carriera: ad Ascoli. In bianconero rimane altre cinque stagioni ottenendo grandi risultati come il sesto posto nel 1981/82 e le successive quattro salvezze consecutive
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- Dopo una breve parentesi al Bologna nel 1985/86, in Serie B, Mazzone viene ingaggiato dal Lecce, ancora in B, subentrando a dieci giornate dal termine. L’allenatore romano centra l'obiettivo della promozione in Serie A l'anno successivo, arrivando secondo alle spalle del Bologna. In Salento, Mazzone rimane per altri due anni in Serie A, conquistando due salvezze, la prima delle quali arrivando addirittura al nono posto
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- Dopo una breve parentesi al Pescara, nel 1991 Carlo Mazzone approda a Cagliari, dove rimane per due anni. Alla sua seconda stagione in Sardegna, sotto la sua guida i rossoblù conquistano uno storico sesto posto nel 1992/93: l’allenatore romano qualifica il Cagliari alla Coppa Uefa dopo 21 anni
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- L’incredibile qualificazione europea con il Cagliari vale a Mazzone la chiamata di quella che lui stesso ha sempre definito la sua squadra del cuore: la Roma. Nella capitale, città dov’è nato, Carletto rimane per tre anni ottenendo settimo posto e due quinti posti
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- Al di là dei risultati con la squadra giallorossa, la più grande eredità che lascia Carlo Mazzone nei suoi tre anni a Roma ha un nome e un cognome che negli anni successivi diventeranno piuttosto noti nella capitale: Francesco Totti. È proprio Sor Carletto, infatti, che prende sotto la sua ala protettrice un giovanissimo trequartista biondo, lanciandolo in prima squadra e dando il là ad una carriera leggendaria
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- Nel corso degli anni sono stati loro stessi a raccontare come tra i due romani ci fosse un rapporto strettissimo. Sono numerosi gli aneddoti che li legano: dal rifiuto dell’acquisto di Litmanen perché “tanto abbiamo il ragazzino, sono soldi buttati” al “’Regazzì, vatte a fà la doccia, che cò loro ce parlo io’”, rivolto da Mazzone ad un ancora 18enne Totti alle prese con i giornalisti
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- Conclusa l’avventura a Roma, Mazzone torna a Cagliari nel 1996 sostituendo dopo sei giornate a Gregorio Pérez, ma non riuscì a salvare i sardi, battuti nello spareggio dal Piacenza. Nel 1997 prova l'esperienza al Napoli ma in Campania le cose non vanno bene: si dimette dopo quattro partite di campionato
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- Nel 1998 approda nuovamente al Bologna, già allenato per breve tempo nel 1985/86. Era un Bologna che aveva da poco ceduto Roberto Baggio ma con Beppe Signori a guidare l’attacco. In Emilia, Mazzone porta rossoblù alla vittoria dell'Intertoto e arriva fino alle semifinali di Coppa Uefa e di Coppa Italia
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- Nel 1999 Mazzone passa alla guida del Perugia. A modo suo, anche qui ottiene un record: il romano è infatti uno dei pochissimi allenatori in grado di terminare un campionato in panchina senza l’esonero del vulcanico presidente Gaucci. L’anno successivo, però, arriva la chiamata del Brescia, dove, convinto proprio da Mazzone, arriverà anche Roberto Baggio
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- Il binomio Mazzone-Baggio portò il Brescia alla serie record di quattro salvezze consecutive e la qualificazione alla Coppa Uefa sfiorata nel 2001, quando il club lombardo fu sconfitto dal Paris Saint-Germain nella finale dell'Intertoto. Proprio al Mazzone, e alla contemporanea presenza di Baggio, si deve lo spostamento di Andrea Pirlo dalla trequarti alla mediana, un’intuizione che regalerà al calcio italiano uno dei più grandi play-maker della storia
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- “Perché non portiamo Baggio a Brescia?”. Da questa domanda semplicissima posta da Mazzone a Corioni nasce il legame tra Baggio, Mazzone e Brescia. “Gestire Roberto Baggio è stato una passeggiata. Era un amico che mi faceva vincere la domenica”, diceva. E proprio dal destro del Divin Codino parte la storica corsa di Mazzone verso la curva dei tifosi dell'Atalanta, dove il tecnico festeggiò il gol del 3-3 in un derby pareggiato in rimonta
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- Tra i grandi campioni allenati da Mazzone a Brescia c’è anche un certo Pep Guardiola. Tra i due nasce immediatamente una profonda stima e sarà proprio “Peppe” (così Mazzone chiamava il catalano) ad invitare il suo ex allenatore alla finale di Champions del 2009 contro il Manchester United. Guardiola dedicherà poi quel titolo a Maldini, appena ritiratosi dal calcio, e proprio a Carletto Mazzone
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- Dopo essere tornato per la terza volta al Bologna 2003/04, l'anno seguente è chiamato dal Livorno. Mazzone termina il rapporto con i toscani alla fine della stagione e a quasi 70 anni di età. Il successivo 18 marzo, in occasione di Livorno-Juventus, eguaglia il record di 787 presenze in panchina in Serie A di Nereo Rocco, superandolo già nella giornata successiva. È questa l’ultima stagione in panchina per Mazzone che a fine carriera, tra i professionisti, conterà 1.278 panchine ufficiali: record per il calcio italiano