La Commissione di Vigilanza ha escluso i tre storici club dal campionato di Serie B del prossimo anno. Le squadre hanno fino a lunedì per presentare un ricorso e adempiere alla regolarizzazioni di pagamenti e oneri fiscali
Non fa sconti, la Covisoc: la decisione è di quelle che fanno riflettere sull’efficacia del sistema calcistico italiano. Bari, Avellino e Cesena, tre club storici per la categoria e che rappresentano realtà cittadine importanti, sono stati estromessi dal prossimo campionato di Serie B. La pronuncia, tuttavia, non è irreversibile: le squadre avranno tempo fino al prossimo 16 luglio per ricorrere alla pronuncia della Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio Professionistiche, procedere ad una ricapitalizzazione, regolare i pagamenti arretrati con i tesserati e i relativi adempimenti fiscali, ma la situazione al momento non lascia ben sperare.
Il punto su Bari, Cesena e Avellino
Per quanto riguarda il Bari, era necessario un aumento di capitale di 4,5 milioni di euro. Il presidente Giancaspro si è impegnato per 1,5 milioni ma ne mancano altri 3 per raggiungere la quota necessaria. Il Cesena si era iscritto ugualmente al prossimo campionato, pur mancando l’accordo con l’Agenzia delle Entrate che non ha permesso la rateizzazione del debito contratto. Inutile è stato l’appello ripetuto del presidente Lugaresi di coinvolgere le istituzioni nel salvataggio della società, per cercare l’aiuto di imprenditori locali. L’Avellino, invece, non ha risolto i problemi relativi alla ricapitalizzazione; il patron dei campani, Taccone, non ha voluto commentare la vicenda nel corso della presentazione delle nuove divise.