Dal nerazzurro al bianconero, o viceversa. Passaggi diretti che spesso hanno infiammato il mercato oppure a distanza di anni. Il caso più recente è quello di Cuadrado, ma tra i "doppi ex" ritroviamo campioni del mondo, grandi bomber e Palloni d'Oro. E c'è anche qualche meteora...
- Il colombiano è soltanto l'ultimo dei tanti giocatori che hanno vestito le maglie di Juventus e Inter. Arrivato a Torino nel 2015 dal Chelsea, in bianconero trascorre otto stagioni diventando una delle colonne della squadra con cui vince cinque scudetti consecutivi, quattro edizioni della Coppa Italia e due Supercoppe. Nell'estate 2023 non rinnova il contratto e i nerazzurri lo prelevano a parametro zero: fin qui poche presenze, appena 4, a causa di alcuni problemi fisici
- Quattro anni in bianconero che coincidono con 4 scudetti, allenato nel primo triennio da Conte che, dopo le perplessità iniziali, si accorge di non poter fare a meno di lui. È sempre Conte a chiamarlo all'Inter dopo 5 stagioni lontano dall'Italia, tra Bayern e Barcellona, e il risultato non cambia: scudetto al primo anno con i nerazzurri. All'Inter, anche senza Conte, un'altra stagione vincendo Coppa Italia e Supercoppa. Con la Juve, 35 gol in quattro campionati. Con l'Inter, 4 in due anni
- Uno dei pilastri del 3-5-2 di Antonio Conte in bianconero. Arriva alla Juve dall'Udinese vincendo sei scudetti di fila, poi "anticipa" Conte andando all'Inter (a parametro zero) un anno prima dell'allenatore. In nerazzurro, però, complici gli infortuni, non riesce a ripetere le stesse brillanti prestazioni, fino alla risoluzione del contratto con il club
- Una Juve in ricostruzione, dopo l'anno in B e qualche stagione non esaltante, lo acquista dal Livorno: in bianconero solo mezza stagione (gennaio-giugno) e appena sedici partite giocate. Dopo il riscatto nella Lazio, l'Inter punta su di lui pagandolo 21 milioni di euro. In nerazzurro fornisce prestazioni altalenanti: nell'ultima, con Conte in panchina, 5 reti e 8 assist
- Uno dei soli dieci giocatori del calcio italiano ad aver giocato per Inter, Juve e anche Milan. Prodotto delle giovanili nerazzurre, con l'Inter gioca solo una volta in A e tre in Coppa Italia. Proprio con Conte in bianconero fa il grande salto di qualità ("Mi ha cambiato la carriera"). Dopo una vita in bianconero, è passato la scorsa estate all'Union Berlino
- Arriva a Torino dopo una grande annata al debutto in Italia con la maglia della Fiorentina. Insieme al connazionale Diego stupisce nelle prime partite, fallendo poi la sua avventura in bianconero. Dopo la parentesi al Galatasaray, ecco l'Inter. Anche in nerazzurro più bassi che alti
- Colonna difensiva dell'Inter del Triplete, saluta i nerazzurri con un inaspettato passaggio in bianconero che dura solo pochi mesi (quattro presenze totali), prima della rescissione del contratto.
- L'Inter non riesce a valorizzare il suo giovane talento e lo vende al Milan, dove diventa grandissimo. Nel 2012 il passaggio a costo zero alla Juve, di Conte, che costruisce sulle sue geometrie i suoi tre scudetti (che saranno quattro per Pirlo). Dopo l'avventura in MLS chiude la carriera da giocatore e frequenta il Corso di Coverciano per diventare allenatore. Agnelli lo chiama per affidargli la Juve U23 che poi diventa quella vera: vincerà una coppa Italia e una Supercoppa italiana. Ora guida la Samp
- Di ritorno in nerazzurro (dopo aver vinto lo scudetto con la Roma) è titolare nell'Inter di Cuper. Poi gli infortuni e i tanti colpi a centrocampo (Veron e Cambiasso su tutti) lo fanno scivolare in fondo alle gerarchie di Mancini. Nel 2006 passa alla Juve in B, dove resta bianconero per altre due stagioni
- In bianconero due stagioni, prima del passaggio in nerazzurro nell'estate in cui la Juve scende in B. A Torino Ibra segna 26 gol in 92 partite, a Milano sarà l'uomo degli scudetti, soprattutto con quella sua doppietta a Parma nel 2008. 66 centri in 117 match i suoi numeri. Nel 2009 è anche capocannoniere della Serie A
