
Fiorentina, ecco Kokorin: undicesimo giocatore russo in Serie A
Ufficiale il colpo Fiorentina. Nel suo video di presentazione i viola hanno citato due grandi scrittori russi come Iosif Brodskij e Fedor Dostoevskij, ma di connazionali ce ne sono anche nel passato della Serie A. Tra Zemanlandia, futuri campioni d'Europa, bomber e meteore. Li ricordi tutti?

ALEKSANDR KOKORIN (Fiorentina) - Ufficiale il colpo viola. Il russo arriva a titolo definitivo in un'operazione da circa 4 milioni di euro più bonus. E nel campionato attuale sarà il secondo calciatore russo.
Foto Twitter Fiorentina
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ALEKSEY MIRANCHUK (Atalanta) - Ad attendere Kokorin c'è già Miranchuk, arrivato da Gasperini nel settembre 2020 per 14 milioni e mezzo. Talento indiscusso. Da quando è in Italia tre gol in tredici presenze.
E nel passato?

IGOR SHALIMOV (Foggia, Inter, Udinese, Bologna e Napoli in B) - Ricordate Zemanlandia? In quel Foggia lui era la mente del centrocampo. Autentico jolly capace di giocare più o meno ovunque in carriera. Mancino elegante. Moderno nel gioco. Nell'anno del Foggia dei miracoli (1991-92) fu il miglior straniero della competizione, autore di 11 centri stagionali pur giocando da regista. Tanto da convincere l'Inter a investire per lui.

E dell'Inter Shalimov sarà il primo (e tuttora unico) calciatore proveniente dalla Russia. Pagato una cifra record quell'anno per uno straniero, e preso per sostituire nientemeno che Matthäus. Subito protagonista al primo anno, con 32 da titolare su 34 e nove centri. In Italia giocherà anche con Udinese e Bologna, e in B col Napoli.

IGOR KOLYVANOV (Foggia e Bologna) - In Puglia ci arrivarono in coppia, lui e Shalimov, entrambi voluti da Zeman. Kolyvanov resta tuttora il miglior marcatore russo di sempre nella storia della A: 44 gol in 164 partite. Giocava in attacco nella squadra all'attacco per eccellenza, il Foggia di Zeman. Segnerà ancora di più per il Bologna tra il 1996 e il 2001, compresa una rete nella finale Intertoto vinta nel 1998.

IGOR SIMUTENKOV (Reggiana e Bologna) - Arriva in Italia da capocannoniere del campionato russo. L'anno è quello dei Mondiali, 1994. Reggio Emilia la meta. Retrocessione e risalita: dieci gol in B e dieci in A. Anche per lui, poi, Bologna. Sfiorando Shalimov e giocando insieme a Kolyvanov. Dunque la vita da allenatore: è stato vice di Spalletti nello Zenit, di Fabio Capello nella nazionale russa e anche di Roberto Mancini, sempre allo Zenit.

DMITRI ALENICHEV (Roma e Perugia) - Ancora lui, Zeman. Nel 1998 le fiches sono sul russo che in patria è considerato uno dei più grandi talenti. Top lo sarà più che altro lo scambio col Perugia nel gennaio del 2000 con Nakata, che la stagione dopo firmerà lo scudetto giallorosso in quella rimonta sulla Juve. Alenichev si riscatterà eccome: col Porto di Mourinho vincerà Coppa Uefa e Champions, diventando uno dei soli sei giocatori della storia a segnare in entrambe le finali.

VIKTOR BUDJANSKIJ (Juve, Reggina, Ascoli, Udinese, Lecce) - In assoluto, il russo con più "stazioni" nel campionato italiano: cinque in A e sei in totale, contando anche l'Avellino. Girovago per eccellenza, e ritiratosi a soli 27 anni. Giovanili Juve, poi tanti prestiti. A titolo definitivo non cambia colori, l'Udinese, ma senza imporsi e continuando a cambiare maglia.

ANDREY KANCHELSKIS (Fiorentina) - In casa viola c'è un precedente… sfortunato. Kanchelskis aveva già brillato nella sua carriera: nello United di Ferguson fu uno dei simboli nella conquista della prima Premier League della storia. A Firenze nel 1997 saranno gli infortuni a fermarlo: la caviglia in uno scontro con Taribo West. Poi rotula e ginocchio rotti in nazionale contro l'Italia.

OMARI TETRADZE (Roma) - Arriva nella Roma di Carlos Bianchi, ma il ricordo lo lascia soprattutto con un autogol in sforbiciata al 90' contro la Reggiana. Poi i tanti infortuni e pochi minuti giocati in giallorosso: quindici le sue presenze totali in A.

IGOR DOBROVOLSKI (Genoa) - Meteora del calcio italiano. Il Genoa lo compra, ma ha problemi di spazio per calciatori stranieri, avendo già "Pato" Aguilera e Skuhravy, più il brasiliano Branco. Da lì un paio di prestiti e il ritorno in Italia, senza lasciare il segno. Dato in prestito al Marsiglia, vincerà la prima edizione della Champions League della storia.

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