- Tra gli scambi più celebri di sempre del calcio italiano: il futuro campione del mondo e Pallone d'Oro passa nel 2004 alla Juve in cambio del portiere Carini. E se in nerazzurro si vede solo a sprazzi tutta la sua qualità, in bianconero rifiorisce tornando ad essere un leader della difesa
- L'Inter ha il merito di portare in Italia questo talentuoso numero 10 che arriva dalla Romania. Nel 2000 gioca poco e saluta Milano, fermandosi a Verona (sponda Hellas), Parma e Londra (nel Chelsea). Ritorna in A nella Juve, dove gioca un anno segnando undici gol in una quarantina di presenze
- Le lancette del tempo tornano agli anni Novanta del pallone. Bobo è bianconero l'anno dopo il trionfo in Champions di Lippi del 1996. In un anno vince uno scudetto, oltre a Supercoppa Europea e Intercontinentale. In nerazzurro cinque stagioni per lui, raccogliendo solo una Coppa Italia. In compenso, segna una marea di gol, 123 in 190 partite, diventando idolo dei tifosi interisti
- Tra le tante maglie delle rivali indossate in carriera (tra cui Fiorentina e Milan) c'è anche quella bianconera. A Torino vince uno scudetto e una Coppa Uefa. Poi veste anche il nerazzurro: in due stagioni 17 gol (memorabile la doppietta al Parma nello spareggio per il posto in Champions, con cui si congeda), ma nessun trofeo, con l'esperienza all'Inter ricordata soprattutto per le incomprensioni con Lippi
- L'uomo dell'ultimo rigore, quello che regala la Champions del 1996 alla Juventus nella finale dell'Olimpico contro l'Ajax. Arriva in bianconero dalla Sampdoria, in un biennio diventa uno degli uomini-chiave di Lippi, che se lo porta anche all'Inter. In nerazzurro due stagioni senza raccogliere soddisfazioni
- In bianconero fa il tris interno: scudetto più Coppa Italia più Supercoppa Italiana. In Europa vince anche lui la Coppa Campioni del 1996. Dopo aver concesso il bis europeo rivincendo la Champions col Borussia Dortmund (e contro la Juve) nel 1997, arriva all'Inter, dove resta fino al gennaio del 2000
- Passaggio diretto dalla Juve all'Inter, dopo ben otto stagioni in bianconero in cui vince tre scudetti, una Champions e coppe varie. In nerazzurro è il titolare dei pali di Lippi. Saluta dopo appena un anno (fatto di grandi parate) in direzione Lazio, dove chiude la sua carriera da calciatore (per tornare poi da dirigente)
- Famoso "caso" di mercato, soprattutto perché la sua cessione permette di "liberare" il ritorno del Trap alla Juve. Un giocatore per un allenatore, in pratica. Dino Baggio, che la Juve aveva appena prelevato dal Torino, passa così in nerazzurro in prestito nel 1991, per poi tornare in bianconero l'anno dopo.
- Uno dei pochi che vince con entrambe le maglie, facendo avanti e indietro tra Milano e Torino. Inter nei primi anni Ottanta, poi Juve per un biennio ('85-'87) con scudetto e Intercontinentale, e ancora Inter nell'88 per lo scudetto dei record
- Ala destra, dà il meglio di sé al Verona, con cui vince il celebre scudetto del 1985. All'Hellas era giunto dopo le stagioni in bianconero (3 scudetti), lascerà Verona per l'Inter, dove è nella rosa del Trap quando conquista lo scudetto dei record
- Due anni in ognuno dei due club, prima alla Juve (primo straniero in bianconero dopo la riapertura delle "frontiere" nell'estate del 1980) con due scudetti di fila (il secondo con un suo rigore decisivo, procurato da Fanna, calciato quando già sapeva che non sarebbe stato riconfermato) e poi, dopo la parentesi (di due anni) alla Samp, all'Inter
- Ecco l'altra metà dello scambio, a cui le tifoserie erano contrarie ma che si conclude comunque. Boninsegna è determinante per i bianconeri (due scudetti di fila e una Coppa Uefa in bacheca), mentre Anastasi vince solo una Coppa Italia con l'Inter
- Un anno alla Juve a inizio carriera (dove mette comunque in bacheca uno scudetto), prima di diventare una bandiera nerazzurra, affermandosi tra i migliori difensori italiani di sempre. Quattro gli scudetti nell'Inter, più le due Coppe dei Campioni consecutive con Helenio Herrera in panchina
- Noto come Cevenini III, fu il più famoso dei cinque fratelli. Iniziò la carriera nel Milan, divenne celebre nell'Inter, chiuse alla Juventus